Video sorveglianza in Rsa e scuole materne. Deterrenza per scongiurare maltrattamenti e violenze
Fa le tante cose che questa fine legislatura manderà al macero, sicuramente se Mario Draghi lascerà palazzo Chigi, molto probabilmente perchè non considerato prioritario se si andrà a scadenza elettorale naturale, c’è un provvedimento sulla videosorveglianza in strutture sanitarie ed educative, che avrebbe potuto evitare il ripetersi di situazioni come quelle accadute recentemente nella casa di riposo di Aiello, evitando sofferenze pesanti a persone fragili e incolpevole imbarazzo alla direzione della struttura che in questo caso, sulla base di sospetti, ha giustamente avvertito le autorità consentendo quindi le indagini e la raccolta di prove. Ma comunque si sono prolungate sofferenze che si sarebbero potute evitare se vi fossero stati presenti sistemi di videosorveglianza. Parliamo dell’emendamento alla manovra finanziaria prossima ventura che prevede l’obbligo di installazione di telecamere contro abusi e maltrattamenti in luoghi sensibili come scuole materne, asili nido e appunto Rsa. Un emendamento alla legge di Bilancio prevede infatti lo stanziamento di 10 milioni fino al 2024 per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture che ospitano bambini piccoli e anziani. Se passasse, si tratterebbe della prima volta in cui si interviene su un tema così delicato e sul quale esistono già diverse proposte di legge. L’ultima è rimasta ferma dopo l’approvazione alla Camera. L’emendamento alla manovra finanziaria, prevede l’introduzione dei sistemi di videosorveglianza negli asili e nelle strutture per anziani. L’obiettivo è dare protezione alle persone fragili ma anche quello di proteggere da accuse gratuite (è successo anche questo) la stragrande maggioranza dei lavoratori impegnati nell’assistenza agli anziani o nella crescita dei nostri bambini. Non è giusto infatti che la loro professionalità, serietà e umanità sia messa in dubbio a causa di alcune, pochissime, mele marce. I filmati sarebbero conservati (criptati) per 24 mesi, a disposizione dell’autorità giudiziaria in caso servissero. Ma perché non si è mai arrivati a una legge in materia che sembrerebbe il classico uovo di Colombo, del resto siamo costantemente sotto occhio elettronico, basti pensare alle banche, ma anche ai supermercati e perfino alle strade. Il problema è in parte sindacale relativamente alla tutela della privacy dei lavoratori ma anche degli stessi ospiti delle strutture che sarebbero perennemente sotto l’occhio elettronico. Bisogna dire però che nel momento in cui è in gioco la tutela di un bene primario, come la salute di persone fragili il problema potrebbe essere superato. Lo stesso Garante della privacy ha più volte chiarito che è possibile derogare ad alcune delle normative, anche perchè le modalità con le quali le registrazioni sarebbero conservate, cioè in modo cifrato e in server sicuri, dovrebbero offrire le necessarie garanzie di riservatezza anche se rimane il nodo fondamentale di capire e valutare chi potrà controllare i filmati. Sarebbe infatti poco utile, se non come puro deterrente, se l’accesso fosse riservato alla sola autorità giudiziaria in caso di indagini. Non sarebbe molto diverso da oggi che le intercettazioni con telecamere e microfoni nascosti sono state attuate solo nei casi nei quali sono intervenute le forze dell’ordine, su segnalazione. In sostanza oggi solo di fronte a denunce si procede con intercettazioni ambientali o con telecamere nascoste. Palesarle in continuo potrebbe essere elemento deterrenza e sarebbe già fattore importante, solo il fatto di sapere di essere visti dall’occhio elettronico dovrebbe scongiurare la maggior parte dei comportamenti violenti. Rimane anche un problema di costi: dotare tutti gli asili, le case di riposo ed eventualmente in futuro anche altri ordini di scuole, ha un costo non indifferente, anche se c’è da pensare che soprattutto le strutture private potrebbero considerare una sicurezza in più per la loro gestione e reputazione dotarsi e finanziare impianti di videosorveglianza.