Parchi regionali, dopo 25 anni cambiano le regole per la gestione. Approdata in consiglio regionale la norma. Il dibattito e le novità
“Si tratta di un aggiornamento quantomeno necessario in considerazione del fatto che sono passati 25 anni dall’adozione della legge e che le richieste di una revisione sono pervenute anche dai soggetti gestori delle aree protette”. Così è stata salutata in Consiglio regionale dall’assessore regionale alle risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier, l’approvazione finale da parte dell’Aula del ddl ‘Modifiche alle leggi regionali 42/1996 (Norme in materia di parchi e riserve naturali regionali), 7/2008, 45/1988 e 24/2006″. Come ha spiegato l’assessore, la Giunta e il Consiglio hanno recepito l’esigenza di una realtà che ha bisogno di superare quelle che sono le attuali disfunzioni e di operare con procedure burocratiche più snelle e procedimenti amministrativi più veloci, “nell’ottica – ha commentato Zannier – di un fondamentale e inderogabile processo di semplificazione”.
“Quella che abbiamo messo in atto è una manutenzione della legge che parte dal basso – ha sottolineato l’assessore – e che tra le altre sue ragioni ha anche quella di armonizzare il testo del 1996 a un quadro normativo sovraordinato sensibilmente mutato e alla cornice regolamentare prodotta in questi anni”. Infine, come ha rimarcato Zannier, le modifiche della norma approvate oggi vanno a integrare “all’interno di una visione organica” il sistema dei parchi e delle riserve naturali con le aree protette e la tutela delle biodiversità. Inutile dire che la legge si parchi è un pezzo importante della gestione del patrimonio ambientale e i parchi naturali regionali, quello delle Dolomiti Friulane e quello delle Prealpi Giulie, cui si aggiungono le riserve naturali regionali, i parchi comunali, i biotopi sono fondamentali polmoni ambientali. A regolamentarli vi era una legge regionale vecchia di un quarto di secolo che viene sostituita da un nuovo disegno di legge. Ma non tutti sono convinti da come le norme affrontano il problema, in particolare di norma poco incisiva sull’ambiente parlano invece, dagli scranni dell’opposizione, Massimo Moretuzzo, del Patto per l’autonomia: «ci chiediamo, spiega Morettuzzo, se quanto fatto sia sufficiente: è evidente che le sfide che si stagliano all’orizzonte in tema di tutela ambientale e territoriale, prima fra tutte la lotta ai cambiamenti climatici, non ci permettono ulteriori tentennamenti ed è altrettanto palese che sia il momento di intraprendere scelte coraggiose in grado di definire nuovi modelli di sviluppo locale. Quindi, rispetto a questa legge, quello che stupisce di più non è tanto quello che c’è, quanto quello che non c’è: ossia coraggio politico e visione di ampio respiro. Nulla si trova infatti rispetto, ad esempio, a nuove dimensioni di turismo, al ruolo delle comunità, alla forma giuridica degli enti parco, che rischiano di rimanere ingessati, o ancora a modelli di economia solidale. Lo abbiamo detto in più occasioni e lo ribadiamo anche oggi: la realtà sta mutando e compito della politica, ora più che mai, è dimostrare lungimiranza e farlo con convinzione in ogni ambito. Leggi come quella oggi discussa, dunque, anche se non presentano grossi elementi di criticità, sono più che altro un’occasione persa». Decisamente contrario Furio Honsell di Open Fvg: “Oggi, come Open Sinistra Fvg, abbiamo votato contro alla legge presentata dall’assessore Zannier sulle modifiche alle norme regionali in materia di parchi e riserve regionali. Queste modifiche non recepiscono in alcun modo la gravità del momento, mai viene nominata l’emergenza climatica”. “Così la norma risulta una mera manutenzione di una legge precedente – prosegue il consigliere – con pericolose incrinature però rispetto a tale legge. Indebolisce la presenza dei tecnici nei comitati, riduce la rappresentanza negli organismi di gestione, introduce potenziali rischi prevedendo una valorizzazione dei parchi rispetto ad un non meglio precisato turismo ecosostenibile”. “Sono stati respinti emendamenti da noi proposti a tutela dei domini civici e delle ius Srenje e non è stata accolta la clausola di valutazione che permetterebbe di controllare periodicamente l’impatto delle scelte fatte. Infine importanti decisioni sui nostri patrimoni ambientali – conclude Honsell – sono state delegate a Giunte composte da sole 4 persone. Per queste ragioni siamo preoccupati”.
Critico anche Tiziano Centis dei Cittadini che rimarca: “Non sappiamo che fine faranno i fondi del PNRR, le centraline idroelettriche che sembra ci saranno, che cosa significhi turismo ecosostenibile e quale è la gestione del patrimonio ambientale visto e considerato l’attenzione che in questi anni l’ambiente ha e riceve da ogni parte del mondo”. Voto contrario anche dal Movimento 5 Stelle: “La linea della Giunta e della maggioranza è stata quella di un testo di mera manutenzione, ma a 25 anni dalla precedente legge riteniamo fosse doveroso introdurre elementi di novità per rispondere alle esigenze ambientali che sono emerse nel frattempo”, commenta – in una nota – la consigliera regionale Ilaria Dal Zovo, relatrice di minoranza. “Abbiamo cercato di inserire fattori innovativi nel testo, in modo da prendere in considerazione elementi importanti quali, ad esempio, le reti di connessione tra i siti naturali e i cambiamenti climatici – afferma Dal Zovo -. Questioni che ci stanno a cuore e che riteniamo fondamentali per stare al passo con i tempi in una materia, come quella ambientale, che negli ultimi anni ha visto emergere molte tematiche urgenti”. “Se escludiamo la norma che inserisce anche i muretti a secco e la rete sentieristica tra le opere di conservazione e restauro finanziabili come indennizzi ai Comuni che hanno un parco o una riserva nel loro territorio, nessun nostro emendamento è stato approvato, nemmeno quelli richiesti dal Comitato tecnico scientifico, braccio operativo della Regione”, continua la consigliera M5S. “La legge approvata oggi manca completamente di una visione a lungo termine su temi decisivi per il futuro, non solo del Friuli Venezia Giulia, a partire dai cambiamenti climatici. I siti naturali possono rivestire un ruolo determinante in questo senso – conclude Dal Zovo -, ma purtroppo non c’è stata la volontà di guardare al futuro, limitandosi a una norma di cortissimo respiro, su cui non potevamo che esprimerci in maniera negativa”.
Ma quali sono le le novità introdotte dal DDL 144? come accennato in apertura a 25 anni di distanza dalla legge 42 del 1996 – che consentì l’istituzione dei parchi naturali delle Dolomiti Friulane e delle Prealpi Giulie, nonché di 13 riserve naturali regionali e di 37 biotopi – con l’approvazione del ddl 144 la Regione modifica e integra una serie di precedenti disposizioni.
RETE NATURA 2000. Viene resa definitiva l’attribuzione della competenza regionale relativamente alle aree della rete Natura 2000, che comprendono Zone speciali di conservazione e Zone di protezione speciale, attribuendone la gestione a parchi e riserve naturali. Nello specifico, la gestione spetta agli Enti Parco per le aree ricomprese all’interno dei propri perimetri, all’amministrazione regionale per le aree esterne ai perimetri dei parchi.
TURISMO E MARCHI DI QUALITA’. Si favorisce l’attività di matrice turistica, sempre nel rispetto della finalità di conservazione ambientale. L’obiettivo è valorizzare le economie locali, prevedendo che l’organo gestore possa concedere, tramite specifiche convenzioni, l’uso del nome e dell’emblema del parco o di marchi di qualità, per favorire la commercializzazione di prodotti e servizi provenienti dal territorio del parco o della riserva, che siano compatibili con le finalità del parco o della riserva e con obiettivi di sviluppo economico o turistico eco-compatibili.
SEMPLIFICAZIONI. Vengono semplificati i meccanismi di composizione e nomina degli organi – ad esempio del Comitato tecnico scientifico – in riferimento agli strumenti di programmazione (limitati a quelli rivelatisi negli anni davvero indispensabili) e ai procedimenti amministrativi. La novità più rilevante è l’articolo che prevede, nell’istituzione di parchi comunali e intercomunali, la concentrazione in un unico procedimento integrato dell’attività pianificatoria e ambientale della Regione.
CONTRIBUTI. Un capo specifico della legge riguarda trasferimenti e incentivi a favore delle aree naturali, con la previsione di importanti norme contributive. Alcune di queste misure saranno attivate con lo strumento del bando.
VIGILANZA. Viene semplificata anche la disciplina della vigilanza, attribuita al Corpo forestale regionale. Le sanzioni, oltre ad essere aggiornate nei relativi importi, sono distinte in base alle tipologie di assenza di danneggiamento, danneggiamento reversibile e danneggiamento irreversibile.