Primi buoni risultati per la coltivazione della pesca friulana a Fiumicello
Prosegue il progetto di miglioramento varietale della pesca friulana promosso dalla cooperativa Thiel assieme al Crea di Roma, all’azienda Feresin di Fiumicello e con il sostegno della Cassa Rurale FVG. Le caratteristiche di 300 piante sotto la lente dei ricercatori. Il cuore dei 113 ettari di pesco coltivati attualmente in Friuli VG trova la sua collocazione a Fiumicello che in questi giorni, celebra la 63ma edizione della “Mostra delle pesche”. È in questo contesto che nasce il progetto: “Miglioramento varietale della pesca friulana”, promosso dalla Cooperativa Sociale Thiel assieme al Centro di Ricerca per la Frutticultura del Crea di Roma, all’aiuto dell’azienda agricola Feresin di Fiumicello Villa Vicentina e al sostegno della Cassa Rurale FVG. Il progetto, avviato nel 2017, vuole valorizzare le risorse del territorio e la promozione dello sviluppo di un’economia locale sostenibile esaltando la rinomata coltivazione locale della pesca attraverso un incrocio tra le varietà tradizionali maggiormente diffuse nella zona (Iris rosso o Triestina) e nuove varietà migliorative, con il molteplice scopo di rinnovare le caratteristiche organolettiche quali il colore di buccia e polpa; individuare tolleranze o resistenze alle malattie più frequenti; allungare la stagionalità della raccolta. «Siamo partiti con un nucleo iniziale di 30 piante – spiega Luca Fontana, presidente della Thiel – e oggi ne stiamo testando ben 300, alcune delle quali paiono avere caratteristiche interessanti per il mercato». La tradizione peschicola fiumicellese era basata sui frutti a polpa bianca, ma nella biodiversità creatasi nei campi sperimentali, pare ci siano alcune varietà a polpa gialla, con un buon sapore, che possono offrire nuove opportunità di coltivazione. Dunque, dice il report annuale della Thiel, si iniziano a raccogliere i primi risultati sui prototipi della “Pesca di Fiumicello” con la “P” maiuscola, sui quali si stanno svolgendo dettagliate analisi e osservazioni durante le varie fasi fenologiche di crescita (fioritura, germogliamento, maturazione e caduta foglie) e svariati test di laboratorio su: acidità, contenuto in zuccheri e consistenza della polpa. Il giudizio di tecnici assaggiatori, esperti sul sapore dei frutti, deciderà quale delle nuove varietà innestare, a partire dal 2023, sul già consolidato portainnesto GF677. Nei tre anni successivi le piante così innestate saranno allevate in tre esemplari per selezione con forma di allevamento e disposizione delle piante regolari al fine di confrontarne i cicli produttivi fino al 2026 con le varietà moderne, valutandone i miglioramenti sia sul campo che in laboratorio. «Il lavoro di miglioramento procede con le prime buone sensazioni – sottolinea Carlo Feresin che segue i pescheti sperimentali – ma si sa che questo tipo di processo ha una tempistica lunga per produrre risultati e, perciò, sarebbe utile e importante che qualche giovane studente, a esempio, si avvicinasse a questo progetto per coadiuvare i ricercatori, effettuare approfondimenti e, perché no, tesi di laurea».