Un parco fotovoltaico in un’area di pregio naturalistico. Troppo tardi per lamentarsi
È in fase di costruzione il parco fotovoltaico da 5,9 MW nell’area di pregio naturalistico a sud di Mariano. In questi giorni alcuni cittadini di Mariano ci hanno chiesto di nuovo di intervenire per bloccare l’opera. Così spiega Legambiente che afferma di essere stata contattata da altri cittadini quando lo screening VIA, ovvero la fase in cui tutti possono fare osservazioni, era già concluso. Ci eravamo resi conto che il parere dato dal Servizio VIA della Regione durante tale fase non corrispondeva con quanto effettivamente osservato da alcuni naturalisti locali. Nell’area in questione sono state viste negli ultimi anni ben 78 specie di uccelli senza contare i mammiferi, gli insetti e altri organismi viventi. Strideva perciò il parere dato dal Servizio VIA: “Riguardo fauna e flora, il campo fotovoltaico ricade in una zona antropizzata, circondato da campi coltivati e a poca distanza da una zona industriale ed artigianale. Questi elementi limitano la presenza di macro e micro fauna selvatica nonché di flora autoctona”. È evidente che è mancato uno studio approfondito sulla flora e la fauna presenti come richiesto dall’ARPA nella stessa procedura: “Nell’analisi degli impatti ambientali (pag. 112 del SIA) non si rintracciano indagini o ricerche bibliografiche sulla macro e micro fauna selvatica presente in loco e la valutazione sulle interferenze dell’opera in progetto su tali componenti animali”. Per tale motivo abbiamo comunque avvisato della discrepanza tutti gli organi competenti ma non c’è stato nulla da fare ed ora temiamo che sia troppo tardi. Facciamo inoltre notare con rammarico che durante la procedura di autorizzazione è mancato completamente il coinvolgimento dei cittadini da parte dell’amministrazione comunale. L’eventuale pubblicazione sull’albo pretorio comunale e la pubblicazione del progetto sul sito della Regione non può bastare in quanto la stragrande maggioranza di cittadini non li consulta. Il legame al paesaggio e l’attenzione al consumo di suolo da parte dei cittadini si possono e si devono prendere in considerazione nella pianificazione di opere impattanti, anche perché la scala del cambiamento richiesto per la neutralità climatica è tale che si rischia di innescare un’opposizione che va contro gli obiettivi che avremmo già dovuto prefissarci da tempo. Legambiente punta fortemente sulle fonti energetiche rinnovabili ma è evidente che vi sono luoghi molto più adatti dove posizionare dei pannelli. Ad esempio a duecento metri dall’area in questione vi è l’enorme parcheggio di un grande magazzino solo parzialmente utilizzato. In quell’area cementificata e asfaltata i pannelli farebbero ombra alle automobili in sosta e ridurrebbero il surriscaldamento. Ci sentiamo in dovere di scrivere questo comunicato per evitare che si ripetano episodi simili. Nella pianura friulana le aree cementificate, urbanizzate o coltivate in modo intensivo sono talmente pervasive che andrebbero preservate con grande dedizione e cura le poche aree naturali o rinaturalizzate rimaste.