Niente più bebè a San Vito al Tagliamento. Chiude il punto nascite
Niente più fiocchi rosa o azzurri a San Vito al Tagliamento. Chiude il punto nascite. L’annuncio che era stato preceduto da varie dichiarazioni di protesta è stato dato nel corso di un incontro con la stampa dal direttore generale Giuseppe Tonutto e dalla dottoressa Roberta Pinzano che hanno parlato di chiusura temporanea che è una scelta tecnica e non politica che permetterà di riorganizzate il servizio. Peccato che esperienza ci racconta che non c’è niente di più definitivo delle chiusure temporanee. Ragioni della scelta, perchè è evidente che altre soluzioni non sono state seriamente prese in considerazione, la carenza di personale e il ricorso ai gettonisti che non garantiva più di svolgere in sicurezza, per le donne e per i bambini, il lavoro del reparto. Insomma lo facciamo per il vostro bene. Dall’opposizione parlano invece apertamente di “nuovo preoccupante attacco alla sanità pubblica pordenonese e di impegno tradito da parte di Fedriga e Riccardi. Siamo di fronte all’ennesima bugia: avevano garantito in Consiglio che non lo avrebbero chiuso, ora abbiamo un’altra conferma di quanto le loro promesse non valgano nulla”. Così in una nota il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd). “Visti i numerosi segnali di allarme provenienti dal territorio, in fase di stabilità 2022 avevamo chiesto e ottenuto da parte della Giunta Fedriga – ricorda l’esponente dem – la garanzia sul mantenimento di un apprezzato servizio che quest’anno avrebbe superato i 500 parti. Invece, anche il punto nascita di San Vito è stato affossato, esattamente come la radiologia del Santa Maria degli Angeli a Pordenone. Senza dimenticare la sperequazione nell’assegnazione delle risorse che danneggia l’Asfo e i ritardi nella attuazione della rete oncologica regionale”. “Un quadro davvero preoccupante – conclude Conficoni – che attesta come la Giunta regionale stia penalizzando il Friuli Occidentale. Da tempo ripetiamo, inascoltati, che il primo fattore di crisi del sistema sanitario è la carenza di personale. Dopo essersi lasciati scappare numerosi professionisti senza fare nulla per trattenerli, a San Vito come altrove, Fedriga e Riccardi sono ricorsi ai gettonisti, più volte elogiati. Ora ci dicono che non sono affidabili e si arrendono davanti a difficoltà note che avrebbero potuto e dovuto essere affrontate per tempo. Si avvera così un disegno che, dopo la scelta politica di trasferire il punto nascita di Palmanova a Latisana, molti avevano prefigurato”.
Rincara la dose la consigliera regionale Simona Liguori (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg): “Siamo alle conseguenze concrete e gravissime di una gestione politica di chi governa la Regione incapace di trovare una soluzione alla carenza del personale sanitario”. “La sanità pubblica paga così lo scotto di scelte che non l’hanno tutelata sufficientemente a vantaggio del privato. La chiusura del Punto Nascita di San Vito – conclude Liguori, che è anche vicepresidente della III Commissione permanente con pertinenze in materia di salute – dimostra che questa strada è sbagliata. Ora a pagare saranno i cittadini di un’area vasta che si ritroverà privata di un servizio fondamentale”.
Lancia l’allarme generale anche il Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG Furio Honsell: “La situazione della sanità nella provincia di Pordenone sta aggravandosi sempre di più. Lo dimostra la prospettata chiusura del “punto nascita” a San Vito al Tagliamento per motivi di sicurezza. Questa è soprattutto, la dimostrazione che il sistema dei “medici a gettone” non è affidabile. Bisogna attrarre medici con prospettive di lungo termine, creando situazioni aziendali positive anche di carriera. Se poi si aggiunge a questo taglio dei servizi anche il dietro-front di ASFO, per quanto riguarda l’esternalizzazione pluriennale della radiologia, perché amministrativamente illegittima, ci si rende conto che la strategia dell’Assessore Riccardi di puntare tutto sul privato è fallimentare. I medici ci sono, ma si possono attrarre solo se l’organizzazione
delle aziende li valorizza e li premia, e non con atteggiamenti autoritari e divisivi. Finalmente si bandiscono concorsi pubblici, ma quali prospettive offrono?”.
Proteste anche dal M5s per bocca della consigliera regionale Rosaria Capozzi :“La drammatica notizia della chiusura del punto nascita dell’ospedale di San Vito al Tagliamento è l’ennesima prova, semmai ce ne fosse bisogno, che la sanità regionale ha imboccato una strada senza ritorno che conferma il fallimento dell’operato dell’assessore Riccardi”. “Se, come è stato riportato sulla stampa regionale, la causa della chiusura del punto nascita è dovuta alla mancanza di sicurezza per la presenza di medici gettonisti – prosegue la pentastellata – ciò annuncia situazioni analoghe laddove ci sono presenze di operatori sanitari con queste modalità contrattuali di lavoro e di affidamento in gestione a cooperative di interi reparti e punti di primo intervento. Chiediamo, quindi, che l’assessore Riccardi venga al più presto a relazionare in Consiglio regionale assumendosi tutte le sue responsabilità in merito”. “Anziché operare con assunzioni organiche per le nostre strutture sanitarie pubbliche – sottolinea la consigliera – si procede verso forme di esternalizzazione e ricorso alle strutture private con convenzioni onerose che evidenziano come la Regione privilegi la strade della sanità privata che, inevitabilmente discrimina le possibilità dei cittadini a ricorrere alle cure di cui hanno bisogno”. “Il continuo perpetuarsi di tempi di attesa per le prestazioni, che pongono il Friuli Venezia Giulia nei posti più bassi delle classifiche nazionali (vedi Agenas), confermano questo indirizzo dopo anni di servizi erogati a livelli invidiati in tutta Italia. Il prodigarsi e la professionalità degli operatori sanitari attualmente impiegati – conclude Capozzi – cozzano contro una gestione dirigenziale-amministrativa sempre più fallimentare”.
Anche Sinistra Italiana Fvg esprime rabbia e preoccupazione sulla vicenda: la decisione di Fedriga e Riccardi arriva nonostante il raggiungimento dei 500 parti annuali nel 2022 e a discapito del territorio geograficamente molto vasto del Sanvitese che rimarrebbe pericolosamente senza un punto nascita. Tutti ricordano le promesse elettorali di Fedriga prima delle elezioni 2023, quando spergiurava di non chiudere il punto nascita di S. Vito.
“La destra di Fedriga e Riccardi che si riempie la bocca di parole sulla famiglia e la natalità fa un attacco frontale alla sanità pubblica, eliminando il punto nascite di S. Vito al Tagliamento e al contempo finanziando costantemente altri punti nascite come quello del Policlinico S. Giorgio a Pordenone, benché sprovvisti di pronto soccorso. I soliti regali ai privati, ai danni della sanità pubblica, gratuita ed universale. Fedriga abbia il coraggio di venire in piazza a S. Vito a motivare le sue scelte, lo aspettiamo. Nel frattempo con la consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra Serena Pellegrino ci batteremo con ogni mezzo contro l’ennesimo attacco al diritto alla Salute garantito dalla Costituzione” dichiara il segretario regionale Sebastiano Badin che annuncia che una delegazione di Sinistra Italiana parteciperà al presidio previsto per domani mattina Venerdì 17.