Decapita la nonna e il fratello e brucia le teste. Orrore vicino al confine

La scure

Aggiornamento. Una mostruosità. Un uomo uccide la nonna e il fratello, poi li decapita e dà fuoco alle teste. Dentro a una fornace. L’efferatezza fa venire alla mente le buie e lucide atmosfere dei lontani sobborghi londinesi, o la desolazione di baracche sperdute nella Tundra artica. Niente di tutto questo. Il duplice delitto è avvenuto proprio qui, a due passi da casa nostra, appena oltre il confine.
Lunedì 20 marzo, Marko Abram, 35 anni, uccide la nonna Maria di 80 e il fratello, Marjio di 31. Dopo essersi accertato che i congiunti fossero morti, li ha decapitati e ha bruciato le loro teste. Dopodiché la telefonata alla polizia per costituirsi: «Li ho uccisi, i corpi sono qui in casa. Venite a prenderci».
Il teatro di questa tragedia è il piccolo villaggio di Lukovec, nel comune di Komen. Un paesino minuscolo, circa una quindicina di case a Nord-Ovest di San Daniele del Carso, a due passi da Trieste. E lì, dentro alla casa, tutto come annunciato: i cadaveri ammucchiati in una stanza e, tutt’attorno, un ambiente stranamente pulito. Perché è così che ha fatto, Abram, ha ripulito, e non per farla franca, ma quasi per rispetto al lindore che la nonna amava mantenere in quella casa ai confini della realtà.
Il movente del delitto? Gli inquirenti non hanno dubbi, naturalmente, e lo incasellano come gesto di pura follia. Dopo sei ore di interrogatorio, infatti, il movente è così complesso che si rimanda la questione agli esperti, ovvero alla perizia psichiatrica. L’udienza davanti al giudice istruttore riprenderà stamattina alle 10.
Non è ancora ben chiaro quali fossero le armi usate, nelle mani delle forze dell’ordine e in analisi al Laboratorio Nazionale di Medicina Legale, ci sono due coltelli e una scure. E si è in attesa dei responsi. A seguire le indagini il capo della polizia giudiziaria di Capodistria, Dean Jurič.
L’avvocato dell’assassino, Gorazd Gabri, oggi, all’uscita dal Tribunale dove Abram è stato interrogato per sei ore, ha detto ai giornalisti che il suo cliente ha riconosciuto la propria colpevolezza. Ma questo già lo si sapeva. (Continua nella versione digitale dopo le 21)