Salute. Santoro (Pd): programma territorio dimentica troppi problemi
“Le linee di principio del Programma dei servizi territoriali sono certamente condivisibili e auspicabili, peccato che ‘messo a terra’ dimentichi troppi elementi che temiamo rimangano senza risposte, sia per le modalità con i quali si intendono realizzare le azioni e farle diventare prassi, sia per i tempi che prevedono un’entrata a regime nel 2026 ponendo dei punti di domanda su cosa si farà nell’immediato per i problemi che esistono e pesano già oggi. Attendiamo che l’assessore ci dica cosa intenda fare da qui al 2026”. Lo afferma in una nota la consigliera regionale Mariagrazia Santoro (Pd), a margine della seduta della III Commissione consiliare riunita per esprimere il parere sul Programma assistenza territoriale. “Oggi ci hanno spiegato che il Programma fotografa la situazione attuale – prosegue la Santoro -, ma così non pare proprio: troppi sono i punti interrogativi e diverse le problematiche lasciate dove sono, tanto da far sembrare questo documento più un atto dovuto che uno strumento che possa in qualche modo risolvere nodi strutturali e meno strutturali del sistema di cura territoriale”. “A partire dalla crisi dei medici di famiglia, il ruolo delle farmacie (che si sono prese funzioni su temi come tamponi e vaccinazioni), la crisi della guardia medica, i punti di intervento chiusi dopo la crisi pandemica facendo venire meno il livello base di prima emergenza. E ancora – elenca la consigliera dem – le direzioni a scavalco, con i ruoli dei distretti non chiari rispetto alla nuova organizzazione, poi le cure territoriali per bambini e adolescenti che sono evidentemente fondamentali in questo momento, il ruolo dei consultori da chiarire”. Infine, l’esponente di Centrosinistra esprime una “preoccupazione per la situazione dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Cenetrale (Asufc), dove c’è una disponibilità di posti letto decisamente inferiore rispetto alle altre Aziende sanitarie e comunque minore rispetto al fabbisogno. Riteniamo sia dunque necessario rivedere il potenziamento delle cure intermedie residenziali previsto nell’orizzonte temporale del 2026”.