Nata Confcooperative Alpe Adria, una realtà con oltre 400 imprese cooperative

«La cooperazione è la risposta più naturale al bisogno di impresa inclusiva e generativa di benessere sociale, di lavoro e ricerca di senso con gli altri e per gli altri». Con queste parole la presidente Paola Benini ha introdotto il convengo che ha celebrato la nascita di Confcooperative Alpe Adria. Nella cornice del teatro Miela di Trieste questa mattina infatti è stata costituita, con la firma davanti al notaio, la nuova realtà che unisce le Confcooperative delle ex province di Gorizia, Trieste e Udine. Durante il convegno la presidente ha sottolineato il ruolo fondamentale del mondo della cooperazione per garantire equità «le imprese cooperative non delocalizzano, non hanno sede in paradisi fiscali, non hanno proprietari esteri. Sono radicante, invece, sul territorio dove investono e, spesso, lo fanno in piccole comunità locali, assumendo personale in loco. Quello che si concretizza oggi è un percorso indispensabile. Siamo leader silenziosi, forse troppo, in settori che altre realtà hanno abbandonato o dove, per la scarsa redditività, hanno preferito nemmeno entrarci. Agricoltura, welfare e servizi alle persone, servizi alle imprese, gestione del patrimonio culturale ambientale e turismo, negozi di comunità, sono solo alcuni dei settori di riferimento». Confcooperative Alpe Adria è una realtà con oltre 400 imprese cooperative e con un fatturato da quasi 500 milioni di euro, oltre 24 mila soci e 11 mila addetti. Maurizio Gardini, presidente Confederazione cooperative italiane, ha sottolineato che «quella dell’unificazione rappresenta un’occasione di sintesi associativa e di rafforzamento della rappresentanza istituzionale. Dalla crisi post pandemica ai rincari di energia e materie prime sono tanti i fronti sui quali siamo impegnati. Compreso quello di rendere più omogeneo lo sviluppo, perché non si può fare il +6% sul Pil, se questo boom accentua le diseguaglianze e spacca il paese in due, tra chi ha di più e chi scivola verso il baratro della povertà. Questo è il momento dei progetti che abbiano un’immediata ricaduta sociale ed economica. È il momento della costruzione. È il momento di spingere sull’acceleratore della crescita sostenibile e inclusiva. In questo le cooperative indicano la strada maestra perché sono le forme d’impresa radicate sui territori. Perché svolgono, da artefici del bene comune quella funzione che le viene assegnata dall’Art. 45 della Costituzione in tutti i settori in cui operano: dalla solidarietà alla sanità, dall’agroalimentare alla produzione lavoro e servizi, dal credito alla cultura, dall’abitare allo sport e allo spettacolo, dalla distribuzione al consumo e al dettaglio. Noi ci siamo e le cooperative legittimano sul campo di essere una delle frontiere più avanzate dell’impresa sociale e dell’economia civile di questo paese». Al convegno ha preso parte anche il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, il quale ha evidenziato l’importanza del mondo della cooperazione «capace di intersecarsi nelle varie filiere produttive del paese. La cooperazione è un elemento fondamentale per tenere unite tutte le filiere consentendo di arrivare fino al produttore e, unitamente ai consorzi, di garantire una redditività con riferimento in particolare al mondo della agricoltura». In collegamento Anna Ascani, sottosegretaria allo Sviluppo economico, ha voluto sottolineare che «questa nuova realtà è un punto di riferimento importante per il territorio. Il sistema cooperativo durate la pandemia e in questo momento di ripartenza ha un ruolo fondamentale così come ha avuto un ruolo di primo piano nelle fasi più complesse della pandemia quando le istituzioni non riuscivano a dare una risposta a tutte le necessità della popolazione. Il Pnrr sarà un capitolo fondamentale per il mondo delle cooperative grazie anche alla capacità di innovare che esiste in questo sistema».