Sanità regionale sempre più in difficoltà. Moretuzzo: «Si dia risposta alle continue denunce degli operatori sanitari»
Nuove ombre sulla sanità regionale che «confermano il cortocircuito di un sistema in crisi da tempo e che l’esecutivo regionale continua a sottovalutare, dimenticando, irresponsabilmente, le gravi ripercussioni sul diritto alla salute», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo. Sono notizie di questi giorni la contrarietà di 107 medici in formazione delle scuole di specializzazione in Anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore e in Medicina d’emergenza urgenza degli atenei di Udine e Trieste e dei colleghi operativi aderenti all’Associazione degli anestesisti rianimatori (Aaroi Emac), alla decisione dell’Azienda zero regionale di riaprire il corso regionale teorico-pratico per il conseguimento dell’idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza sanitaria territoriale, a detrimento, sostengono anestesisti e specializzandi, del sistema regionale di emergenza-urgenza già da tempo dequalificato, snaturato e svenduto a enti e professionalità non in grado di erogare e mantenere un servizio di qualità e sicurezza per i cittadini. A questo si aggiungono le dimissioni del presidente regionale dell’Associazione nazionale primari ospedalieri (Anpo), Antonio Maria Miotti, che ha lasciato l’incarico prima della scadenza fortemente deluso dalla scarsa considerazione che la Regione ha riservato alle rappresentanze sindacali unite nell’Intersindacale medica. «Questi fatti confermano la situazione drammatica in cui versa il sistema sanitario regionale. Le denunce degli operatori sanitari non possono rimanere inascoltate da parte dell’amministrazione regionale. Confermano un quadro molto diverso da quello dipinto dall’Assessore Riccardi», commenta Moretuzzo, che annuncia il deposito di una interrogazione del Gruppo Consiliare per conoscere le intenzioni della Giunta Fedriga rispetto alle tante, troppe, criticità esistenti.