Conferenza stampa di Draghi: “Il governo con gli ultimatum non lavora, perde il suo senso di esistere, se lavorare continua, se non lavora non continua”. (video)
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha tenuto una conferenza stampa insieme ai Ministri del Lavoro e delle Politiche sociali Orlando e dello Sviluppo economico Giorgetti. L’incontro che era già pianificato da giorni ha avuto luogo presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, ma, inutile dirlo, ha assunto un contenuto che è andato oltre l’oggetto per il quale era stato indetto, cioè il resoconto dell’incontro con i sindacati insieme al ministro del Lavoro, Andrea Orlando e al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Troppo forti le fibrillazioni nella maggioranza di governo o in quella che si presume lo sia ancora perchè l’occasione non diventasse un momento di chiarimento del pensiero di Mario Draghi che da questo punto di vista non ha certo deluso rispondendo alle sollecitazioni che gli arrivavano dai giornalisti presenti: Rinvio alle Camere? Non chiedetelo a me ma a Mattarella. “Il governo va avanti finché riesce a lavorare”. “Il governo con gli ultimatum non lavora, perde il suo senso di esistere, se riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua”. In sostanza Draghi non si sbilancia e con quel “Bisognerà chiedere al presidente Mattarella” glissa alla grande sulla domanda dei giornalisti che chiedevano se il governo sarà rinviato alle Camere se dovesse mancare l’appoggio del M5S in Senato sul Dl Aiuti. Poi sull’ipotesi avanzata sempre dalla stampa su elezioni a settembre ha tagliato corto: “Non commento scenari ipotetici, anche perché essendo uno degli attori il mio non è un giudizio oggettivo e distaccato, sono parte di quel che succede”. Decisamnte più interessante la parte dell’incontro dove Draghi ha fatto il suo mestiere: “La nostra economia sta andando meglio delle attese”, rispetto ad altri paesi, “ma l’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie e aumenta i costi delle imprese soprattutto nel settore manifatturiero”. E poi sottolinea: “Dobbiamo intervenire per sostenere l’occupazione e affrontare le disuguaglianze che si aggravano, per difendere pensioni e salari”. Per far questo occorre essere insieme e un coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali”. “Nei mesi scorsi ho auspicato un nuovo patto sociale per gestire la fase che stiamo attraversando. Lo scopo è la continuazione della crescita e la protezione del potere di acquisto di lavoratori, pensionati e famiglie. Occorre essere insieme, con il pieno coinvolgimento di governo e parti sociali”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa. “L’economia italiana continua a crescere ma le previsioni sono piene di rischi, primo tra tutti l’aumento del costo della vita. Complessivamente, la nostra economia rispetto a quelle di altri grandi Paesi dell’Eurozona al momento sta andando meglio delle attese, ma sarei esitante ad estrapolare questo nei prossimi trimestri per i rischi che ci sono e sono davanti ai nostri occhi”. Relativamente all’incontro con i sindacati Draghi ha parlato di “incontro positivo, aggiungendo un grazie a Landini, Sbarra, Bombardieri per la disponibilità e il contributo”. Poi ha spiegato: “Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane quando il governo presenterà un provvedimento corposo e in quell’occasione, prima di discuterlo in cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali”. Poi un passaggio sulla questione dei contratti scaduti da anni: “Non è accettabile, ha detto il premier, che vi siano settori in cui i contratti collettivi siano scaduti da 3 anni, alcuni da 9 anni: ora dobbiamo affrontare quelli del commercio e dei servizi. La contrattazione nazionale è uno dei punti di forza del nostro sistema, noi dobbiamo agire nell’interessi dei lavoratori che non se sono coperti”. “Ora, ha aggiunto, è importante mettere in campo misure strutturali per incrementare il netto salariale”. “Un nostro obiettivo è ridurre il carico fiscale sui lavoratori a partire dai redditi più bassi”. “Nella riunione di oggi abbiamo stabilito un metodo di lavoro. Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane quando il governo presenterà un provvedimento corposo e in quell’occasione, prima di discuterlo in Cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali”. “Quello che si può fare nel decreto alla fine di luglio è molto urgente e ha poco di strutturale, la parte strutturale avviene nella legge di bilancio. Siamo consapevoli di questa urgenza, non tanto per anticipare le azioni di un governo futuro, non sarebbe nelle azioni costituzionali di questo governo, ma semplicemente perché va fatto: gli italiani le vogliono, l’economia e la giustizia sociale hanno bisogno che si facciano”. Bisogna evitare una “spirale” fatta di inflazione e aumento dei salari, ma le misure prese dal governo non provocano questo rischio. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa. “Quello che è importante evitare è che si inneschi un spirale ‘aumento dei prezzi-aumento dei salari-aumento prezzi-aumento salari’. Questo è quello cui guarda la Bce, come tutte le banche centrali”. “Nel nostro caso – ha sottolineato – la retribuzione in termini reali è molto bassa, rispetto alla storia degli ultimi 20-30 anni, rispetto agli altri paesi europei. Questo ha una sua spiegazione in venti anni di minore produttività, ma c’è una grossa fetta che non è spiegata dalla differenza di produttività. Le misure di oggi tendono a tutelare lavoratori e pensionati dall’aumento dei prezzi ma non innescano una spirale di salari e prezzi”. Relativamente all’Ucraina, Draghi ha spiegato che “L’Italia continua a chiedere strumenti Ue per la crisi”. Il governo è impegnato per chiedere che la Commissione europea possa finanziarsi sul mercato per prestare denaro agli Stati membri e per avere interventi comuni contro la crisi. “Poniamo il problema – ha spiegato – in ogni Consiglio europeo e in ogni occasione: il problema e la necessità di avere una capacità fiscale comune e la possibilità che sia la Commissione europea a finanziarsi sui mercati per prestare i soldi ai Paesi membri, si parla di prestiti e non di aiuti. Per ripetere, solo per i prestiti, quello che è stato fatto per il Pnrr. La discussione vede le opinioni dei Paesi spaccate e la continuiamo, continueremo a parlare di questo”. Certo, ha aggiunto, “quanto più la situazione viene resa difficile tanto più si attenua la sensibilità dei cittadini verso la guerra. Il governo italiano e io ci stiamo lavorando continuamente, ad esempio sulla possibilità di avere un meccanismo tipo Sure” mentre “i governi che sono alleati e amici Ucraina continuano a sostenere sia gli ucraini che i rifugiati, che in Italia sono circa a 160 mila”.