Prosegue a passo spedito l’americanizzazione della sanità. A Brescia nato il pronto soccorso privato. Il modello lombardo fa proseliti in Fvg

Quando raccontavamo che la ricetta di sanità nella mente e nelle azioni del duo di centrodestra Fedriga-Riccardi si basava sul modello lombardo by Formigoni non sbagliavamo. Di questi giorni la dimostrazione. Non solo la diagnostica privata viene favorita generando nel sistema pubblico tempi d’attesa talmente lunghi da spingere i pazienti ad accorciare i tempi, quando possono, aprendo il portafoglio. Di questi giorni l’ulteriore svolta, l’Azienda sanitaria Friuli Centrale è infatti ricorsa all’appalto per assegnare la gestione di “pezzi” di Pronto soccorso al miglior offerente, a fronte della carenza di emergentisti che appare sempre più preoccupante, chiosava la consigliera Civica Simona Liguori. Faceva eco la collega del Pd Manuela Celotti che in una nota spiegava: “Il disegno di Fedriga prende sempre più forma: archiviare progressivamente il sistema sanitario pubblico per sostituirlo con il privato. La scelta di appaltare parte dei Pronto soccorso dell’Asufc è un altro preoccupante e inesorabile passo in questo senso. Con la motivazione di tamponare una situazione di emergenza, non fa altro che sostenere questa pericolosa deriva: dalle prestazioni gestite in regime convenzionato il passo successivo è l’ingresso del privato negli ospedali pubblici, attraverso cooperative e gettonisti”. In realtà la situazione è molto più grave di quanto si pensi dato che il modello di riferimento “lombardo” è già andato oltre e tutto lascia supporre che presto il sistema troverà emuli anche in Friuli. A Brescia è infatti arrivato il prototipo di modello di sanità privata, attraverso il primo Pronto soccorso a pagamento. Non l’appalto del pubblico all’esterno, ma addirittura una struttura alternativa alla quale rivolgersi per evitare lunghe code e avere referti e risposta alle proprie preoccupazioni sanitarie in tempi veloci, ovviamente dietro pagamento della prestazione. Così il modello lombardo e presto anche quello del Fvg diventa “americano” attraverso l’approccio neoliberista alle cure facendo così breccia nella nostra Sanità pubblica che prima è stata resa inefficiente ed in costante emergenza per poi consentire a chi può di saltare le code. C’è stato un tempo, neppure tanto lontano, in cui il nostro Servizio sanitario nazionale era un vanto, poi è arrivata la “regionalizzazione” e il processo di “aziendalizzazione” e  conseguenti tagli selvaggi, “festa” in nome del risparmio alla quale hanno politicamente (speriamo solo per miopia), partecipato tutti e che ora trova la quadratura del cerchio nelle politiche di una destra che, ovviamente, è orientata a favorire i soliti e nuovi “noti”. Cosa di meglio che partire dalle fondamenta, delle necessità di cura emergenziale,  occupando il sistema del Pronto soccorso. Da Brescia quindi arriva la conferma emblematica della deriva intrapresa, la struttura privata “BresciaMed”, è specializzata in ecografie, visite d’urgenza ed esami ematici urgenti ma che ora fornisce anche il servizio medico d’urgenza al costo variabile fra i 132 e 182 euro per visita d’urgenza. alla quale si aggiungeranno, temiamo certamente, altri denari per analisi e diagnostica. Il cittadino bresciano potrà rivolgersi a questo servizio se non è in pericolo di vita (nel qual caso viene spedito al Pronto soccorso “tradizionale”).  Si legge testualmente  nella brochure di BresciaMed: Il nostro ambulatorio di Medicina d’urgenza e primo soccorso nasce in risposta a tutti coloro che necessitano di una risposta rapida, ma non desiderano o non possono aspettare ore in un pronto soccorso ospedaliero per patologie minori dal punto di vista clinico, ma NON da quello personale”. Poi si specifica: “Hai mal di pancia? Ti sei procurato una ferita o un trauma? Hai bisogno di un’ecografia urgente? Tosse persistente e febbre? Tu o il tuo bambino sospettate di avere una tonsillite o un’otite? Il nostro servizio nasce in risposta a tutti coloro che necessitano di una risposta rapida, ma non desiderano o non possono aspettare ore in un pronto soccorso ospedaliero per patologie minori dal punto di vista clinico, ma NON da quello personale.

La stessa brochure specifica quanto rivolgersi a BresciaMed: in situazioni cliniche in adulti o bambini che generino preoccupazione o che necessitino di risoluzione in tempi brevi.  Per interventi chirurgici ambulatoriali non rinviabili per gravità (es. ascessi) o per proprie esigenze organizzative, in caso di traumi, ferite o sintomi acuti di entità moderata, in caso di necessità di ecografie di qualunque distretto urgenti, in caso di infortuni sul posto di lavoro per ottenere controlli clinici in modo rapido ed efficace, per evitare lunghe code d’attesa presso il Pronto Soccorso Ospedaliero, per visite che necessitino anche di certificato di malattia. 

Inutile dire che si tratta a tutti gli effetti di un decisivo passo verso lo smantellamento del sistema sanitario nazionale così come lo avevamo conosciuto, pubblico e garantito a tutti in quanto cittadini o presenti sullo Stato italiano. Invece ecco arrivare in maniera surrettizia il modello a “stelle e strisce” di privatizzazione che comporta che i diritti diventino merci. Un passaggio epocale, i diritti non sono più garantiti a tutti in quanto cittadini, ma diventando utenti, cioè merci, le cure sono teoricamente per tutti ma in realtà solo per chi può economicamente permettersele. Il tutto in barba all’articolo 32 della Costituzione che recita che la Repubblica “garantisce cure gratuite agli indigenti” ma che, dicono alcuni con infinito cinismo, non impone i tempi di intervento.