Albergatori del Friuli Venezia Giulia, il calendari si ferma all’8 gennaio

La presidente di Federalberghi Fvg, Paola Schneider: «I costi di elettricità, gas e materie alimentari sono ormai proibitivi. Si resiste per le festività, ma se i prezzi non saranno calmierati sarà difficile proseguire, nonostante tra le persone ci sia la voglia di evasione e vacanza». In sostanza gli albergatori del Friuli Venezia Giulia hanno già indicato sul calendario la prossima data dirimente per la loro attività: l’8 gennaio 2023. Fino ad allora si farà tutto il possibile per tenere i battenti aperti e offrire al mercato l’accoglienza e i servizi che un numero significativo di persone ha dimostrato di richiedere, come è accaduto per il ponte di Ognissanti. Poi, però, nulla è certo, causa costi esorbitanti di luce, gas e materie alimentari.

È il quadro che traccia la presidente di Federalberghi Fvg, Paolo Schneider, dopo il ponte che da un caldo ottobre ha portato la regione a immergersi nelle previsioni invernali. «Il ponte di Ognissanti è stato positivo in generale per tutti gli esercizi aperti: si è lavorato al mare come in montagna e nelle città d’arte – illustra la presidente -. Le persone hanno dimostrato, complice il bel tempo, di avere voglia di muoversi e di distrarsi un po’. L’andamento, insomma, sarebbe favorevole se non dovessimo fare i conti con bollette stratosferiche e aumenti dei prodotti alimentari che alle volte sono persino difficilmente comprensibili».

In un contesto del genere per gli albergatori fare previsioni a lungo gittata appare in questo momento pressoché impossibile. «Generalmente l’obiettivo ora è quello di affrontare la prima parte dell’inverno arrivando fino all’8 gennaio con le porte aperte – delinea Schneider -. In questo periodo ognuno metterà in atto le strategie commerciali che riterrà più opportune in rapporto alla propria situazione: non tutti, infatti, vivono le stesse condizioni. C’è, per esemplificare, chi ha ancora un contratto a prezzo fisso per l’energia e chi, invece, deve fare i conti con il prezzo variabile; chi adopera certi fonti energetiche e chi altre». Oltre le festività, però, Schneider non può spingersi. «Se la situazione non dovesse mutare significativamente e se i prezzi ora praticati nelle diverse filiere non saranno calmierati, saremo costretti a fare attente valutazioni riguardo alla possibilità di mantenere aperto o chiudere. Se si sarà costretti a optare per la seconda scelta – considera la presidente di Federalberghi -, sarà un vero peccato, perché la voglia di turismo c’è, così come quella di vacanze magari più brevi ma ripetute lungo diversi periodi dell’anno».

Per ora, dunque, l’attenzione resta concentrata sul breve periodo, «con prenotazioni che cominciano ad arrivare per le festività e un buon giro di richieste di informazioni», conclude Schneider.