Paolo Rossi presenta a Trieste il suo ultimo libro «meglio dal vivo che dal morto»
Dal ricordo tragicomico delle serate alle Feste dell’Unità al dialogo in sogno con Berlinguer, dalla paternità spiegata a san Giuseppe alla difficoltà di ritrovarsi proprietario di un cane lupo antidroga fin agli incidenti di scena recitando Beckett con Gaber e Jannacci: ogni capitolo del nuovo libro di Paolo Rossi – artista iconico e irriverente, affabulatore e Maestro dell’happening – “Meglio dal vivo che dal morto”, edito da Solferino, mescola l’alto e il basso, il cabaret del Derby e il Riccardo III, per un viaggio mozzafiato che ha il tono della commedia dell’arte e la velocità delle montagne russe. Paolo Rossi presenta il suo libro per la prima volta a Trieste in un incontro pubblico in programma sabato 6 novembre alle 11.00 all’Antico Caffè San Marco e lo fa in compagnia di un grande amico triestino, lo scrittore Pino Roveredo. La biografia-confessione di Rossi è in stile monologo ed è intriso dei suoi tempi comici, del suo stile inconfondibile. Questa irresistibile «versione di Paolo» – pensata come un dialogo immaginario con il Bardo William Shakespeare – è una storia rigorosamente apocrifa e anarchica, disseminata di occasioni e tentazioni, botte date e prese, donne amate e lasciate, poco venerati maestri e pessime compagnie di giro. «Per mettere ordine nella mia vita ci vorrebbe un governo tecnico», conclude l’autore, tra sorriso e nostalgia.