Traversa di Dignano sul Tagliamento: servono chiarezza e ascolto

Credo che sia fuori discussione che le problematiche relative alle piene del Tagliamento siano il risultato di decenni scelte sbagliate e di non scelte. Così come è indubbio che rispetto agli errori del passato, la scelta di non scegliere sia la più pericolosa: il fiume Tagliamento, una ricchezza naturalistica che presenta un ecosistema fluviale da valorizzare e tutelare, come noto presenta un regime torrentizio che in caso di eventi meteorici intensi (sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici) può generare ingenti danni agli abitati di valle, come avvenuto in occasione delle terribili piene del 1965 e ’66, che causarono decine di morti e ingenti danni economici, e come scongiurato per poco in diverse occasioni, anche recenti, in virtù delle opere di difesa idraulica realizzate negli anni.

Le posizioni assunte fin qui dalla giunta regionale sulle opere da realizzare presso Dignano sono state disordinate ed ambigue e, soprattutto, non sono partite dall’indispensabile confronto con le comunità locali interessate dalle opere: chiunque abbia avuto o abbia responsabilità politiche sa che per realizzare le grandi opere (parlo di quelle che servono, non di quelle inutili), è necessario iniziare “dal basso”, spiegando le ipotesi alternative in campo confrontandosi a viso aperto con amministratori locali e portatori di interesse: se te li metti contro, sei “finito” … Qui si è fatto il contrario: si è passati dall’annuncio a mezzo stampa di una traversa laminante parallela al ponte esistente, per poi dire che il ponte esistente è a rischio di crollo e va rimosso, per poi dire che sarà indispensabile ricostruire il ponte esistente corredandolo di una traversa laminante.

Al netto delle valutazioni politiche, da addetto ai lavori ritengo personalmente che l’idea di realizzare una traversa laminante rifacendo contestualmente il ponte esistente non vada scartata a priori, ma per potersi esprimere in modo compiuto su questa ipotesi è necessario valutarla avendo prima in mano qualche dato progettuale e, soprattutto, ascoltando le posizioni di chi vive e amministra i territori interessati, oltre a tutti i portatori di interesse: gli aspetti potenzialmente interessanti di quest’opera potrebbero essere quelli di non consumare ulteriore territorio (laminazione in alveo attivo) e di mantenere un impatto complessivo sul corso dell’acqua sostanzialmente paragonabile a quello attuale (demolire un ponte per realizzarne un altro, seppur diverso, dal quale azionare la traversa laminante solo in caso di eventi estremi); gli aspetti potenzialmente negativi potrebbero invece essere legati da un lato alla celata volontà di realizzare nei territori limitrofi al nuovo ponte delle nuove arterie di traffico, servite dal ponte stesso, divoratrici di ulteriore territorio in aree molto fragili, delicate e paesaggisticamente degne di tutela; da un altro lato aggiungere a questa opera ulteriori grandi opere a valle, anch’esse impattanti da un punto di vista del consumo del territorio. Ovviamente, di aspetti potenzialmente positivi e negativi ce ne possono essere molti altri, e vanno analizzati con attenzione.

Proprio per analizzare pro e contro dell’ipotesi in piena trasparenza, come forze di opposizione abbiamo sottoscritto una richiesta di audizione in IV commissione di tutti i portatori di interesse (tecnici, amministratori, autorità, associazioni), affinché la discussione possa essere completa e ci si possa esprimere con piena cognizione di causa: cercherò di fornire il mio contributo in modo oggettivo, senza preconcetti.

Marco Putto
Consigliere regionale Patto per l’Autonomia-Civica Fvg