Uil pensionati Fvg: attuare quanto prima la ‘presa in carico’ e la riforma sociosanitaria
La nostra regione a livello sociale è sempre stata un’eccellenza per i servizi sociali, penso al Fondo per l’autonomia possibile per gli anziani. La nostra critica è che gli interventi sono molto frammentari e sarebbe necessario avere una totalità e mettere a sistema tutti questi interventi frammentari in modo che anche il cittadino, l’anziano, possa orientarsi e possa realizzare la famose presa in carico, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di tutta questa riforma sanitaria e sociale ma ancora stenta ad avere attuazione”. Così la segretaria regionale della UIL Pensionati (UILP) del Friuli Venezia Giulia, Magda Gruarin, al 12° congresso regionale del sindacato, svoltosi oggi a Trieste nell’auditorium dell’ITIS, alla presenza del segretario regionale UIL Matteo Zorn, e del segretario nazionale UILP, Carmelo Barbagallo. L’Azienda per i servizi alla persona è stata scelta proprio per evidenziare la centralità delle case di riposo per i pensionati e gli anziani, “strutture che non devono essere considerati luoghi di transito o dove si attende la fine, ma luoghi dove si vive”, sottolinea Gruarin. La pandemia ha colpito molto forte proprio le case di riposo, creando danni all’immagine di queste strutture in regione e diffidenza da parte delle famiglie, e anche la UILP ha registrato numerosi decessi tra gli iscritti. Ma non è finita ancora la pandemia, che è scoppiata la guerra in Europa e si prospetta una stagione di “aumenti della spesa militare, a scapito del sociale”, spiega la sindacalista. E aggiunge: “Adesso abbiamo un grosso problema con i medici di medicina generale, i cui maggiori fruitori sono anziani, e i medici di guardia. Stiamo sperando con ansia nella realizzazione degli ospedali e delle case di comunità, di tutte quelle strutture che, indicate nel Pnrr e accolte anche dalla nostra Regione, devono trovare una realizzazione. Su questo noi siamo vigili”. La segretaria ha inoltre sottolineato il percorso verso la regionalizzazione della UILP, “per cui dovremmo fare una cabina di regia per queste problematiche, accogliendo i valori della UIL, uguaglianza e giustizia sociale, e su questo fare la nostra politica sul fronte sociosanitario”, chiedendo allo stesso tempo più vicinanza e dialogo con tutte le altre categorie sindacali. Secondo il segretario regionale Zorn, bisogna chiedersi cosa, “che modello della società abbiamo, e quale modello della società vogliamo per il futuro”. Si parte infatti da una lunga stagione di politiche neoliberiste che hanno abbassato salari e diritti, tagliato la spesa sociale e sanitaria, per avere una ripresa economica poggiata su gambe esili; poi la pandemia dalla quale si stava uscendo con una ripresa anch’essa esile basata su lavoro precario, quando è arrivata la crisi dell’energia, delle materie prime, l’inflazione e la guerra in Ucraina. “C’è ora un ulteriore problema salariale: i redditi e le pensioni non ce la fanno a mantenere il potere d’acquisto, che si aggiunge a una contratto collettivo di primo livello che non garantisce rinnovi automatici”, spiega Zorn, “un secondo livello che non viene sviluppato, un cuneo fiscale che non viene ridotto, e i contratti collettivi ‘pirata’, alcuni che hanno una paga oraria lorda di 4,5 euro”. Per questo motivo Zorn difende il Reddito di cittadinanza “che va senza dubbio migliorato nella parte delle politiche attive, Ma vogliamo aiutare gli ultimi, vogliamo aiutare chi non ce la fa? Quando sento dire che uno non vuole lavorare perché ha il Reddito di cittadinanza, però gli offrono contratti da 4,5 euro lordi all’ora, orari stagionali nel turismo di 12 ore al giorno, 7 su 7, o contratti part-time da 20 ore nel turismo, ma poi nel lavora 50, di cui 30 in ‘grigio’, trovo questi attacchi da certe parti politiche estremamente ideologici”. Un’altra domanda che va fatta, aggiunge il segretario regionale, è “con quanti soldi andranno in pensione i giovani d’oggi, soprattutto chi ha carriere discontinue e precarie? Arrivare a una pensione di garanzia è oramai una questione di civiltà”. Il ruolo della UIL però non è quello della Cassandra, spiega Zorn, ma bisogna fare proposte. “Dobbiamo avere il coraggio di voler sviluppare anche il secondo pilastro, previdenza complementare. Le varie categorie con la contrattazione sono riuscite a costituire fondi chiusi che danno alti rendimenti, ma ad oggi il livello di adesione alla previdenza complementare è basso. Non possiamo sentire persone dire ‘io non andò mai in pensione, o ci andrò con niente’, bisogna avere il coraggio di dire che la previdenza complementare deve diventare obbligatoria, per dare un futuro ai giovani e scardinare chi vuole dividere le generazione tra pensionati e giovani”, conclude Zorn. Il segretario nazionale Barbagallo ha evidenziato la necessità di riprendere il percorso della piattaforma unitaria di Uilp-Uil, Fnp-Cisl, e Spi-Cigl, che era stata votata all’unanimità. “Nel momento in cui dovevamo presentarci per arrivare all’incasso delle necessità espresse in quella piattaforma, è arrivata la pandemia che ci ha bloccato. Ancora non è finita la pandemia, ed è arrivata la guerra”. Lontano dall’ipotizzare un “disegno internazionale”, il segretario tuttavia rileva che “in questi ultimi 20-30 anni i poveri sono aumentati e i ricchi sono diventati più ricchi”. Intanto i pensionati diventano sempre più numerosi, aggiunge, “e per questo dobbiamo riprendere l’iniziativa con quelle due leggi che avevamo imbastito. Una sulla non autosufficienza, che tutti dicono ‘legge di civiltà’ ma sono 22 anni che ne parliamo: che paese civile è che parla 22 anni della stessa cosa e non riusciamo a concludere? L’altra è una riforma fiscale. Il pensionato paga il doppio della media europea delle tasse, mentre per i lavoratori le aziende pagano un cuneo fiscale molto alto. Bisogna ridurre le tasse”.