Considerazioni sull’intervista rilasciata dalla Ministra Gelmini
Legge 23 agosto 1988, n.400, c. 4: Il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica con la seguente formula: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. Ci sembra opportuno richiamare questo giuramento, vincolante, perché nella sua intervista M. Stella Gelmini dice cose che destano qualche perplessità. La ministra ritiene la richiesta di tutte le 23 materie, da parte del Veneto, perfettamente coerente con la previsione costituzionale. In sé e da sola, questa affermazione non sarebbe certo scandalosa, ma l’art. 116 Cost. dice che ulteriori materie possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. Viene esplicitato chiaramente che gli accordi sono quelli già presi con le singole regioni, direttamente dal Governo, mancando in toto una qualsiasi interazione con altri enti locali facenti parti della Repubblica – sempre UNA e INDIVISIBILE – sicuramente tutti e nessuno escluso, interessati ad una diversa distribuzione dei fondi gestiti dallo Stato, e quindi, tutti titolari del diritto di essere ascoltati. Inoltre il giuramento prestato, impone alla Ministra che la fedeltà sia rivolta alla Repubblica, e l’interesse da tutelare sia quello della Nazione, incluse le Regioni meno floride e i comuni totalmente privi di voce. La legge quadro sarà completata nel mese di gennaio, per poi essere calendarizzata dal Parlamento. La Ministra sa bene che a tutt’oggi il Governo non ha ritenuto di rendere pubblica alcuna bozza, impedendo di fatto un preventivo dibattito su un argomento così importante. Segretezza e voto di fiducia sembrano ormai la prassi. Per non parlare di IVA e IRPEF che rientrano nella fiscalità generale, il cui adempimento è personale e non “regionale”. Non si capisce quindi il senso dell’ipotesi di poter trattare con le Regioni, ribadiamo, singolarmente, una ripartizione delle risorse che potrebbe rendere, a parità di importi versati, un cittadino destinatario di maggiori servizi rispetto ad un altro. In ultimo, si riconferma l’ipotesi del doppio binario già prefigurato nell’audizione del 13 luglio 2021: da un lato c’è la legge quadro, propedeutica a qualsiasi accordo, dall’altro c’è il confronto con le singole regioni che avevano già avviato la richiesta (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna). In luglio si parlava di clausola di salvaguardia: verrebbe garantita, così, una corsia preferenziale che scavalca la nuova Legge Quadro. Una diseguaglianza palese, garantita per legge. Perfettamente incostituzionale. Chiediamo quindi alla Ministra Gelmini, al Presidente Draghi, a tutto il Governo e al Presidente Mattarella, il rispetto della Costituzione e del giuramento prestato. L’obbiettivo non deve essere quello di avvantaggiare una o più “locomotive” a discapito di vagoni che fanno parte di un treno ancora sulla carta unitario. Esecutivo nazionale NO AD dei Comitati contro qualunque autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti