Un successo lo sciopero dei portuali in Fvg, scali chiusi e adesione dell’80%
E’ stato molto partecipato lo sciopero delle sigle dei trasporti nei porti del Fvg con un’adesione di oltre l’80%, e il blocco delle operazioni sostanziale nei porti di Trieste e Monfalcone. Le 24 ore di astensione dal lavoro sono scattate alle 6 di venerdì fino alle 6 di oggi, con gli scali praticamente fermi come nel resto d’Italia dal momento che la protesta era nazionale. All’origine della protesta il mancato rinnovo del contratti di lavoro collettivo, scaduto nel 2023, in un settore che fino a gennaio e prima della crisi di Suez ha macinato utili non certo di poco conto. I lavoratori portuali chiedono sostanzialmente i legittimo adeguamento al caro vita: la richiesta avanzata è del 18% in più sul quarto livello, per compensare il dato dell’inflazione degli ultimi anni. Nei primi incontri le trattative si sono interrotte quando le aziende hanno proposto un aumento di solo il 10% complessivo che alla fine sarebbe una stabilizzazione dell’erosine inflattiva delle paghe, fra l’altro la proposta datoriale (nazionale) non sarebbe sulla prima voce in busta paga e sarebbe comprensivo di una significativa quota di welfare aziendale, che rimarrebbe quindi fuori dai contributi utili alla futura pensione. Una nota particolare è data dalla posizione espressa dal presidente dell’autorità portuale di sistema, il dimissionario Zeno D’Agostino, che si è detto sostanzialmente d’accordo con le richieste dei lavoratori. Ovviamente il rinnovo non dipende da lui. Secondo la valutazione sindacale per trovare l’accordo nazionale servirà tempo tanto che si stanno pianificando nuovi scioperi.