Salute by Fvg: non la chiamerò malasanità, la chiamerò mala politica e cattiva gestione
È sempre più frequente ascoltare generici giudizi sul peggioramento della sanità in Regione FVG. Il mio proverà essere un contributo puntuale basato sull’esperienza che mi vede coinvolto in situazioni complesse, ma non gravissime. Preciso che sono ben attrezzato per affrontarle sia sul piano economico che sulla conoscenza della sanità, avendo in passato collaborato con 18 ospedali nella gestione delle richieste di risarcimento. Ritengo che un paziente medio non ne verrebbe facilmente a capo. Non la chiamerò malasanità, la chiamerò mala politica e cattiva gestione, non certo imputabile al personale sanitario, ai medici, agli infermieri, agli impiegati, che danno il massimo di sé per supplire alle carenze di organico, di formazione e di organizzazione, ma in particolare d’indirizzo della programmazione.
Se parliamo di declino significa che decenni fa l’organizzazione sanitaria era percepita come ottima, frutto della riforma Anselmi, Rosi Bindi e in Regione al grande lavoro di Gabriele Renzulli.
Liste d’attesa
Per affrontare il problema della polimialgia reumatica autoimmune, con periodi estremamente dolorosi e invalidanti, mi sono rivolto privatamente ad un professore universitario pagando una parcella di 277,00 €. Li vale tutti perché mi ha spiegato che i dolori non sono l’aspetto più grave, bensì c’è il rischio che una evoluzione colpisca i vasi sanguinei. Mi suggerisce alcune analisi per cercare di comprendere le cause e cercare di risolverle non soltanto assumendo cortisone, anche perché questo farmaco mi ha già causato l’esplosione del diabete 2, con un livello di glicemia di 450 contro il 120 massimo. Con insulina e forxiga ora è sotto controllo. Telefono al Centro prenotazione che mi propone le date per le analisi a breve, mentre per le risonanze magnetiche avrei dovuto aspettare fino al 20 dicembre. Declino perché lo specialista ha bisogno di tutte le risposte e non solo di alcune.
Mi reco in un noto e attrezzato centro privato, chiedendo i costi e i tempi d’intervento. La risposta è rapida e gentile, analisi ed RM oggi o domani, come preferisce, il costo complessivo è di 828 €, che sommati ai 277 € per la visita fanno 1.105 €. Chiaro che non è per tutti, sono di sinistra, abito in Zona a Traffico Limitato, ma penso sempre da aiellese. Approfondisco e chiedo come mai non posso fare gli esami in convenzione, la risposta è semplice: la Regione, non da ora, ci ha assegnato un budget e non possiamo sforarlo perché non ci rimborsano, noi saremmo in grado di dare risposte a tutti senza problemi. Le liste d’attesa sono dovute a carenza di personale e di strutture pubbliche, ma nel contempo ai tagli dell’assistenza anche ai privati, ovvero ai pazienti che diventano sempre più impazienti. Il resto è pura propaganda.
Fibrillazione atriale Per non farmi mancare nulla dopo i 77 anni, nell’agosto 2023, la centralina elettrica del cuore, per intenderci meglio lo spinterogeno delle vecchie vetture a benzina, è impazzita. Sono passato dalle belle camminate e dalle lunghe nuotate, ad affondare dopo quaranta metri in piscina e a dover starmene seduto a giocare a scacchi. La dottoressa di base del 2022, probabilmente influenzata dal contenimento dei costi, mi aveva prescritto l’amiodarone, ottimo farmaco per il cuore, senza prescrivermi i dovuti controlli semestrali alla tiroide, che se l’è presa male facendomi saltare tutti i parametri. Cambio medico di base e vinco la lotteria, ne trovo uno molto bravo ed efficiente che mi assiste come non mai.
La cardiologia di Udine, da settembre a dicembre, fa quello che può, e cioè quattro cardioversioni e una ablazione all’atrio destro. Il personale sanitario è bravo, ma non basta, con lo spinterogeno non si scherza, fa ciò che vuole, il cuore accelera i battiti rimanendo aritmico per sei mesi con circa il 20% di sangue in meno al cervello. Si vive, ma quando giochi i finali di partita a scacchi puoi misurare la diminuzione delle prestazioni, dai 2.250 punti mi attesto a 1.600. Non c’è più partita. Lascio la sanità pubblica in Regione e, grazie alla conoscenza del settore, mi rivolgo ad una clinica specializzata a Milano. In dieci giorni il cardiologo interviene via inguine, entra nel cuore ed esegue una ablazione all’imboccatura delle quattro vene dell’atrio sinistro, quello del rompiscatole di Bertinotti, risolvendo il problema per una modica cifra che non riporto per la vergogna di essermela permessa. In compenso per la sedazione profonda ho provato l’ebrezza della ketamina, una droga 80 volte più forte della morfina. Fa ridere da matti anche se ti mettono un dito nell’occhio.
A Udine avrebbero potuto eseguire l’intervento, ed anche a Trieste, ma non sono stato informato, perché evidentemente la mia età mi poneva fuori dalle linee guida stabilite dalla Telesca, poi da Riccardi, e applicate diligentemente dal mega direttore Generale. I budget vanno rispettati se si vuol raggiungere gli obiettivi e i bonus in busta paga. Penso che lavorino in sinergia con l’INPS che festeggia… i tagli delle pensioni.
Dopo il ritorno della fibrillazione nell’aprile 2024, a causa della polimialgia reumatica, l’esplosione del diabete, l’abbassamento della pressione massima sotto gli 80 in posizione ortostatica, notare la competenza dopo tanti ricoveri, con il contestuale aumento dei battiti cardiaci oltre i 144 al minuto, i cardiologi e i diabetologi dell’ospedale di Udine, ai quali sono grato, sono riusciti a trovare due farmaci che hanno permesso un lieto fine, ovviamente temporaneo. Il primo è il sotalolo che controlla il cuore senza tante controindicazioni, il secondo è il forxiga che permette di smaltire gli zuccheri in eccesso, senza le controindicazioni del semaglutide, famoso farmaco danese che a taluni, cioè a me, provoca l’abbassamento della pressione. Negli USA lo utilizzano per perdere peso anche se non sono diabetici. Cosa non fanno in America!
Tanti piccoli risparmi causano tanti grandi danni fisici ed economici, se lo mettano bene in testa i Mega Direttori e i mega Assessori.
Carlo Bressan