Serena Pellegrino AVS. Legge per il suicidio medicalmente assistito: lavoriamo sulla proposta di legge per migliorarla

“Dopo aver ascoltato con molta partecipazione, questa mattina in consiglio regionale, gli interventi degli auditi sulla questione del suicidio medicalmente assistito, ho ritenuto di ricordare a tutti che il percorso di stesura di una legge è per sua stessa natura perfettibile: quindi esorto a lavorare per migliorare il disegno di legge di iniziativa popolare là dove è necessario e per escludere qualsiasi possibile vulnus di legittimità o eventuale aberrazione interpretativa.”

L’ha dichiarato la consigliera regionale Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia al termine della seconda serie di audizioni in III Commissione sulla
mozione n. 6 “Fine vita, la Regione si impegni a garantire che ogni persona sia libera di scegliere senza condizionamenti esterni” e alla proposta di legge regionale n. 7 “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”.
“ Ho inteso ribadire in aula – precisa Pellegrino – che di questa legge non si deve aver paura, esattamente come della legge sul divorzio o sull’aborto, perché non imporrà mai niente al personale percorso di vita dell’individuo, non potrà mai ledere il credo di qualcuno imponendogli le convinzioni di altri. Semmai accade il contrario, cioè che il non disporre di norme che regolino e agevolino il suicidio medicalmente assistito è lesivo delle scelte e della volontà di quelle persone che ne hanno bisogno per se stesse, di quella parte della popolazione che non possiamo ignorare e di cui anche noi potremmo purtroppo un giorno fare parte.”
Conclude la consigliera di AVS: “ Si badi anche al fatto che gli scenari della sanità nazionale sono sempre più cupi, che noi, a partire dalla Corte Costituzionale, discutiamo di sostegni vitali, cure palliative e domiciliari e di terapia del dolore mentre il rischio tangibile è che moltissimi a breve non avranno nemmeno le cure di base e subiranno pesantissime discriminazioni e a poco o nulla servirà invocare le norme costituzionali a tutela della vita e della salute.”