Presentata mappa della concentrazione di tetracloroetilene (abbreviato in PCE) nelle acque sotterranee del FVG
Con questa ricerca, dopo quella presentata il 10 aprile 2023 sui 279 siti inquinati nella Regione Friuli Venezia Giulia, l’Osservatorio presenta un nuovo quadro delle situazioni critiche, frutto del lavoro e impegno di alcuni volontari nostri simpatizzanti, che hanno dato una rappresentazione visiva ai numeri pubblicati nella sezione “open data” del sito della Regione FVG.
Aviano: campione nel punto IT06M0045, eseguito nel mese di luglio 2021 alla profondità di 136 metri, 145 µg/
Porcia: campione nel punto IT06M0047, eseguito nel mese di agosto 2009 alla profondità di 43 metri, 10,3 µg/
Per i rischi per la salute di questo inquinante, si riporta sotto una breve relazione del dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, presidente dell’associazione ISDE-Medici per l’ambiente FVG
in alcune zone del Friuli ci sono numerosi siti inquinati da 20/30 anni (cromo esavalente,clorurati cancerogeni, metalli pesanti, IPA, idrocarburi pesanti, PCB, tetracloroetilene e… molto altro !!!) che attendono progetti di monitoraggio delle falde sottostanti e conseguenti bonifiche a tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Breve relazione del dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, presidente dell’associazione ISDE-Medici per l’ambiente FVG:
Il tetracloetilene è un solvente organico clorurato che appare sotto forma di un liquido con odore di etere, incolore, volatile e praticamente ininfiammabile, resistente all’azione della luce solare diffusa, all’aria e
all’umidità. Il tetracoloroetilene viene, pertanto, utilizzato come solvente nelle lavanderie a secco, ma anche nell’industria chimica e farmaceutica, nonché per lo sgrassaggio dei metalli e per uso domestico.
L’alto peso specifico e la bassa viscosità gli consentono di penetrare nel sottosuolo e inquinare le falde freatiche e può ritrovarsi nell’acqua, negli organismi acquatici, nell’aria e nei tessuti umani. Tra gli alimenti
si trova principalmente nei frutti di mare, nel burro e negli alimenti ricchi di grasso. Nell’organismo umano si deposita principalmente nel tessuto adiposo, nel fegato, rene e nel sistema nervoso centrale. Alte
concentrazioni creano problemi al sistema nervoso, mentre quelle più basse a fegato e reni. Un suo derivato, il tricloroetilene, noto come trielina, viene usato correntemente nelle famiglie come sgrassante.
L’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato il tetracloroetilene nel gruppo 2A (probabile cancerogeno per l’uomo) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne ha stabilito un
valore guida di 40µg/l. La Direttiva 1999/45/CE lo definisce tossico per l’ambiente e “sostanza preoccupante per l’uomo in virtù degli effetti cancerogeni possibili”.
La legge italiana considera “pericolosi” i rifiuti contenenti tetracloroetilene e ne vieta lo smaltimento nelle fognature. Il D.Lvo 31/2001e s.m.i hanno fissato un valore di parametro di 10 µg/L, espresso come somma
delle concentrazioni di tri- e tetracloroetilene.