Molluschi bivalvi in Fvg: produzione dimezzata in quattro anni. Le problematiche ambientali
Dal 2015 al 2018 la produzione generale di molluschi bivalvi in Friuli Venezia Giulia si è dimezzata, passando dalle 4.731 tonnellate del 2015 al 2.391 del 2018 con una conseguente situazione di oggettiva difficoltà produttiva ed economico-finanziaria per le imprese di allevamento e di pesca.
L’allarme è stato lanciato in occasione del convegno “Valutazione delle risorse, incidenza delle variazioni ambientali e sicurezza alimentare nelle produzioni di molluschi bivalvi” organizzato nella sala meeting di Pordenone Fiere in occasione della terza edizione di Aquafarm, la mostra-convegno internazionale dedicata alle tecnologie, ai prodotti e alle buone pratiche della produzione sostenibile di cibo dall’acqua.
“Gli stessi operatori – ha indicato Aurelio Zentilin di Cti (Centro tecnico informativo) – segnalano che i bivalvi oggetto di interesse economico crescono più lentamente mentre alcune specie sono in ottima salute, tanto da risultare “infestanti”; che sono presenti nuove specie e nuove tossine; che le acque, anche quelle lagunari, sono trasparenti ma più povere di nutrienti e che anche i fondi sedimentari si sono modificati”. Fra i principali imputati il cambiamento climatico, con il progressivo innalzamento della temperatura dell’acqua, e le precipitazioni diversamente distribuite nel corso dell’anno nonché altre ragioni che dovranno essere rapidamente indagate.
“Lavorare assieme per definire un indice di accettabilità che sia il giusto compromesso tra la tutela dell’ambiente e la richiesta di prodotto proveniente dal mercato. Al contempo, modificare la legislazione vigente e soprattutto fare sistema tra gli operatori per non intervenire in ordine sparso”. Sono queste le richieste avanzate dagli assessori alle Risorse agroalimentari Stefano Zanier e all’Ambiente Fabio Scoccimarro a quanti sono impiegati in questo settore. Utilizzando gli studi fino ad ora prodotti in questo ambito, secondo Zannier è arrivato il momento di compiere una sintesi per definire le immagini di un quadro che ha già una sua cornice normativa ben precisa. “Al momento – ha evidenziato l’assessore – c’è molto materiale a disposizione. Vanno quindi riuniti i tasselli per definire innanzitutto la situazione attuale e, successivamente, le azioni da intraprendere per sostenere il settore. A ciò si aggiunge anche la necessità di stabilire un indice di accettabilità che rappresenti un compromesso tra il mondo ideale e le reali necessità di questo importante comparto; ciò sarà possibile – ha spiegato Zannier – solo attraverso una sana azione di lobby da compiere con tutte le altre Regioni che hanno a cuore questo tema”.
Dal canto suo l’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro ha posto l’attenzione sull’inquinamento presente in mare, problema che può essere risolto grazie anche alla collaborazione con i pescatori. “Ciò che serve in questo momento – ha detto Scoccimarro – è compiere un cambio di passo, attivando una rivoluzione culturale a tutela dell’ambiente marino. In questa direzione vanno i progetti per il recupero delle plastiche o quello degli spazzini del mare”.
Il convegno è stato ideato nell’ambito della misura “sicurezza alimentare molluschi bivalvi” del piano di azione del Flag (Fisheries local action group) del Gac FVG (Gruppo di azione costiere) del programma del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) attraverso il Centro tecnico informativo (Cti), che ne è il soggetto attuatore.
Sulla necessità di un dialogo fra le parti e di una collaborazione a 360° si sono soffermati tutti i relatori, a partire da Roberto Sesso, responsabile dell’Ats, che ha chiesto di “implementare le sinergie al fine di fare assieme delle valutazioni per capire quali siano i fattori che hanno portato a questo drastico calo della produzione e pensare a delle iniziative mirate e condivise”.
Nell’occasione Alessandro Acquaviva, dell’Arpa Fvg, ha illustrato le condizioni chimico-fisiche nel Golfo di Trieste mentre Paola Del Negro, dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, ha relazionato sui dati biologici raccolti dalla stazione presente al largo di Miramare fin dal 1970. Licia Ravarotto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie si è soffermata sull’aspetto della comunicazione mentre Manlio Palei, del Servizio sanità pubblica veterinaria della Regione Fvg ha illustrato le attività e le conseguenze del protocollo di intesa sulla sicurezza alimentare.
Nel corso del dibattito è intervenuto anche Massimo Canali, della Direzione centrale Ambiente ed Energia della Regione Fvg, che ribadito con forza la necessità di valutare tutte le variabili che possono incidere sulla produzione dei molluschi bivalvi.