Poste Sos privatizzazione: stamattina il presidio regionale a Trieste
No alla privatizzazione e alla svendita di Poste Italiane. È il grido lanciato anche in Friuli Venezia Giulia dai sindacati delle telecomunicazioni Slc-Cgil, Cisl-Slp, UilPoste e Failp-Cisal, scesi in piazza stamattina a Trieste per protestare contro l’ipotesi di ulteriori cessioni delle quote del gruppo, controllata dal Mef e da Cassa depositi e prestiti.
La cessione del controllo dell’azienda ai privati, secondo i sindacati, «metterebbe fortemente a rischio anche l’occupazione dei circa 2.300 dipendenti del Friuli Venezia Giulia, con pesanti ricadute sociali e impatti rilevanti sull’economia, così come accaduto in tutte le fallimentari esperienze di privatizzazione avviate dai diversi Governi a partire dal 1992». Poste italiane, sostengono i segretari regionali Gianfranco Parziale (Slp Cisl), Riccardo Uccheddu (Slc-Cgil), Ugo Spadaro (Uil Poste), Gaetano Vitale (Failp Cisal) è un’azienda che, «con il grande sacrificio dei lavoratori e grazie ad un sindacato illuminato, si è radicalmente trasformata da un “carrozzone pubblico” a una realtà straordinariamente solida economicamente, che ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi pari a tre miliardi e con trend in crescita in tutti i settori». Un messaggio lanciato anche al Prefetto in occasione del sit-in, tenutosi in piazza Unità.
Procedere sulla strada della privatizzazione, per i sindacati, è una scelta sbagliata, antieconomica e antisociale. «Poste Italiane – hanno ribadito – è un’azienda che svolge una funzione indispensabile ed insostituibile data dalla sua presenza capillare in ogni piccolo centro del Paese. Poste in alcuni territori è l’unico front-end con i cittadini e le cittadine e per le fasce più fragili e meno “digitalizzate” come gli anziani». Da qui i timori per le possibili ripercussioni sul progetto Polis, nell’ambito del quale Poste italiane si è impegnata a mantenere aperti gli uffici postali anche nei comuni con meno di 15 mila abitanti, oltre 200 nella nostra regione, per garantire l’erogazione di servizi per conto della pubblica amministrazione e per favorire la digitalizzazione delle aree rurali.