Caso Bini: Fedriga resta in silenzio e spera che passi la nottata
Diciamolo chiaramente, nella vicenda che coinvolge l’assessore Sergio Emidio Bini, il rumore maggiore lo fa l’assordante silenzio della maggioranza e ancora di più quello di Massimiliano Fedriga. Dopo la fuga precipitosa dall’aula quando iniziava la tempesta, Fedriga come un capitan Schettino qualsiasi si è accomodato sullo scoglio più lontano possibile. E non è che chi della giunta è rimasto in aula si sia sprecato nella difesa dell’assessore.
Anzi visto che il linguaggio del corpo e quello delle espressioni del viso parlano spesso molto più del detto era palese l’imbarazzo e in parte lo stupore. Stupore sia chiaro non per i fatti in se, che erano più o meno conosciuti, ma per il modo pasticciato con il quale Bini ha imbastito la sua non difesa, in particolare l’ammissione di essere anche dirigente, quindi a libro paga, della Euro&Promos e non solo azionista, affermando però di non fare nulla per quella società, che evidentemente gli fornisce un reddito a prescindere. Insomma una difesa labile che appare una trincea difficilmente difendibile, anche se continuiamo ad essere convinti che nessuno attaccherà politicamente sul serio il vallo fedrighiano. Ma torniamo al dibattito in consiglio, l’assessore Bini aveva risposto alle accuse dell’opposizione citando il proprio curriculum e facendo così un palese autogol: ” Il sottoscritto Sergio Emidio Bini è stato assunto in data 03/02/2002 dalla EuroCoop che poi si è fusa e ha dato vita alla Euro&Promos Coop che successivamente è diventata Euro&Promos Spa. La posizione lavorativa è proseguita come dirigente di azienda. L’assenza di ruoli operativi del sottoscritto nella gestione fa paio con l’assenza di qualsiasi delega; inoltre il sottoscritto non compare in alcun organigramma. Ovviamente la detenzione di un capitale peraltro non di maggioranza assoluta nella Euro&Promos Spa costituisce premessa del mantenimento di un’interesse alle sorti della società stessa seppur non manifestandosi in alcun ruolo gestionale diretto”. Come è noto le repliche a Bini sono state dure. In particolare il consigliere regionale Massimo Moretuzzo: “Assessore Bini, lei è un dirigente di Euro&Promos Spa. Come può essere compatibile con quanto ha raccontato in questi anni, l’ultima volta il 25 marzo scorso quando in un articolo apparso sulla stampa ha detto “sono solo un’azionista di un’azienda che non amministro da più di cinque anni”? Dirigente è diverso da socio di riferimento. Le sembra normale essere un dirigente di un azienda che gestisce molti appalti pubblici come quello del febbraio 2023 affidato direttamente dalla Regione Fvg per la casa di Riposo Muner de Giudici con un ribasso del 43,9%? Dal 2018 ha vinto cinque appalti al Comune di Trieste con dipendenti che prendono 3,68 euro l’ora? Le sembra normale che un ex vice presidente della sua società sia stato nominato presidente della Udine Mercati? Quale dirigente di Euro&Promos spa non può dire di non avere ruoli di responsabilità. In questi anni lei ha dichiarato cose non vere. E’ un palese conflitto di interessi. Mi auguro che intervenga il governatore Fedriga che ad oggi ha taciuto anche sulla questione Mediocredito Fvg”. Ed invece la strada del silenzio scelta dal sedicente governatore è probabilmente dettata dalla convinzione che come nel passato, dopo i fulmini e la tempesta tornerà il sereno.
E’ sempre stato così nella scorsa legislatura e sarà così anche in questa anche se una differenza di responsabilità ora c’è. Bini e Riccardi sono stati nominati direttamente da Fedriga e non sono passati attraverso l’evidentemente fastidiosa prassi delle urne che però nella scorsa legislatura forniva l’alibi delle necessità di tenere coesa la coalizione perchè Bini e Riccardi erano eletti da partiti in maggioranza e la loro rimozione sarebbe stata automaticamente crisi. Oggi questo alibi non esiste perché ai due è piaciuto vincere facile senza rischiare di vedersi sopravanzare nelle preferenze da un qualsiasi candidato. Ma se da un lato Riccardi, abilissimo manipolatore politico, mai avrebbe fatto ammissioni come quelle di Bini neppure davanti all’evidenza, il perito agrario passato dalla cooperazione alla im”prentitoria” ha ammesso…. dicendo di non ammettere e prestando il fianco, se non ‘intero petto, all’evidenza che gli interessi personali ci sono eccome. Così per evitare guai peggiori al suo governatorato Fedriga si vedrà costretto a resistere nel suo silenzio anche se sarà dura reggere fino alla fine del mese quando è previsto il dibattito sulla vicenda. Continuerà, ma speriamo di sbagliarci, a fare lo struzzo. Testa nella sabbia ma soprattutto, non potendo affermare come in passato io non c’ero e se c’ero dormivo e comunque farlo dimettere “no se pol”, dovrà incarnarsi per davvero nelle mitiche scimmiette del “non vedo, non sento, non parlo”.
L’assessore Bini non ha resistito alle caramelle. L’opposizione scopre l’acqua calda