Comune di Udine: Sicurezza partecipata, parte la fase “operativa”. Speriamo restino chiacchiere e … distintivo

Il progetto “sicurezza partecipata” del Comune di Udine passa dalla fase teorica a quella operativa. Dopo la firma del protocollo con il Ministero dell’Interno e con la Prefettura l’amministrazione comunale ha approvato i documenti – vademecum operativo e avviso di selezione – che metteranno a terra i provvedimenti adottati per il coinvolgimento dei cittadini per la sicurezza della città.  “Il nostro obiettivo” spiega Rosi Toffano, l’Assessore a Partecipazione, Quartieri, Associazioni, Sicurezza partecipata “è quello di promuovere la sicurezza urbana attraverso la solidarietà tra cittadini, istituzioni e forze dell’ordine. Grazie all’attività di osservazione del proprio quartiere di residenza riusciamo ad ottenere una maggiore prevenzione e sicurezza ma allo stesso tempo cementiamo lo spirito comunitario. I residenti aumenteranno la consapevolezza di appartenere a una comunità”. La domanda che nasce spontanea, leggendo anche le disposizione previste nel protocollo, serviva mettere in piedi una tale macchinosa operazione per dire semplicemente ai cittadini di fare… i cittadini e di avvertire se percepiscono qualche situazione di disagio? Il rischio invece è che si presentino a “vigilare” soggetti che non vedono l’ora di mettere in mostra un “distintivo”. Del resto del rischio sembra esserci consapevolezza leggendo le stesse raccomandazioni presenti nel “vademecum” che rende operative le disposizioni previste dal protocollo, illustrando in cosa consiste l’attività di osservazione del quartiere, gli obiettivi del progetto, i soggetti interessati, le prerogative di referente e coordinatore, l’oggetto delle segnalazioni e i rapporti con le forze dell’ordine. All’interno viene chiarito come funzioneranno le segnalazioni e infine quali saranno le attività non consentite e i motivi di revoca dell’incarico ai cittadini volontari. Così si scopre attraverso le parole della mamma del provvedimento l’assessora Rosi Toffano che : “L’aumento dell’attività di osservazione non significa assolutamente potersi sostituire alle forze dell’ordine che sono le uniche deputate a garantire all’ordine e alla sicurezza pubbliche” “I referenti e i coordinatori aumenteranno sicurezza e vigilanza creando e mantenendo una comunità attenta, scambiando informazioni utili a prevenire eventi criminosi”. Sarà, ma è evidente che le tante puntualizzazioni previste nel protocollo fanno sospettare che di dubbi ve ne sono, si legge infatti che “I cittadini volontari potranno svolgere attività di mera osservazione rispetto a fatti circostanze che accadono nel proprio quartiere di riferimento, allo scopo di segnalarle alle istituzioni e alle forze dell’ordine. Non si tratta di segnalazioni di emergenze: per quelle rimane valido il numero unico 112. Non è prevista inoltre la possibilità di intervenire direttamente rispetto ad un evento a cui capita di assistere. Il referente, una volta osservato un determinato fatto, può segnalarlo al coordinatore, che provvederà ad inoltrare la segnalazione alle forze dell’ordine. Gli avvisi da parte dei cittadini riguarderanno esclusivamente: sospetti episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, persone in stato confusionale e evidente difficoltà, situazioni significative di pericolo e disturbo alla quiete pubblica, atti vandalici, presenza di ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione, presenza o eventuale fuga sospetta di mezzi di trasporto o persone palesemente sospette, sospetti fenomeni di bullismo, utilizzo indebiti di spazi pubblici, presenza in luogo pubblico di auto, moto o biciclette che si sospettano rubate. Per quel che riguarda la presenza di persone in difficoltà o senza fissa dimora verranno coinvolti anche i Servizi Sociali del Comune. Le segnalazioni verranno inoltrate dai coordinatori agli uffici della Polizia locale tramite la mail sicurezzapartecipata@comune.udine.it: l’incaricato della Polizia provvederà ad interfacciarsi con i responsabili delle forze di polizia qualora le segnalazioni portassero alla necessità di un loro intervento. L’utilizzo di foto e video, qualora i referenti utilizzino sistemi di messaggistica per informare i coordinatori, dovrà riguardare esclusivamente il monitoraggio del quartiere e dovranno limitarsi alla mera informazione “tecnica”. I singoli referenti potranno inviare unicamente al coordinatore le informazioni che ritengono opportune e sarà evitata qualsiasi informazione extra, oltre che, come esplicitamente specificato, messaggi di augurio, saluto, conferma ricezione. Tutti i cittadini volontari coinvolti saranno tenuti alla massima riservatezza circa le informazioni acquisite nella loro attività”.
Insomma sinceramente sfugge l’utilità di tutto questo, se non la propaganda tipica relativa alla sicurezza che ci si aspetterebbe dalla destra più che dal centrosinistra. In realtà questo strano zibaldone rischia di essere un ulteriore filtro burocratico che fa perdere tempo prezioso a chi di sicurezza si deve occupare seriamente. Ma siamo certi che gli amanti di giochi di ruolo in stile poliziesco tipo “Cluedo” o affini, godranno molto e saranno candidati ideali al nuovo servizio di delazione morbida. Per non parlare di chi, già impiccione seriale, vedrà la possibilità di avere la patente di 007.   Speriamo sinceramente che tutto si esaurisca come è nato: dal e nel nulla.