Non me la contate mica giusta! Increduli di tutto il mondo unitevi!
Le ondate di sfighe che perseguitano l’intera umanità si susseguono a ritmo incalzante. Dal riscaldamento globale siamo passati alla pandemia di Covid 19 ed oggi ad una guerra che comunque coinvolge tutti. Non è possibile che ciò avvenga per caso o possa essere inquadrato nelle origini e motivazioni date dai governanti e dai padroni della finanza. C’è dietro ben altro. La pensa così un numero crescente di persone e l’Italia sembra essere in prima fila. Da giorni è uscita anche una inchiesta di Radar SWG che cerca di dimensionare il fenomeno. Tra l’altro più di un segnale viene dal nord est e al F-VG in particolare spetta una posizione di punta. Che Trieste abbia funzionato come capitale dei no-vax e no-green pass è comune convinzione, ma adesso risulta che se in Italia la percentuale di favorevoli a Putin nella “operazione di polizia” verso l’Ucraina è del 12%, in questa nostra area diventa del 22%. Non so se la cosa riguarda proprio il consenso a Putin oppure un pacifismo arrendevole od anche semplicemente il dubbio sulle informazioni che vengono fornite, ma il dato è fortemente significativo. La stesso sondaggio demoscopico, pur limitato nella sua dimensione e nella possibilità di trarre correlazioni definitive, dà comunque un nodoso intreccio dello scetticismo sulle tre questioni sul tappeto, clima, pandemia, Putin-Russia. Mi interessa cercare di capire se è possibile trarne qualche conclusione politica, per l’area italiana e magari nello spazio della regione Friuli- Venezia Giulia. Una prima analisi dei dati sembra coinvolgere orientamenti riconducibili sia a destra che a sinistra, per quanto oggi si possa attribuire alle due categorie, ed anche le mie artigianali osservazioni sui social mi inducono a trarre la stessa conclusione. Le motivazioni sono diverse, spesso non articolate logicamente e dettate forse da un rifiuto quasi esistenziale, ma non mancano elaborazioni da penne e cervelli che sembrano autorevoli. Le categorie classiche di schieramento su cui si basano i sondaggi elettorali sono basate sull’offerta e traducono solo parzialmente le potenzialità di dinamiche culturali e sociali che si esprimono al di fuori di quel quadro di riferimento. Personalmente, per quanto riguarda l’Italia e il F-VG, mi sto convincendo di una nuova attuale valutazione grossolana di carattere generale sugli orientamenti dei cittadini verso le scelte politiche. Un 20% vive una tendenza motivata, piena di distinguo e magari di insofferenza verso chi ufficialmente rappresenta le proprie idee, ma che alla fine lo guida nelle scelte elettorali che effettua. Un altro 20%, in coerenza con l’inchiesta SWG, è inquadrabile oggi nella dimensione dello scetticismo “disilluso” che ho prima descritto, pronto ad accedere a visioni magari oscure ma gratificanti una propria domanda di soggettività. Il restante 60% appartiene ad una posizione di rifiuto della politica e soprattutto della sua organizzazione partitica: ne determina gli alti livelli di astensione elettorale e, nella quota di chi comunque si reca a votare, fa oscillare il risultato finale verso un orientamento spesso vincolato ad argomenti che si sono imposti ad un momentaneo ordine del giorno (immigrazione, tasse, corruzione, diritti specifici, etc.). Mi pare evidente che le future competizioni elettorali, forse anche le stesse prossime amministrative, potranno dipendere da quel 20% di rifiuto a priori di quanto sa di “main stream”, sempre che gli interessati si rechino ai seggi. E ciò sia per il formarsi di liste e proposte politiche dirette sia per l’effetto che può avere il pensiero no-X nelle situazioni elettorali di scelta bipolare. Peraltro non manca quasi giornalmente il richiamo dei venditori professionisti. Non mi azzardo oltre. Mi rimane un pensiero obliquo relativo ad una questione ulteriore. La rivoluzione digitale sta conformando il mondo e le diverse società a propria immagine e somiglianza determinando comportamenti e vere e proprie esclusioni (o asservimenti) di crescenti porzioni di umanità. Qui tutti in riga e ubbidienti. Sono in attesa di una rivolta di massa verso questa forma di schiavitù e di pensiero unico. Giorgio Cavallo