Opinioni dal fronte siriano: Ninna nanna, la nenia è ripartita, ora tocca all’Iran

La nenia e’ ripartita, come le vecchie filastrocche recitate all’infinito che i genitori cantano ai loro bimbi per farli addormentare. Sempre le stesse, sempre la stessa solfa, tanto che uno si immagina prima o poi dovrebbero smettere di funzionare e i bambini rimanere svegli. Invece no, pare che il ripetere all’infinito lo stesso trucchetto della falsa provocazione riesca tutt’ora ad addormentare le coscienze a riallineare le opinioni e paradossalmente a risvegliare lo spirito battagliero del guerriero.
Ora tocca all’Iran, la prima fase dell’operazione e’ gia’ partita da parecchio tempo; la rottura del trattato sul nucleare il JCPOA (Joint Comprehensive Plan Of Action), firmato in pompa magna da Obama (una delle poche cose di sesto realizzate nel suo mandato), e’ stato stracciato unilateralmente dagli USA senza alcuna motivazione. Poi si e’ passati alle sanzioni economiche che mettono seriamente in ginocchio lo stato iraniano, poi ancora le definizione di organizzazione terroristica per le “Guardie della Rivoluzione”, uno dei pilastri delle forze armate iraniane.
Adesso, in seguito all’arrivo della portaerei Lincoln, della sua consistente scorta e di una robusta formazione di bombardieri nel Golfo ci si riprova con lo stesso trucchetto. E’ di qualche giorno fa la notizia di alcune esplosioni avvenute all’interno (o all’esterno chissa’) di un paio di navi saudite. Naturalmente e senza tante storie, oltre a citare la notizia, i titoloni dei giornali indicavano neppure troppo velatamente come responsabili dell’attentato i servizi o i “terroristi” mandati da Teheran.
Per il momento piu’ che un motivo per scatenare il conflitto, un’avvertimento in stile mafioso. Non ho visto uno straccio di articolo che si soffermasse a fare un minimo di anaslisi su come possano essere davvero avvenuti i fatti, ne’ (e cio’ mi pare ancora piu’ grave) tornare a ritroso per ricordare tutti i precedenti in cui si e’ scatenata una guerra devastante appellandosi a motivi e prove che in seguito sono SEMPRE risultate farlocche. Qui non si tratta piu’ di omissione o dimenticanza, ma di omerta’, di puro servilismo nei confronti di chi si e’ in realta’ sempre macchiato di crimini di guerra andando in giro per il pianeta a radere al suolo intere Regioni e Stati partendo da pretesti assurdi e immancabilmente adottati come validi dal resto dei paesi occidentali.
Per non parlare dell’appoggio sia in termini politici che militari ad un paese (quello si’ terrorista), l’Arabia Saudita, che da quattro anni ha aggredito lo Yemen provocando una marea di morti e di epidemie nel silenzio assordante di politici e media. Un paese da cui sono sempre partiti enormi finanziamenti e/a fanatici il cui risultato e’ stato la nascita del califfato dell’ISIS nonche’ una serie infinita di sanguinosi attentati che hanno provocato stragi in giro per il mondo. Ora I sauditi accusano l’Iran di essere dietro l’attacco portato da un drone lanciato dagli Houti (alleati yemeniti dell’Iran) che ha provocato danni ad un oleodotto all’interno del territorio di Riyad e chiedono un intervento chirurgico da parte degli Usa nei confronti di Teheran. Insomma, si ricomincia.
Ma e’ chiaro che gli affari che le colossali risorse economiche delle casse saudite permettono di realizzare alle multinazionali occidentali (in cui l’industria militare, anche italiana, ha un enorme peso) fanno si’ che si possa chiudere un occhio, ma anche due, ed evitare di stare a perdere tempo in discussioni su chi sia in realta’ coplevole di fomentare il terrorismo.
La prossima guerra, che tutti (mica vero…) sperano di evitare ma che ha buone possibilita’ di scoppiare da qui a poco, ha anche il senso di rimedidare ai giganteschi errori commessi dagli USA (e dai suoi leccapiedi) da ormai quasi un trentennio ad oggi. Soprattutto alle ultime mosse maldestre e malriuscite sia in Siria, che in Iraq e che hanno di fatto provocato una maggiore influenza in tutta la regione della cintura sciita che fa ovviamente capo all‘Iran. Un controllo che non rimane indigesto solo ai sauditi e ai suoi vassalli degli Emirati del Golfo, ma soprattutto ad Israele di cui l’Iran (ed in particolare I suoi alleati Hezbollah) e’ il principale nemico.
Insomma, se Guerra sara’, non si limitera’ a due attori soltanto, ma coinvolgera’ i paesi di tutta quell’area. Risconvolgendo realta’ che nel frattempo si stavano consolidando e ricostruendo come l’Iraq (dove non a caso l’Isis sta riprendendo forza) in cui sia maggioranza della popolazione che del governo sono sciiti, che nel frattempo ha sviluppato enormi legami con il vicino Iran. Nei giorni scorsi, per la cronaca (anzi, secondo l’unica notizia di cronaca), gli Usa hanno fatto evacuare tutto il personale non strettamente necessario della loro ambasciata (la piu’ grande del mondo) e invitato tutti i loro cittadini a lasciare il paese. Non un bel segnale, davvero..
Intanto, tornando alla nostra Siria, pare che finalmente l’offensiva governativa, appoggiata dall’aeronautica militare russa, dalle guardie delle rivoluzione iraniane e da Hezbollah, per la riconquista della sacca di Idlib e di Hama sia iniziata. La primavera e’ arrivata, ad onor del vero e’ arrivata di botta l’estate (ma si sa… non ci sono piu’ le mezze stagioni), e con la fine delle piogge i bombardamenti aerei e l’artiglieria stanno piano piano aprendo la strada alla fanteria che ha gia’ conquistato alcune alture strategiche strappandole ad Al Qaeda (ora HTS), pardon ai “ribelli”, che pero’ ha in dotazione armi e truppe a sufficienza per opporre una robusta resistenza. Per le truppe legate a Damasco non si trattera’ certo di una passeggiata e i cosiddetti effetti collaterali rischiano di essere pesanti.
Per ora la Turchia non ha accennato a reazioni eccessive limitandosi a protestare giusto per rispettare i ruoli. Pare sempre piu’ probabile che alla fine, una volta riusciti a spazzare via i qaedisti (cosa che ora fa comodo pure ad Erdogan), il resto dei ribelli fedeli ad Ankara (mica dei gentiluomini si sappia) riusciranno a trovare ospitalita’ nella zona di Afrin e lungo il confine turco che ad occhio e croce dovrebbe arrivare fino all’Eufrate inclusa la zona di Manbiij. La Turchia potrebbe anche accontentarsi di non interferire oltre, ad est del grande fiume, dove gli Usa cercheranno di fare in modo che l’influenza dell’YPG, YPJ e del loro partito di riferimento PYD diventi sempre meno incisivo nell’area orientale del paese; magari sfruttando il fatto che il Nord Est dale Siria e’ largamente a maggioranza araba e non kurda.
Nel sud di questa regione, infatti, non mancano certo attacchi all SDF o ai milziani kurdi e che normalmente vengono addebitati alle famose cellule dormienti dell’ISIS, ma che probabilmente rappresentano segnali inequivocabili dell’esigenza di ripristinare un ordine che fa riferimento a strutture tribali molto forti ed organizzate, che non solo masticano amaro di fronte ad un’eccessiva presenza della “self administration” nelle strutture di governo della regione, ma che rivendicano anche interessi separati da Damasco nella gestione delle enormi risorse rappresentate dai grandi giacimenti di petrolio e gas presenti nella zona.
In parole povere, un grosso ingarbuglio difficilmente risolvibile.
A tutto questo, come si diceva poc’anzi, si aggiungono i tamburi di guerra sempre piu’ fragorosi che arrivano dal Golfo; evidentemente non abbastanza forti da essere percepiti dalle assonate orecchie occidentali assopite dalla solita nenia che, per quanto ripetitiva, funziona a meraviglia. Una volta c’era chi si faceva sentire, magari senza ottenere granche’, ma sollevando attenzione ed interesse su quanto avviene nel modo. Ora, zitti tutti, ninna nanna e buona notte. Anzi, come diceva Edward Murrow nel famoso film diretto ed interpretato da George Clooney, “good night and good luck!” (“Buona notte e buona fortuna!” ndr) “In order to rally people, governments need enemies. They want us to be afraid, to hate, so we will rally behind them. And if they do not have a real enemy, they will invent one in order to mobilize us.”  (“Per mobilitare il popolo, i governi hanno bisogno di nemici, vogliono che noi abbiamo paura, odiamo, così  ci raduneremo dietro loro e se non hanno un vero nemico, ne inventeranno uno per mobilitarci.”  Thich Nhat Hanh – monaco vietnamita, attivista e scrittore” .

Docbrino