Il Prefetto di Gorizia mette il veto sulla presenza di Serena Pellegrino perchè contraria alla linea di governo. Salta il convegno di Agende Rosse a Monfalcone

Nascerà comunque un nuovo ed importante presidio anti mafia a Monfalcone (Go) presidio che sarà intitolato a Rita Atria (testimone di giustizia e vittima della mafia). Questo nonostante l’antipatica querelle che ha visto protagonista il prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello e l’associazione Agende Rosse promotrice dell’iniziativa. Ma andiamo per ordine: Si legge oggi nell’appello via facebook che annuncia per giovedi’ 21 marzo la costituzione del nuovo presidio di legalità a Monfalcone: “ Cittadine e cittadini che con coraggio lottano contro il malaffare che sempre più attanaglia il Paese, saranno in piazza a Monfalcone per descrivere, informare e discutere su mafie, ecomafie e quanto riconducibile al sistema mafioso”. In realtà in quel giorno si sarebbe dovuto tenere ben più che un presidio, ma una vera e propria manifestazione. Da quanto si è saputo, anche leggendo alcuni scambi di mail relative, l’associazione aveva chiesto l’uso di piazza Falcone-Borsellino per organizzare una pubblica conferenza che avrebbe visto come relatori l’On. Salvatore Micillo sottosegretario al ministero dell’ambiente, l’On. Serena Pellegrino (parlamentare di Sinistra Italiana nella scorsa legislatura e allora vice presidente della commissione ambiente), il Prof. Vincenzo Guidotto presidente dell’ Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso e altre personalità civili e militari. Era inoltre previsto l’invito al Sindaco di Monfalcone Anna Cisint e al Prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello. Insomma una “festa” istituzionale e non certo una adunanza di facinorosi. Invece non se ne farà nulla, perchè il Prefetto di Gorizia ha comunicato (prima telefonicamente ma poi tramite posta elettronica istituzionale) che non avrebbe gradito la presenza dell’On. Serena Pellegrino riferendosi a lei con testuali parole: “La relatrice Pellegrino, che non ho il piacere di conoscere personalmente, mi risulta specializzata nella trattazione e conoscenza dei risvolti ambientali della materia “mafia”, non ho fatto riferimento a precedenti giudiziari, che non mi risultano sul suo conto, ma solo a valutazioni politiche che la stessa ha fatto nel passato nei confronti delle strutture governative anche di Gradisca.” Oibò un veto ad un parlamentare della Repubblica che nel pieno delle sue funzioni aveva manifestato il diritto dovere di critica. Insomma sembra proprio che a Monfalcone, già tristemente famosa per certi atteggiamenti della sindaca leghista Anna Cisint,  la libertà di parola è limitata. Ma questa volta non è il sindaco Anna Cisint ad essere al centro diretto della polemica, ma il prefetto di Gorizia che effettivamente, leggendo le mail, pare l’abbia fatta grossa, tanto che è partita una interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni Matteo Salvini. Ad interrogare il ministro sono i parlamentari di Leu Erasmo Palazzotto, Rosella Muroni e Nicola Fratoianni. Nel testo si chiede conto della vicenda, denunciando quello che secondo loro è un “abuso di potere” da parte del prefetto e una grave limitazione della democrazia.

Questo il testo:
Al Ministro dell’interno – Per sapere – premesso che:
il Movimento delle Agende Rosse intende organizzare per il prossimo 21 marzo, a Monfalcone, una giornata in ricordo delle vittime di mafia;
a quanto risulta all’interrogante da uno scambio di mail tra il Movimento della Agende Rosse e il Prefetto di Gorizia e il Comune di Monfalcone che si erano offerti di collaborare nell’organizzazione dell’evento, sembrerebbe che il signor Prefetto Massimo Marchesiello avrebbe indicato come persona non gradita all’evento una delle relatrici indicata dagli organizzatori;
la relatrice in questione è l’ex deputata friulana on. Serena Pellegrino, ex Vicepresidente della Commissione ambiente durante la XVII° Legislatura ed esperta in ecomafie, invitata dal Movimento delle Agende Rosse proprio per tale competenza, essendo il tema delle ecomafie uno degli argomenti da trattare durante l’iniziativa del 21 marzo; 
a parere dell’interrogante le motivazioni addotte dal Prefetto Massimo Marchesiello affinché l’onorevole Pellegrino non sia tra i relatori dell’evento pubblico sono gravi e incomprensibili;
il Prefetto di Gorizia, infatti, avrebbe sostenuto che l’onorevole Pellegrino non sarebbe gradita perché avrebbe fatto “valutazioni politiche” in merito alla “struttura governativa anche di Gradisca” che, per inciso, nulla ha a che vedere con l’oggetto del convegno del 21 marzo e quindi non se ne comprende il collegamento;
in democrazia, le valutazioni politiche espresse nei limiti, nei modi e nelle forme previste dalla nostra Costituzione sono ancora legittime e permesse ad ogni cittadino e non possono in alcun modo diventare motivo di discriminazione, specialmente da parte di chi in un territorio rappresenta lo Stato e dirige un organo periferico del governo;
se tale affermazione rispondesse al vero il Prefetto di Gorizia, facendosi lui stesso promotore di quale profilo debbano avere gli ospiti di un’iniziativa organizzata da un’associazione, avrebbe sicuramente travalicato il proprio ruolo e probabilmente abusato dei suoi poteri;
inoltre, sottolineando il carattere “apolitico” dell’iniziativa e poi proponendo di invitare degli amministratori, che per definizione sono dei politici, il Prefetto sembra contraddire sé stesso;
si sottolinea inoltre che le “valutazioni politiche” contestate all’onorevole Pellegrino risalgono proprio durante il suo mandato parlamentare e quindi non solo aveva il diritto ma anche il dovere di esprimere quelle “valutazioni” proprio perché rientranti nel pieno espletamento delle sue funzioni da deputata delle Repubblica;
alla luce dei fatti esposti, se confermati, ci troveremmo di fronte ad una pesante ingerenza da parte di un organo di Governo che limita la democrazia con motivazioni assolutamente non chiare e attraverso un atto di arroganza istituzionale -:
se il ministro interrogato intenda accertare se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in tal caso, quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di censurare, ove confermato, il comportamento del Prefetto di Gorizia dott. Massimo Marchesiello, dal momento che, invitare il Movimento delle Agende Rosse ad escludere la ex deputata Serena Pellegrino dai relatori invitati alla giornata della legalità che dovrebbe tenersi a Monfalcone il prossimo 21 marzo, rappresenta, a parere dell’interrogante, una grave limitazione della democrazia.

Erasmo Palazzotto, Rosella Muroni e Nicola Fratoianni

La vicenda è stata ricostruita con dovizia di particolari e documentazione dalla protagonista della vicenda di “censura”, l’ex parlamentare Pellegrino che spiega: Tutto inizia l’8 gennaio 2019 quando i promotori dell’iniziativa avevano presentato regolare domanda di occupazione di suolo pubblico al Comune (chiedendo il permesso per utilizzare piazza Falcone-Borsellino), allegando poi la lista dei relatori che sarebbero stati invitati a intervenire alla conferenza. Tra questi, il movimento guidato da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia, aveva indicato appunto l’ex vice presidente della commissione Ambiente Pellegrino, in qualità di esperta in ecomafie. Ma il comune di Monfalcone per due mesi ha tergiversato non dando alcuna risposta, né di diniego né di approvazione. A quel punto l’associazione Agende Rosse si è attivata per avere spiegazioni scoprendo con sconcerto, pare da una telefonata con lo stesso Prefetto, che una delle persone relatrici  indicate per la manifestazione non era gradita per alcuni trascorsi. Ovviamente il riferimento era alla figura della On. Serena  Pellegrino.

In sostanza è lo stesso  Marchesiello a  svelare l’arcano dei ritardi, come confermato da una sua mail, attraverso la casella di posta elettronica istituzionale, dove scrive confermando di fatto il non gradimento dell’ospite  ed addirittura intestandosi la paternità della manifestazione che invece era di Agende Rosse:

“La relatrice Pellegrino, che non ho il piacere di conoscere personalmente, mi risulta specializzata nella trattazione e conoscenza dei risvolti ambientali della materia ‘mafia’. Non ho fatto riferimento a precedenti giudiziari, che non mi risultano sul suo conto, ma solo a valutazioni politiche che la stessa ha fatto nel passato nei confronti delle strutture governative anche di Gradisca”. 

E ancora: “Il convegno che abbiamo intenzione di organizzare per quella data nella sede messa a disposizione dal comune sarà incentrato con taglio istituzionale e quindi necessariamente apolitico sulla materia Mafia. Sarà utile la presenza quindi di amministratori che hanno vissuto sulla propria pelle il clima di intimidazioni e minacce che gli è proprio e di soggetti che per ruolo istituzionale tale fenomeno devono contrastare. Sulla materia ambientale che comunque interessa molto quel territorio mi sono riservato di
contattare attuali appartenenti agli organismi preposti alla vigilanza in quella materia specifica”.

 

A quel punto L’On Serena Pellegrino, venuta a conoscenza della manifesta ostilità del prefetto, ha inoltrato una mail agli organizzatori dove fra l’altro si legge:

“Mi stupiscono quali sono le motivazioni che adduce per esprime il diniego, ma soprattutto non mi è chiaro quale sia il suo compito, facendosi lui stesso promotore di quale profilo
debbano avere i vostri ospiti. Inoltre sottolinea che l’iniziativa deve essere “apolitica” e poi propone di invitare degli amministratori che per definizione sono dei politici. Ma la frase che più mi lascia sconcertata, detta da un rappresentante del governo, è quella relativa al fatto che non sarei gradita perché ho fatto “valutazioni politiche” in merito alla “struttura governativa anche di Gradisca”. Ritengo che, finché c’è democrazia, le valutazioni politiche siano ancora legittime per ogni cittadino italiano e non, ma forse al sig. Prefetto sfugge che “in passato” non ero solo un comune cittadino ma un rappresentante della Repubblica Italiana che godeva non solo del diritto ma soprattutto l’onere di esprimere valutazioni politiche, soprattutto sull’organo esecutivo, quale è il Governo, attraverso iniziative e atti di Sindacato Ispettivo. Peraltro ci dovrebbe poi spiegare qual è il collegamento tra Gradisca e Monfalcone. Sinceramente a me sembra che qui non ci siano gli estremi per un diniego concreto ma, semplicemente, a Monfalcone la mia presenza non è gradita, senza possibilità di discussione. Questa la trovo un’ingerenza pesante da parte di un organo di Governo, quale è la figura del Prefetto, che limita la democrazia per motivazioni assolutamente non chiare”.

 

Che dire, ogni commento sembra quasi inutile, saranno i tempi che viviamo, sarà che il profondo nordest genera “mostri” illiberali, ma appare chiaro che nella posizione del Prefetto vengono fatte valutazioni di gradimento “politico” che non possono essere espresse da un rappresentante istituzionale. Ovvio invece che quanto in passato detto dalla On. Pellegrino erano “valutazioni politiche”  precise e legittime  nei confronti delle strutture governative anche di Gradisca (Go), dove come è noto si trovava un chiacchierato  Centro di Identificazione ed Espulsione, che la parlamentare si era impegnata a far chiudere e che nel ruolo di parlamentare della Repubblica, ma dovrebbe valere anche per i giornalisti e per i semplici cittadini,  quelle “valutazioni” aveva tutto il diritto di  farle ed esprimerle. Così oggi a tre giorni dalla manifestazione inevitabilmente e correttamente Agende Rosse ha deciso di svolgerla unicamente come proprio presidio. La vicenda comunque è la prova plastica di come, al di là delle questioni di mafia, la legalità nel nostro paese sia a rischio e nel profondo nordest forse lo è più che altrove.

Fabio Folisi