Governo gialloverde alle prese con la lettera all’Europa, obiettivo scongiurare la procedura d’infrazione
Sembra avere le idee chiare Giuseppe Conte sulla lettera da inviare alla Ue per scongiurare la procedura d’infrazione, idee chiare che non si sa però quanto sono e saranno condivise da i suoi azionisti di maggioranza che probabilmente la lettera l’hanno già preparata.
Secondo fonti di Palazzo Chigi infatti la situazione è sospesa, non c’è ancora un incontro fissato, ma potrebbe essere mercoledì il primo giorno utile per un vertice di governo tra il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla trattativa con l’Ue. L’incontro, alla vigilia del Consiglio europeo, servirà al premier sulla carta per condividere con i suoi vice i contenuti della lettera che invierà nei prossimi giorni all’Europa, in realtà per copiare sotto dettatura quando deciso altrove dai suoi due “vice”. Comunque per ora restano le dichiarazioni di Conte a margine del salone aeronautico di Le Bourget, dichiarazioni generiche che potrebbero essere sposate da quasi tutti: «No al primato della finanza» in Europa: è infatti questo, in sintesi, il messaggio che secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe veicolare a Bruxelles.
Sulla lettera Ue «vedo che c’è tanta ansia, tanta agitazione – ha dichiarato Conte a Le Bourget – In realtà questa è una lettera che conterrà un messaggio politico per l’avvio della nuova legislatura europea. Quindi se arriva un giorno prima o un giorno dopo non cambia molto. La sostanza di questo messaggio lo posso anticipare, e cioè, il primato della finanza non offre delle chance di crescita all’Europa nel segno dello sviluppo sociale, dell’equità, della solidarietà. Dobbiamo smettere di attribuire il primato non solo e tanto all’economia quanto addirittura alla finanza, questo è il cuore del messaggio. I dettagli gli conoscerete nei prossimi giorni», ha proseguito. Ha poi aggiunto che ora bisogna «rivendicare un apporto critico da parte dell’Italia. L’Italia si dimostrerà più europeista degli altri Paesi nella misura in cui riuscirà ad offrire un contributo critico», rinnegando «quel primato della finanza che negli ultimi anni sta assorbendo tutte le energie per quanto riguarda il dibattito pubblico europeo». In realtà i due vice stanno affilando i pennini ed è facile pensare che l’atteggiamento sarà da bulletto di provincia per Salvini e da spalla per Di Maio che in testa ha solo un chiodo fisso: restare nei palazzi del potere. Per questo piace immaginare i due scrivere la lettera all’Europa come novelli “Toto e Peppino”, o meglio come i cugini “Caponi” e la patetica giustificazione della moria delle vacche.