Putto Consigliere Patto per l’Autonomia-Civica Fvg: “Acciaieria, gestione disordinata che non giova al Friuli-Venezia Giulia”

La vicenda dell’acciaieria di San Giorgio di Nogaro discussa nelle commissioni congiunte dopo l’esposizione dello studio affidato a università e tecnici mette in risalto come la Regione abbia gestito in modo disordinato e rocambolesco questo tema. Ad affermarlo è Marco Putto Consigliere di Patto per l’Autonomia-Civica Fvg. Si è passati dal ritenere l’opera un volano indispensabile per l’economia e l’occupazione, prosegue Putto,  fino ad arrivare al un “no” su tutta la linea, a fronte degli investimenti infrastrutturali da impegnare: costi noti da molto tempo, ma evidentemente il punto non è questo. La retromarcia dell’esecutivo stupisce per tempi e modi: addurre che i costi sono il freno, davanti a bilanci più che floridi, sembra una toppa per giustificare la contrarietà dei territori coinvolti che si sono opposti fermamente. Non penso siano i 250 milioni di euro necessari per gli impianti ferroviari l’ostacolo, quanto che il tema è diventato politicamente “scottante”. Di questa storia resta l’iter confuso di un progetto annunciato senza trasparenza e coinvolgimento, in primis del Consiglio regionale che ha discusso di questo solo su richiesta delle opposizioni. Gli annunci a mezzo stampa della Giunta, che dal 2021 davano per scontata l’opera, hanno di fatto alimentato la preoccupazione dei cittadini e dei comuni interessati, che si sono organizzati in comitati e attivati presso le istituzioni. Ora si è ritrattato su tutta la linea, dichiarando che i territori e i portatori di interesse vanno ascoltati: giusto, ma la prossima volta meglio farlo prima. Ferma restando la contrarietà a forme di sviluppo industriale che non tengano conto della sfida ambientale in atto, seppure ancora non conclusi gli studi tecnici l’esecutivo si è affrettato a comunicare lo stop al progetto dell’Aussa Corno. Rimane una certa incredulità sulla gestione della vicenda che non trasmette fiducia a eventuali investitori nel nostro territorio. Nel discorso di insediamento del Fedriga Bis, il Friuli-Venezia Giulia è stato definito ottimisticamente locomotiva d’Italia, ma l’ultimo trimestre registra un 40% in più di aziende in fallimento e liquidazione: credo servano più binari per farla correre.