Trieste, Sen. Stabile (FI): Alto rischio clinico da taglio posti letto in medicina interna
“Il tasso di occupazione medio dei posti letto di Medicina interna di Trieste è stato, nei sei anni precedenti la pandemia, costantemente ben al disopra del 100%. Lo si apprende solo ora dall’Assessore alla Salute, a seguito di un’interrogazione della consigliera Liguori. Lo scrive Laura Stabile, senatrice di Forza Italia, sulla sua pagina Facebook. E’ ben noto, e affermato dalla letteratura scientifica, che il rischio clinico aumenta quando si superano percentuali attorno all’80-85%, e i motivi sono facilmente intuibili. Basti pensare al fatto che un tasso di occupazione superiore al 100% si raggiunge solo quando si aggiungono letti in sovrannumero o i pazienti sono “ospitati” presso altri reparti. Inoltre, i valori corrispondenti agli anni dal 2014 al 2019 (107, 115, 112, 110, 106 e 109 per cento) sono medie annuali, e quindi in alcuni periodi di maggior sovraffollamento, i tassi di occupazione sono stati verosimilmente molto più alti.
Dal 2014 i posti letto di Medicina interna a Trieste sono passati da 210 a 161, 49 in meno. Questo taglio, determinato per la gran parte dalla riforma Serracchiani, avrebbe dovuto essere compensato dal potenziamento della medicina del territorio. Il sindacato ANAAO AssoMeD, del quale sono stata segretario regionale fino al 2017, aveva puntualmente previsto che i tagli, lineari e immediati, all’ospedale, non avrebbero potuto essere compensati dal potenziamento, che già allora appariva vago e improbabile, dell’assistenza territoriale. Trieste è verosimilmente solo un esempio di quello che succede in molte altre realtà italiane. C’è da chiedersi come le catene di comando composte dalle Regioni, dai direttori delle aziende, da quelli di dipartimento e dei singoli reparti abbiano potuto tollerare per anni queste situazioni. Ora si pensa alla sanità del dopo Covid, perché si dice che la pandemia abbia messo in evidenza le gravi carenze del nostro Ssn, dopo anni di tagli. Ma queste carenze, come ora vediamo a Trieste, erano gravi e importanti, e note ai nostri amministratori anche in precedenza. Ora, con il PNRR, ben venga un potenziamento del territorio, se reale e adeguatamente pianificato e monitorato, ma si deve ripensare e potenziare anche la rete ospedaliera, personale e posti letto, e non limitarsi al rinnovo delle tecnologie e all’ edilizia antisismica, obiettivi principali dal PNRR. Abbiamo imparato dalla pandemia… si sente ripetere. Quello che è successo non dovrà succedere mai più, ha dichiarato in Senato la Presidente della 12° Commissione, Igiene e Sanità. Con queste premesse, mai più?”