Stato di salute della sanità regionale, Liguori: “preoccupazione per i dati emersi dall’istituto Sant’Anna e dalla ricerca del Gimbe”

“Coincide quanto tocca con mano la popolazione ogni giorno quando va a prenotare un esame o una visita medica con quanto emerge dalle misurazioni delle performance della sanità regionale da parte di Enti terzi. Basta pensare che per quanto riguarda la priorità A della chirurgia dei tumori siamo molto lontani dal rispettare i tempi della priorità, appunto entro i 30 giorni”. Così la Consigliera Simona Liguori a margine della conferenza di presentazione dei risultati indagine Bersaglio dell’Istituto Sant’Anna in Castello di Udine sulle performance dei Sistemi sanitari Regionali. Oltre a questo proprio ieri è emersa dallo studio della fondazione indipendente di ricerca GIMBE, una situazione molto negativa per quanto riguarda il recupero delle prestazioni sanitarie rimandate in periodo Covid-19, situazione che ha contribuito ad appesantire ulteriormente l’annosa questione delle liste d’attesa in FVG.
“I dati del Gimbe riferiti alla capacità di recupero delle prestazioni – spiega Liguori – ci vedono al terzultimo posto con soltanto il 19% dei recuperi, a fronte del 99% della Toscana, prima regione in classifica, ma soprattutto del vicino Veneto che recupera il 74% delle prestazioni. Ma peggiore, secondo Gimbe, è il dato riferito al recupero degli inviti alla popolazione agli screening oncologici per i quali, purtroppo, il Friuli Venezia Giulia registra la peggior performance con una percentuale del 14% (9 regioni recuperano il 100%, mentre il Veneto si attesta al 64%). A tutto questo si aggiunge il 25% di recupero sugli screening oncologici, dove diverse regioni sono invece riuscite a recuperare tutte le prestazioni”.
“Appare evidente – ha concluso Liguori – che le lunghe liste d’attesa rimangono un fardello con cui i cittadini del Friuli Venezia Giulia sono purtroppo costretti a fare i conti ogni giorno. Urgente e indispensabile ottimizzare la Rete ospedaliera al fine di decongestionare i grandi ospedali e valorizzare ulteriormente gli spoke territoriali”.