Lussari: Intitolazione o profanazione?

Ho appreso dell’intenzione del Sindaco di Tarvisio, Renzo Zanette, di intitolare ad Enzo Cainero, recentemente scomparso, la via ed il piazzale di arrivo della pista Di Prampero, che scende dal Monte Santo di Lussari. Presumo che sia perfettamente a conoscenza degli amministratori tarvisiani quanto stabilisce, saggiamente, la legge n.1188 del 1927 in materia di intitolazione di vie e piazze, e cioè che il nome proposto debba essere quello di una persona deceduta da almeno dieci anni e che la richiesta sia approvata dal Prefetto. E’ certamente vero che esistono delle eccezioni e delle deroghe, ma, con tutto il rispetto, questo è stato fatto in casi eccezionali, come, ad esempio, per il Presidente Aldo Moro, negli anni che hanno seguito la sua tragica fine.
Attendere un tempo adeguato consentirebbe, oltretutto, di valutare in modo obiettivo l’idea di Enzo Cainero di portare l’arrivo di una tappa del prossimo Giro d’Italia sulla cima del Lussari. Progetto per il quale sono state utilizzate, a nostro avviso “impropriamente”, risorse finanziarie assegnate alla Protezione Civile e che, senza voler fare l’uccello del malaugurio, potrebbe anche naufragare in concomitanza con una giornata di pioggia (il mese di maggio è statisticamente quello più piovoso della nostra regione), dato che sulla strada esistente sono stati eliminati inopinatamente alcuni guadi e una novantina di canalette per lo scarico delle acque meteoriche, al solo scopo, evidentemente, di facilitare il passaggio delle sofisticate biciclette dei campioni. Di sicuro, al momento, c’è solo che sono stati spesi vari milioni di euro di denaro pubblico. Sono ancora tutti da valutare, invece, i reali benefici e l’impatto (afflusso di pubblico, abbandono di rifiuti, posizionamento di decine di gabinetti chimici, striscioni pubblicitari, palco per le premiazioni … con tutto il corollario imposto dagli sponsor) di un evento organizzato in un luogo sufficientemente conosciuto, considerato un “santuario” non solo della fede, ma anche della natura e del paesaggio, non a caso tutelato da un Decreto del Ministero della Pubblicazione Istruzione del 1956.
Spero che queste considerazioni non vengano considerate un “affronto” alla memoria di Enzo Cainero – persona di indubbi meriti che però, a volte, ha probabilmente ecceduto nella ricerca del “sensazionalismo” – quanto un omaggio alla memoria di un altro friulano, Remo Cacitti, che, già qualche anno fa, appresa la notizia della “pazza” idea (così l’ha definita lo stesso direttore del Giro, Mauro Vegni) di portare sulla “Mont Sante” la Carovana Rosa, aveva condiviso con noi la preoccupazione per il pericolo di una vera e propria “profanazione”.

Marco Lepre
circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro