Doppia preferenza: Pd, Fvg maglia nera, approvi legge
«Il Fvg resta maglia nera per quanto riguarda la presenza di donne in politica, tra le tre regioni in Italia dove la doppia preferenza di genere non è prevista. Questa grave criticità va superata e per questo serve una legge per riportarci nella cornice democratica e nei principi della nostra Costituzione». Lo affermano le consigliere regionali del Pd Manuela Celotti, Laura Fasiolo e Francesco Russo (Pd), insieme alla segretaria del Pd Fvg, Caterina Conti, alla portavoce regionale delle Donne democratiche, Ilaria Celledoni e a quella nazionale, Roberta Mori che oggi hanno preso parte a una conferenza stampa per illustrare le ragioni della proposta di legge per l’introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale del Fvg (primo firmatario Russo) e di un ordine del giorno che verrà inviato in tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia, affinché venga votato nei Consigli comunali.
«Questo centrodestra ha dimostrato abbondantemente di avere un problema con le donne: per ben tre volte, nella precedente legislatura, ha bocciato la nostra proposta di legge per l’introduzione della doppia preferenza di genere. Oggi ci riproviamo con forza, nuovamente, con la proposta di legge e parallelamente con un ordine del giorno che verrà inviato in tutti i Comuni del Fvg, affinché venga votato nei Consigli comunali la richiesta di armonizzare il sistema di voto della Regione, prevedendo che anche alle elezioni regionali, in armonia con la legge elettorale delle elezioni comunali e di quelle europee, si possa votare con il sistema della doppia preferenza di genere». Le consigliere regionali, hanno ricordato le esponenti del Pd, «sono solo nove su 48 eletti, un numero decisamente sottodimensionato per essere rappresentanti della metà della popolazione, che appunto è donna. La doppia preferenza di genere nei Comuni esiste e ha dimostrato di funzionare con un aumento della presenza delle donne nei Consigli comunali. È arrivato il momento di fare questo passo anche all’interno del Consiglio regionale».