L’assessore Riccardi non ammette critiche sulla gestione della sanità: tacciano anche i sindaci (anche quelli di centrodestra)
L’assessore Riccardo Riccardi sulla sanità non ammette interferenze e sembra abbracciare il motto militaresco “usi obbedir tacendo e tacendo morir” che nel caso dei malati porterebbe davvero male. Il mitico assessore, famoso per la sua sempre sbandierata infallibilità, è intervenuto ieri al convegno “Comuni ed Aziende sanitarie per la tutela della salute dei cittadini” che si è tenuto a Codroipo ed ha colto l’occasione per mettere in riga anche i Primi cittadini che si “permettono” di dare, giustamente, voce alle preoccupazioni dei propri concittadini sulla gestione locale della sanità. Secondo l’assessore “i sindaci dei Comuni devono avere titolo per partecipare alla discussione sui livelli dei servizi rivolti ai cittadini; tuttavia, è fondamentale che evitino di entrare – come purtroppo sta accadendo – nei meccanismi di gestione delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie e, talvolta, persino andando ben oltre le competenze esercitate direttamente dalla Regione attraverso le Aziende sanitarie”. Insomma secondi Riccardi i Sindaci possono esprimere opinioni (bontà sua) ma non criticare la gestione neppure dinnanzi ai palesi malfunzionamenti delle strutture che sono certamente a gestione “aziendale” di cui lui però dimentica di aver nominato i vertici. In sostanza secondo l’esponente della Giunta regionale, è necessario distinguere chiaramente tra aspettative e bisogni della popolazione, mettendo al centro le condizioni reali e lasciando alle Aziende sanitarie l’autonomia gestionale e, quindi, la piena assunzione delle responsabilità operative. In questa maniera lui si tira fuori da ogni responsabilità. “La capacità di risposta – ha aggiunto Riccardi – deve poi essere valutata secondo modelli precisi. In questo Paese, anni fa, è stata compiuta la scelta giusta: quella di superare i comitati di gestione delle unità sanitarie locali, dove i sindaci partecipavano ad assumere scelte di gestione, compresa la destinazione puntuale del personale. Ogni tanto si avvertono rigurgiti di quella mentalità, e credo che si tratti di un esercizio estremamente pericoloso”. Oibò è evidente che secondo l’assessore anche i sindaci, così come le opposizioni, i sanitari e perfino i cittadini, dovrebbero tacere ed affidare le sorti della sanità agli uomini da lui scelti. Riccardi infatti ne ha avuto per tutti e ha sottolineato: “E non mi riferisco solo agli amministratori locali, quanto a una (fortunatamente limitata) parte della componente professionale che, nel momento in cui non vede soddisfatte determinate richieste, finisce per alimentare iniziative che poi trovano eco in posizioni assunte dai consigli comunali. E spesso, leggendo certi atti, non posso che provare preoccupazione perché non sono quelli i luoghi nei quali si possono stabilire il numero dei posti letto di una struttura sanitaria”.