Premio Friuli Storia 2024, annunciati i finalisti della XI edizione
I finalisti della XI edizione del Premio Friuli Storia 2024 sono Sergio Luzzatto con “Dolore e furore. Una storia delle Brigate rosse” (Einaudi), Fabio Todero con “Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918” (Editori Laterza) e Filippo Triola con “L’orologio del potere. Stato e misura del tempo nell’Italia contemporanea (1749-1922)” (Il Mulino). La terna finalista selezionata dalla Giuria scientifica fra 110 opere in gara.
Il Premio Friuli Storia è promosso su iniziativa dall’Associazione Friuli Storia, per la direzione scientifica dello storico e accademico dell’Università di Udine Tommaso Piffer. A selezionare la terzina di quest’anno la Giuria scientifica dell’Associazione, per la direzione scientifica di Tommaso Piffer e composta da Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli della Loggia, Ilaria Pavan, Paolo Pezzino, Silvio Pons, Tommaso Piffer, Andrea Possieri e Andrea Zannini.
La terna finalista del Premio per il miglior saggio di storia contemporanea edito in Italia è stata selezionata fra 110 opere candidate dagli editori. La fase conclusiva del Premio Friuli Storia culminerà adesso con la scelta del vincitore affidata ai lettori di Friuli Storia, la comunità di lettori diffusa orma in tutta Italia ma con le sue radici in Friuli Venezia Giulia. Sono 403 i lettori che parteciperanno alla giuria di quest’anno. Di questi, 256 sono uomini e 147 donne, 236 residenti in Friuli Venezia Giulia e 167 nel resto d’Italia. Importante come sempre la partecipazione dei giovani (l’11 % sono under 30) e del mondo della scuola (il 18% tra studenti e insegnanti). “Con oltre 400 “giudici popolari” – spiega il Presidente di Friuli Storia Ernesto Galli della Loggia “il Premio Friuli-Storia è il premio culturale italiano con la più ampia giuria di lettori. È anche il più importante premio italiano destinato a un saggio di storia. Entrambi i dati testimoniano di un successo che è andato crescendo negli anni. Il pubblico scopre la capacità propria della storia di aiutarci a capire quanto accade nel mondo, le sue cause, i suoi possibili sviluppi. È così che cresce il livello culturale del Paese. Ci sembra altamente significativo che tutto questo abbia trovato il suo inizio e continui a trovare il suo alimento proprio in una regione come il Friuli-Venezia Giulia, che si è rivelata sempre cruciale per la sorte dell’Italia”. La proclamazione e la consegna del Premio Friuli Storia 2024 sono in calendario il prossimo autunno, a Udine.
L’XI edizione del Premio Friuli Storia 2023 è promossa dall’Associazione Friuli Storia con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, di Fondazione Friuli, Banca di Udine Credito Cooperativo S.C. e Comune di Udine.
Un filo rosso biografico e insieme una prospettiva corale delineano le atmosfere del libro di Sergio Luzzatto, “Dolore e furore. Una storia delle Brigate rosse”, concepito intorno alla città di Genova e all’assassinio dell’operaio comunista Guido Rossa che cambiò per sempre sia la storia delle Br, in una rilettura prospettica dell’Italia degli anni Sessanta come humus per la nascita della lotta armata deflagrata negli anni Settanta. Con “Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918”, Fabio Todero leva uno sguardo d’insieme sulla Grande Guerra nella Venezia Giulia: terra irredenta per antonomasia nell’immaginario nazionale, riletta dall’autore attraverso un’analisi della guerra totale, momento chiave della storia di un’area multiculturale dove la società era ed è rimasta multietnica. Focus sul tempo, invece, e sul suo ruolo fondamentale nella globalizzazione del XIX secolo, per il saggio di Filippo Triola, “L’orologio del potere. Stato e misura del tempo nell’Italia contemporanea (1749-1922)”, che analizza i nessi del rapporto tra il potere politico e la misura del tempo nell’Italia contemporanea, fino all’introduzione dell’«ora legale estiva» durante la Prima guerra mondiale.
IL PREMIO FRIULI STORIA 2024
Il Premio Friuli Storia, alla sua XI edizione, si conferma strettamente legato alla “comunità” con cui è nato e cresciuto: un network di lettori e appassionati di storia diffusi in tutta Italia, che adesso ha la possibilità di coltivare percorsi comuni attraverso iniziative disseminate nel corso dell’anno e ideate su misura per chi desidera restare in contatto nel segno dell’informazione storica. Accanto alle iniziative già sperimentate gli scorsi anni, come la Winter School e i Percorsi di lettura, nascerà a breve una newsletter settimanale con approfondimenti e notizie dal mondo della storia. Ci sono poi le iniziative promosse in stretta sinergia con le istituzioni, dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia all’Università di Udine: come il Forum sulla Guerra fredda in collaborazione con l’Università di Harvard per rafforzare la ricerca scientifica, e come iniziative quali Frontiera est e Viaggiatori nel tempo che trasformano il Friuli Venezia Giulia in un vero e proprio atlante della storia del Novecento, per favorire la promozione culturale e turistica del territorio.
«Uno dei valori che il Premio Friuli Storia porta avanti – sottolinea il Presidente di Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini – è quello di riuscire a trasformare un atto individuale quale è la lettura di un libro in una buona abitudine collettiva, creando una vera comunità, che va oltre i confini regionali e abbraccia una moltitudine di lettori di età e identità diverse uniti dalla voglia e passione di fare crescere la cultura del nostro Paese. La Fondazione Friuli crede in questo valore ed è ben felice di poter continuare a dare il proprio contributo a questa iniziativa». «Per la nostra Banca –osserva Lorenzo Sirch Presidente della Banca di Udine Credito Cooperativo – è motivo di grande soddisfazione continuare a sostenere il Premio Friuli Storia e ciò in considerazione sia della crescente notorietà raggiunta a livello nazionale che dei riconoscimenti esterni sempre più autorevoli. Anche quest’anno la terna dei finalisti è straordinaria e i temi prescelti incontreranno certamente l’interesse di tanti lettori, locali e non».
I FINALISTI DEL PREMIO FRIULI STORIA 2024
Sergio Luzzatto – Dolore e furore. Una storia delle Brigate rosse
Einaudi, pagg. 708
LA STORIA DELLE BRIGATE ROSSE, ATTRAVERSO IL PRISMA DI GENOVA –Per raccontare l’Italia delle Brigate rosse, Sergio Luzzatto ha adottato un fil rouge biografico e, insieme, una prospettiva corale. Il filo rosso viene dalla vita, sanguinosa quanto breve, dell’ex marinaio Riccardo Dura: colui che, sparando al cuore dell’operaio comunista Guido Rossa, cambiò per sempre sia la storia delle Br, sia la storia d’Italia. E che, trucidato dalle forze dell’ordine, suo malgrado appose al terrorismo di sinistra l’ambiguo sigillo del martirio. La prospettiva corale viene dai volti e dalle voci di Genova, la città dove tutto inizia e dove tutto finisce. La storia della lotta armata va compresa guardando, più che al singolo, ai molti. E guardando indietro, all’Italia degli anni Sessanta, altrettanto che all’Italia degli anni Settanta. Con temi come l’immigrazione, la famiglia, la scuola, la fabbrica, i «movimenti», la piazza, l’università e il carcere.
L’AUTORE. Sergio Luzzatto è genovese di nascita, e dopo avere a lungo insegnato a Torino vive in America, professore di Storia moderna europea alla University of Connecticut. Studioso della Rivoluzione francese e del Novecento italiano, fra i suoi libri ci sono Il corpo del duce (1998), Padre Pio (2007), I bambini di Moshe (2018), Giù in mezzo agli uomini. Vita e morte di Guido Rossa (2021), pubblicati da Einaudi. Per Donzelli ha scritto Un popolo come gli altri. Gli ebrei, l’eccezione, la storia (2019) e per Mondadori Partigia. Una storia della resistenza (2013).
Fabio Todero – Terra irredenta, terra incognita. L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918 Editori Laterza, pagg. 264
UNO SGUARDO D’INSIEME SULLA GRANDE GUERRA NELLA VENEZIA GIULIA- La Venezia Giulia è stata nell’immaginario nazionale la terra irredenta per antonomasia. Pochi però sapevano dove si trovasse Trieste e che cosa comprendesse quella mitica regione. A scoprirlo furono i milioni di italiani che vi affrontarono la guerra nelle trincee del Carso o sulle vette delle Alpi Giulie. Qui convivevano popoli diversi che vissero il primo conflitto mondiale con animo contrastante, specie quando l’Italia decise di parteciparvi. La multietnica società giuliana era stata coinvolta sin dal 1914: la mobilitazione di massa vide partire decine di migliaia di uomini – italiani, sloveni e croati – nelle file dell’esercito dell’Austria-Ungheria. Nelle città della regione donne, bambini e anziani dovevano misurarsi con le conseguenze della guerra totale. Memorie, articoli di giornale, pagine di diario, canti, testi di riflessione politica sono utilizzati per raccontare un momento chiave della storia di quest’area multiculturale.
L’AUTORE. Fabio Todero, dottore di ricerca in Italianistica, è ricercatore dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia. Si occupa da tempo della Grande Guerra e della sua memoria, di storia della Venezia Giulia e, in genere, di storia del confine orientale. Organizzatore di convegni, curatore di mostre, progetti scientifici e volumi, ha pubblicato tra l’altro: Pagine della Grande guerra. Scrittori in grigioverde (Mursia 1999); Le metamorfosi della memoria. La Grande guerra tra modernità e tradizione (Del Bianco 2002); Morire per la Patria. I volontari del Litorale austriaco nella Grande guerra (Gaspari 2005); Di un’altra Italia: miti, riti e simboli dell’impresa fiumana (con L.G. Manenti, Gaspari 2021).
Filippo Triola – L’orologio del potere. Stato e misura del tempo nell’Italia contemporanea (1749-1922) Il Mulino, pagg. 258
COME CAMBIA LA MISURA DEL TEMPO NELLA STORIA –Chi decide che ora è? E chi governa l’orario che deve valere per tutti? Il tempo ha svolto un ruolo fondamentale nella globalizzazione del XIX secolo – dalla diffusione del capitalismo alla rivoluzione dei mezzi di comunicazione di massa – ma a lungo è stata sottovalutata la riflessione sul tempo come oggetto di conflitto politico. Filippo Triola affronta la storia del rapporto tra il potere politico e la misura del tempo nell’Italia contemporanea, dalle campagne contro l’«orologio italiano» cominciate alla metà del Settecento, all’introduzione dell’«ora legale estiva» durante la Prima guerra mondiale. In questo percorso si sviluppa la grande cesura storica della rivoluzione del tempo pubblico moderno che si caratterizza per l’affermazione della sovranità cronometrica, l’orario unificato e l’organizzazione globale dei fusi orari.
L’AUTORE. Filippo Triola è ricercatore in Storia contemporanea presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. È stato Visiting Professor presso la Freie Universität Berlin dal 2016 al 2018 e ricercatore ospite presso l’Universität Trier dal 2018 al 2019. È autore di L’alleato naturale. I rapporti tra Italia e Germania Occidentale dopo la seconda guerra mondiale (1945-1955) (Mondadori Education, 2017) e di La conquista del futuro. Comunicazione politica e partiti socialisti in Italia e Germania tra Otto e Novecento (1890-1914) (Il Mulino, 2021).
IL PROGETTO SCUOLE, LA “PRIMAVERA” DEL PREMIO FRIULI STORIA. UN’INIZIATIVA PROMOSSA DA FONDAZIONE FRIULI, LE PREMIAZIONI MARTEDÌ 28 MAGGIO A UDINE.
Il Progetto Scuole della Fondazione Friuli è la “primavera” del Premio Friuli Storia e ancora una volta metterà al centro gli studenti di oggi, futuri appassionati della storia, e futuri lettori/giurati del Premio. Protagonisti dell’edizione 2024 sono le studentesse e gli studenti delle Scuole secondarie di I grado, quest’anno in particolare degli istituti di Udine e Tolmezzo Appuntamento domani, martedì 28 maggio, alle 17.45 alla Fondazione Friuli per la festa di premiazione insieme agli studenti, ai loro insegnanti, agli amici e compagni delle scuole, alle famiglie e al pubblico della città.