Giornata mondiale dell’acqua, crisi climatica rende il problema globale ma situazioni più drammatiche di altre

Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio. In sostanza alla preoccupazione degli scienziati prima e dei cittadini oggi appare ovvio come il tema sia il legame tra acqua e cambiamenti climatici. L ‘obiettivo della giornata è sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico. Questo sul piano generale, mentre sul piano nazionale le questioni sono anche di scelta politica. La politica deve chiarire decidere come si vuole combattere la siccità, se questo sarà l’intervento prevalente o se verranno messi in primo piano gli interessi delle imprese che in realtà con le proprie politiche tese al profitto assetano il Paese puntando al profitto e non alla corretta gestione del bene pubblico. Intanto però l’emergenza acqua diventa tragedia in varie parte del mondo, un esempio su tutti che bene fotografa il drammatico legame fra acqua e crisi climatica: il Pakistan, ci dice l’Unicef ci sono 10 milioni di persone colpite dalle inondazioni con conseguente crisi di potabilità del bene acqua. Infatti a 6 mesi dalle catastrofiche inondazioni che hanno colpito il Pakistan, oltre 10 milioni di persone, compresi i bambini, vivono in aree colpite dalle inondazioni senza acqua sicura da bere, lasciando le famiglie senza alternative a parte quella di bere e utilizzare acqua potenzialmente contaminata con conseguenze sanitarie facilmente intuibili.

Foto di Jean-Marie da Pixabay

Anche prima delle alluvioni, nonostante il sistema di approvvigionamento di acqua potabile del Paese coprisse il 92% della popolazione, solo il 36% dell’acqua era considerato sicuro per il consumo. Le inondazioni hanno danneggiato la maggior parte dei sistemi idrici nelle aree colpite, costringendo più di 5,4 milioni di persone, tra cui 2,5 milioni di bambini, a dipendere esclusivamente dall’acqua contaminata di stagni e pozzi. “L’acqua sicura da bere non è un privilegio, è un diritto umano di base,” ha dichiarato Abdullah Fadil, Rappresentante dell’UNICEF in Pakistan. “Ogni giorno, milioni di ragazze e ragazzi in Pakistan combattono una battaglia persa contro malattie legate all’acqua prevenibili e la conseguente malnutrizione. Abbiamo bisogno di un supporto continuativo dei nostri donatori per fornire acqua sicura, costruire bagni e garantire servizi igienici vitali a questi bambini e alle famiglie che ne hanno maggiormente bisogno”. La prolungata mancanza di acqua potabile e di servizi igienici, insieme alla continua vicinanza di famiglie vulnerabili a specchi d’acqua stagnanti, stanno contribuendo alla diffusione di malattie trasmesse dall’acqua, come colera, diarrea, febbre dengue e malaria. Allo stesso tempo, la defecazione all’aperto è aumentata di oltre il 14% nelle regioni colpite dalle alluvioni. A peggiorare le cose, la mancanza di servizi igienici adeguati colpisce in modo sproporzionato i bambini, le ragazze adolescenti e le donne, che rischiano ulteriormente di provare vergogna e di subire conseguenze negative quando defecano all’aperto. L’acqua non sicura e i servizi igienici scarsi sono le cause principali della malnutrizione. Le malattie associate, come la diarrea, impediscono ai bambini di assumere i nutrienti vitali di cui hanno bisogno. Inoltre, i bambini malnutriti sono più suscettibili alle malattie trasmesse dall’acqua a causa di un sistema immunitario già indebolito, il che non fa che perpetuare un circolo vizioso di malnutrizione e infezioni. Tragicamente, un terzo di tutti i decessi di bambini a livello globale è attribuibile alla malnutrizione e la metà di tutti i casi di denutrizione sono legati a infezioni causate dalla mancanza di accesso ad acqua sicura, servizi igienici adeguati e buone condizioni igieniche. In Pakistan, la malnutrizione è associata alla metà di tutte le morti dei bambini. Nelle aree colpite dalle alluvioni, più di 1,5 milioni di bambini e bambine sono già gravemente malnutriti e il numero è destinato ad aumentare in assenza di acqua sicura e servizi igienici adeguati. L’UNICEF è sul campo con i suoi partner dal primo giorno dell’emergenza climatica. Subito dopo le inondazioni, l’UNICEF ha installato numerose pompe a mano e strutture di stoccaggio dell’acqua. Negli ultimi sei mesi, l’UNICEF e i suoi partner hanno fornito acqua potabile sicura a quasi 1,2 milioni di bambini e famiglie e distribuito kit igienici a più di 1,3 milioni di persone. L’UNICEF ha inoltre sostenuto la riabilitazione o la ricostruzione di strutture di approvvigionamento idrico, a beneficio di oltre 450.000 persone. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, l’UNICEF chiede con urgenza a governi, donatori e partner di: stanziare risorse per ripristinare l’accesso ad acqua potabile e servizi igienici sicuri; investire in strutture di approvvigionamento di acqua potabile sicure e resistenti al clima e nell’uso di tecnologie rinnovabili come i sistemi di pompaggio a energia solare. “È imperativo che le voci e le esigenze dei bambini in Pakistan abbiano la priorità a ogni costo e che i bambini siano posti al centro di tutti i piani di recupero e resilienza post-alluvione”, ha dichiarato Fadil. A sei mesi dalle devastanti inondazioni, più di 9,6 milioni di bambini hanno ancora bisogno di accedere ai servizi sociali essenziali. L’attuale appello dell’UNICEF, pari a 173,5 milioni di dollari, per fornire un sostegno salvavita alle donne e ai bambini colpiti dalle inondazioni, è finanziato per meno del 50%.