Nei giorni in cui si ricorda il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in Fvg si violano bellamente
“Ricorre oggi il 75° anniversario dell’approvazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Oggi come allora l’importanza di quel documento consiste nell’anteporre all’esercizio del potere l’inalienabile dignità inerente alla persona. Ciò ha consentito di costruire un’architettura internazionale improntata al rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni essere umano”. Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani. “L’Italia aderisce con sentita partecipazione alla campagna di celebrazione promossa dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, nella consapevolezza che tale importante anniversario si inserisce in una congiuntura caratterizzata da violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario che offendono la coscienza delle donne e degli uomini del Pianeta”, ha aggiunto il Capo dello Stato. “Il riconoscimento e la tutela dei valori supremi della dignità umana, iscritti nella Costituzione, costituiscono per la Repubblica un’esigenza irrinunciabile, ovunque e in ogni circostanza. Senza diritti umani – universali e interdipendenti – non esistono né libertà né giustizia, né pace duratura né sviluppo sostenibile – ha concluso Mattarella – Alla luce delle sfide che caratterizzano il nostro tempo, abbiamo il dovere di ribadire con rinnovata determinazione principi che – indipendentemente dai contesti politici, economici o culturali – rappresentano per tutti un obbligo morale e un presidio di civiltà”. Bene queste le parole di Mattarella che evidentemente lasciano per molti il tempo che trovano se poi nel Paese, pardon la “Nazione ” accade che un amministrazione comunale decida violare uno dei diritti costituzionale, quello al libero esercizio del culto e della preghiera. Recita l’art 19: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”. Ed invece ecco che a Monfalcone è stat di fatto vietata la preghiera del venerdì a quasi 7mila musulmani. Un nuovo no del Comune alla comunità islamica che chiedeva di utilizzare gli spazi esterni di un supermercato per poter pregare all’aperto è arrivato dalla sindaca Cisint che usa la sua carica come una clava islamofobica. Come è noto un’ordinanza comunale aveva recentemente chiuso per motivi di sicurezza i centri dove i fedeli si recavano a pregare, decisione su cui le due realtà associative di natura culturale hanno annunciato ricorso, poi è arrivato il “no” degli uffici anche alla richiesta delle due associazioni di poter utilizzare l’area esterna di un ex supermercato per svolgere la preghiera del venerdì.