Nuova interrogazione parlamentare a firma Fratoianni sulle terapie intensive in Friuli – Venezia Giulia

Come annunciato da Sinistra italiana Friuli – Venezia Giulia lunedì scorso  6 settembre è stata depositata alla Camera l’interrogazione parlamentare a risposta scritta a firma Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, sui numeri irreali dei posti letto in terapia intensiva dichiarati dalla giunta Fedriga in regione. E’ la seconda volta che Fratoianni interviene nel giro di pochi mesi con una interrogazione parlamentare sulla gestione della sanità in regione, la prima fu ad Aprile ed ha raggiunto come risultato l’invio degli ispettori del Ministero della Salute. Questa volta, a differenza di aprile, i numeri di posti letto sono stati sovrastimati: l’Aaroi Emac Fvg, associazione di rianimatori e anestesisti,  è intervenuta in riferimento ai 175 posti letto ‘attivi’ riportati sul sito nazionale Agenas, precisando che “tale numero è assolutamente irreale perché riferito ai posti raggiunti in piena crisi pandemica e poi in gran parte smantellati a fine della terza ondata e di fatto mai più riaperti”. I posti letto di anestesia in regione non sarebbero più di 80. “Il gioco di Fedriga e Riccardi è chiaro: evitare ad ogni modo la zona gialla, anche al costo di mettere a rischio la salute pubblica.” Dichiara il segretario regionale Sebastiano Badin.
Nell’interrogazione del leader della Sinistra di opposizione al governo Draghi si chiede “se il Ministro non intenda rendere noto l’esito dell’attività ispettiva svolta in Friuli Venezia Giulia dagli ispettori ministeriali e quali ulteriori iniziative di competenza intenderà assumere qualora venisse confermato l’errato computo in eccesso delle terapie intensive effettivamente attive e operative in regione così come denunciato dall’Aaroi Emac Fvg”. Il 23 settembre Fratoianni sarà in regione e l’argomento sanità verrà sollevato durante le iniziative di partito, Sinistra italiana nuovamente si schiera al fianco dei lavoratori della salute: hanno dato ancora una volta prova di coraggio nel denunciare una situazione insostenibile.