Ricongiungimenti, Uil Fvg: incomprensibile approccio ideologico della Regione
“Non condividiamo e non capiamo questo approccio ideologico contro i lavoratori stranieri espresso ieri dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che va a colpire persone regolarmente presenti sul territorio che contribuiscono alla crescita economica, pagano contributi e tasse in Italia, e contribuiscono alle risorse del welfare. La norma, come è stato più volte sottolineato da esponenti della maggioranza, mira proprio a escluderli dall’accesso al welfare, non permettendo ricongiungimenti se non assicurati da livelli salariali quasi mai raggiungibili da questi lavoratori, in quanto proprio loro sono vittime di ‘lavoro povero’, sfruttamento e fenomeni di caporalato”.
E’ il commento del segretario regionale UIL del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, dopo la proposta partita dal Friuli Venezia Giulia al Parlamento nazionale di raddoppiare di fatto il reddito necessario per poter ricongiungere un familiare, da circa 9mila euro lordi attuali a 17-18mila, da 12 a circa 23mila per 2, da 18 a 35mila per 3 persone.
Il segretario UIL insiste proprio sul tema del lavoro dignitoso, sottolineando che “colpisce che agli interventi che evidenziavano come inammissibile che lavoratori stranieri in aziende della nostra regione siano costretti a ‘contratti da fame regolari’, la maggioranza si sia detta in principio d’accordo, ma intenzionata ad agire comunque ‘per fermare l’invasione’, come espresso da alcuni consiglieri. Ciò nonostante oggi la carenza di manodopera in alcuni settori rende evidente che senza lavoratori stranieri l’economia del Friuli Venezia Giulia non sarebbe in grado di sostenersi”, conclude Zorn.