Recupero dell’ex ospedale psichiatrico di Udine: presentati i progetti degli studenti dell’ateneo friulano

Biodiversità, memoria e benessere: sono i tre temi portanti alla base dei progetti per il futuro dell’ex ospedale psichiatrico di Udine risultato di una sperimentazione didattica del Corso di Laurea Magistrale in Architettura dell’ateneo friulano nell’ambito dell’accordo tra Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale Asufc e Università. Gli studenti hanno presentato i lavori durante l’incontro seminariale che si è svolto lunedì 14 febbraio al polo scientifico dei Rizzi. La sperimentazione di progetto è stata compiuta sull’area del parco e sulle strutture dell’ex-manicomio di Sant’Osvaldo di Udine. Il laboratorio ha impegnato gli studenti nel primo semestre, con la guida didattica di Giovanni La Varra, associato di Composizione architettonica e urbana e Christina Conti, associato di Tecnologia dell’architettura del dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura, sui temi della rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente con attenzione alle possibili diverse strategie di rifunzionalizzazione, riuso e riqualificazione di aree in contesti urbani, possibili catalizzatori per nuove connessioni con il territorio. “Si tratta di un contesto articolato per estensione e collocazione urbana dal rilevante potenziale ambientale e sociale nonché luogo storico della “memoria” – ha spiegato Conti – Indagando le tematiche della sostenibilità, dell’inclusione, della biodiversità e della conservazione (anche con l’intervento interdisciplinare di colleghi del DI4A ed esperti esterni), mantenendo costante l’impegno di preservare gli elementi naturali e artificiali della struttura manicomiale originaria, gli studenti hanno individuato e sviluppato tre temi di progetto”.

I TRE PROGETTI DEGLI STUDENTI

Into the wild: l’ex quartiere psichiatrico di Sant’Osvaldo, innestandosi in una posizione periurbana lambita a nord da tessuti edilizi e circondata a sud-est da brani di tessuto agricolo, rappresenta un’occasione interessante per sperimentare forme wild-life di parco urbano. Rendere un ambiente “wildlife friendly” significa arricchirlo in termini di luoghi e modi di uso che possano favorire, o almeno non contrastare, la biodiversità animale e vegetale in risposta alla sempre più crescente necessità di definire habitat antropizzati coerenti con la valorizzazione ambientale. L’attenzione alla biodiversità indirizza il progetto anche all’obiettivo sociale di servizi al cittadino per attività ricreative e di ospitalità “con e per” gli animali domestici. Il progetto è stato realizzato dagli studenti Camilla Ceretelli, Daniel Monte, Elisa Redrejo Santiago, Liberata Somma, Piergiorgio Trentin, Giacomo Venier e Filippo Zamparo.

 

Giardino delle memorie: trasformare l’ex complesso psichiatrico in un giardino per archivi vuole essere un tentativo di rivitalizzazione della cittadella di Sant’Osvaldo occupando le strutture non destinate alla sanità con “abitanti inanimati” ossia oggetti da dover conservare, tra di loro eterogenei per consistenza, forma, epoca e spazialità. Oggetti da conservare per essere analizzati, studiati, scomposti, ricomposti e riordinati da ricercatori e professionisti provenienti da tutto il mondo. Fotografia, architettura, memoria manicomiale e amministrativa sono le categorie archivistiche individuate, ognuna delle quali si innesta nei padiglioni che nel miglior modo si prestano ad accoglierle. La nuova comunità di Sant’Osvaldo diviene quindi una realtà silenziosa, ma visivamente dinamica e, grazie alla presenza di un percorso artistico e museale, ricca di suggestioni percettive, sensoriali ed esperienziali che vogliono ridare “vita” ad attimi di storia passata. Il progetto è stato realizzato dagli studenti Lorenzo De Stasio, Martina Deotto, Loris Favero, Darija Maric, Emily Rieppi e Michele Tomaselli.

 

Città dello sport e del benessere: il progetto mira a rifunzionalizzare l’ex complesso psichiatrico di Sant’Osvaldo trasformandolo in un centro sportivo multifunzionale anche con funzione medica riabilitativa, per una utenza locale e sportiva internazionale. La regione Friuli-Venezia Giulia, ha una posizione strategica transfrontaliera e baricentrica rispetto all’Europa con condizioni climatiche che ben si prestano agli allenamenti sportivi: Sant’Osvaldo diventa quindi una cittadella dello sport per il quartiere e la città, e struttura catalizzatrice di eventi sportivi internazionali. La stessa area diviene parte dei percorsi di mobilità lenta connettendosi con il quartiere e con la città e integrando i percorsi interni nell’articolata rete delle ciclovie del Friuli Venezia Giulia. Permanendo i servizi sanitari esistenti, il valore nell’interazione di questi con l’utilizzo delle strutture dismesse e del parco con servizi per lo sport. Il progetto è stato realizzato dagli studenti Mirco Bravin, Gabriele Chivilò, Letizia Criscuolo, Camilla Del Negro, Massimo Pischiutta e Laura Zanetti.