Udine è “tappo di sughero”. Fontanini per la cultura punta sulla forza d’attrazione enogastronomica e per farlo usa gli stereotipi alcolici

Con circa un mese d’anticipo rispetto alla data dell’inaugurazione, prevista per il 9 settembre, il Comune di Udine svela i dettagli del messaggio che promuoverà la nuova edizione di Friuli DOC: un manifesto che vede protagonista un tappo di sughero con impressi il nome della manifestazione e l’angelo simbolo della città. Insomma l’apoteosi della banalità, lo stereotipo del Friuli patria del vino come unico messaggio di autopromozione. Intendiamoci, il vino è certamente un elemento importante, ma ridurre la capitale del Friuli ad un evocativo tappo di sughero ci pare messaggio culturalmente riduttivo ma, ovviamente, in assoluta continuità con la politica bassa espressa dalla giunta Fontanini. Ed anche il claim (messaggio)  associato: “Le bontà di una terra, la bellezza di una città”,  come si legge nella nota stampa di presentazione, completa il desolante quadro di una manifestazione che altro non è che una gonfiata sagra di paese. Fra l’altro l’uso della parola inglese “claim” mal si coniuga con le ispirazioni friulfoniche con le quali il sindaco Fontanini ha spesso deturpato le facciate dei palazzi  udinesi con le luminarie parlanti in marilenghe che più che aiutare la giusta promozione della lingua l’ha utilizzata a suo uso promopersonale in stile Las Vegas .

Ma la nota stampa si spinge oltre alla descrizione della grafica e del messaggio scelto, l’idea, si legge: “è di riportare l’attenzione sui temi classici di Friuli DOC in quella che sarà la 27esima edizione dell’evento simbolo del territorio”. Oibò, ma quale sarà mai questa attenzione, forse il patrimonio artistico della città, i sui palazzi, la sua storia millenaria? Ma no saranno il frico e la polenta a farla da padrone, perche, si legge ancora: “Massimo focus sull’enogastronomia  con la convinzione che, puntare su uno degli elementi principali che oggi determinano la scelta di una destinazione turistica, rappresenti l’approccio migliore per portare a Udine un pubblico qualificato proveniente da molte regioni italiane, oltre che da Austria e Slovenia”. Poi forse  in uno sprazzo di lucidità,  resisi conto che il messaggio era debole, ci si ricorda che “la comunicazione estenderà il messaggio a tutte le altre opportunità offerte dal capoluogo friulano a inizio settembre: dallo splendore del centro storico all’offerta museale, dall’artigianato tipico agli stand delle zone vicine al Friuli, dagli eventi culturali (e rieccoci a bomba ndr) alle proposte delle più rinomate osterie udinesi” che evidentemente sono, nella visione fontaniniana di Udine il vero e unico tempio del sapere.

“Friuli Doc è un appuntamento che trascende il perimetro dell’enogastronomia in senso stretto, come del resto dimostra la grande conoscenza della qualità dei cibi dimostrata da questa giunta nella gestione delle mense scolastiche,  e ci proietta, prosegue il messaggio,  verso una dimensione complessiva del patrimonio culturale e identitario del Friuli e di Udine. L’appuntamento farà da cornice ai festeggiamenti per la Patria del Friuli e per il 798esimo compleanno della città. Il nostro obiettivo è rendere giustizia alla ricchezza del nostro panorama di storia e tradizioni e rendere questa kermesse una vetrina per dare lustro e visibilità a Udine. L’enogastronomia è un tassello imprescindibile nel mosaico culturale di una comunità” ha affermato il Sindaco di Udine, Pietro Fontanini rendendo più esplicita la sua concezione di “Patria del Friuli” equiparata ad una frasca.