«Sanità pubblica, in piazza per chiedere una svolta». Programma della manifestazione indetta il 4 aprile a Trieste dalla Cgil e dal Coordinamento Salute

«Chiediamo un cambio di passo nella gestione del servizio sanitario regionale. Una svolta che deve riguardare sia il metodo, aprendo al confronto con le parti sociali, con gli enti locali e coi cittadini, che non sanno quale direzione sta prendendo la sanità pubblica della nostra regione, e nel merito, per garantire la difesa, il rafforzamento e un adeguato finanziamento del servizio sanitario pubblico, unica garanzia del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione». Il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Michele Piga ribadisce così le motivazioni della Giornata di difesa della sanità pubblica, indetta per venerdì 4 aprile a Trieste , sede della manifestazione promossa dalla stessa Cgil e dal Coordinamento Salute Fvg, che organizzeranno un corteo da Largo Barriera (partenza alle 16.30 ) fino a piazza Oberdan , sotto la sede del Consiglio regionale. «Una manifestazione aperta alla partecipazione e al contributo di tutti», ha rimarcato Piga nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, tenutasi questa mattina a Udine, presenti anche la segretaria generale della Funzione pubblica Cgil Fvg Orietta Olivo e le rappresentanze dei comitati aderenti al Coordinamento salute .

Maria Grazia Cogliati Dezza (Comitato difesa salute pubblica Trieste), Michele Piga (Cgil Fvg), Orietta Olivo (Fp-Cgil Fvg), Maria Angela Bertoni (Comitato difesa salute pubblica Trieste

La è la tappa di un lungo percorso di confronto comune tra Cgil e Coordinamento, imperniato manifestazione su un lungo e articolato documento, dal titolo “ L’importante è la salute” , che analizza le criticità e formule indicazioni e proposte per invertire il rotta. «Un confronto – ha detto Piga – che abbiamo a più riprese tentato di aprire anche con l’assessorato, sforzo rivelatosi finora vano. Il protocollo per le relazioni che abbiamo presentato è stato pesantemente critico dall’assessore, che però non ha fatto alcuna controproposta. E lo stato dell’arte è sotto gli occhi di tutti: liste di attesa che continuano a crescere, un numero sempre più alto di cittadini senza risposte per la carenza di medici di base e di servizi sanitari territoriali, quasi un cittadino su dieci che rinuncia alle cure, addirittura uno su quattro tra gli anziani. Tutto questo avviene senza trasparenza, senza il minimo confronto con i sindacati, con i professionisti, con gli enti locali, con i comitati che rappresentano i cittadini, come vediamo dalle notizie di questi giorni sulle esternalizzazioni di reparti o addirittura di interi ospedali, decisioni che per altro non sono contenute negli atti programmatori della Regione e delle singole aziende. I cittadini non chiedono un “prestazionificio” dato in mano ai privati – ha detto ancora Piga – ma un sistema pubblico capace di prendersi cura della salute delle persone. Con la manifestazione del 4 aprile intendiamo dare una scossa ea chiedere una svolta rispetto a questa gestione della sanità pubblica, che non può essere ceduta a pezzi come uno spezzatino, ma va valorizzata anche attraverso un’adeguata remunerazione dei lavoratori, compresi quelli degli appalti».

Ad amplificare il grido d’allarme i comitati aderenti al Coordinamento Salute Fvg. Duecentomila persone senza medico di base, lunghissime attese nei reparti di Pronto soccorso, che contano 400mila accessi l’anno e su molti dei quali grava lo spettro della privatizzazione, una spesa media annuale di mille euro per i cittadini della regione, tra le più alte d’Italia, per l’accesso alle prestazioni della sanità privata, il depotenziamento dei distretti e della sanità territoriale, soprattutto in montagna: queste le critiche denunciate dai rappresentanti dei Coordinamenti per la salute di Trieste, Udine e Pordenone, Maria Grazia Cogliati Dezza , Maria Angela Bertoni e Adelina Zanella , intervenute alla conferenza stampa di Udine, anche per annunciare un nuovo momento di confronto con la Cgil ei cittadini, l’ assemblea aperta in programma a Trieste lunedì 31 marzo alle 17.30, nella sala riunioni della Comunità serbo-ortodossa.

Uno dei principali punti di crisi, e una delle cause strutturali della lunghezza delle liste di attesa, riguarda la carenza di personale. «Negli ultimi anni abbiamo perso il 5% dei medici e il 10% degli infermieri, nei prossimi cinque dovremo fare fronte al pensionamento del 25% dei lavoratori attualmente in servizio», ha ricordato Piga. Da qui anche la crescita dello stress del personale in servizio nei reparti ospedalieri e nel territorio, «che nel solo 2024 – ha ricordato Orietta Olivo , segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil – ha prestato oltre un milione di ore di straordinario». Una situazione, ha aggiunto Olivo, aggravata dalla mancanza di politiche, anche regionali, volte a rendere più attrattive le prestazioni sanitarie: «Nessuna politica di riduzione delle tasse universitarie, nessun incentivo economico o per l’accesso alla casa, una proposta di rinnovo del contratto nazionale, respinta dalla Cgil, che riconosce un incremento retributivo medio di appena 50 euro mensili, a fronte di un’acquisizione galoppante».

Queste le ragioni che stanno dietro a una manifestazione «aperta alla partecipazione di tutti coloro che hanno a cuore il futuro della sanità pubblica, cittadini, associazioni, comitati, organizzazioni sindacali», ha sottolineato Piga, sottolineando come la lista delle adesioni sia ancora aperta. Quante alle dichiarazioni dei segretari della Uil-Fpl e del Nursind, che hanno preso le distanze dalla manifestazione, attribuendole finalità “elettorali” rivolte all’imminente rinnovo delle Rsu in sanità e nel pubblico impiego, Orietta Olivo ha replicato duramente: «Si tratta – ha detto – di parole gravi, soprattutto da parte della Uil-Fpl, che fa parte di un sindacato confederale e dovrebbe sapere che le manifestazioni indette da una confederazione guardano sempre a politiche e obiettivi generali, diversi e più alti rispetto a quelli di una singola categoria. Fatichiamo a comprendere simili prese di posizione, a meno che la Uil-Fpl sia diventata un contenitore della Uil: ma questo è un problema della Uil e non nostro».