Giovinette, le ragazze che sfidarono il Duce, lunedì al Capitol di Pordenone

Giovinette ©Laila-Pozzo

Lo spettacolo teatrale “Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce”, tratto dal romanzo di Federica Seneghini e Marco Giani che racconta un fatto realmente accaduto, è in programma lunedì 2 dicembre al Capitol di Pordenone, alle 11.15, primo evento del progetto Uguali/Diversi dell’associazione Thesis organizzato con la collaborazione dell’Ert Fvg e il sostegno di Banca 360 e Fondazione Friuli, per sensibilizzare concretamente i giovani ai valori di cittadinanza attiva, inclusione, consapevolezza, rispetto, contro ogni discriminazione e intolleranza, ispirandosi all’articolo 3 della Costituzione Italiana e all’Agenda ONU 2030.

Inserito in uno dei sei percorsi del progetto, “Storia, sport e discriminazioni”, è interpretato da Rita Pelusio, Rossana Mola, Federica Fabiani, è diretto da Laura Curino, pluripremiata, volto storico del teatro di narrazione, che da sempre lavora per le donne, con le donne e «scrive da un punto di vista femminile come conseguenza naturale”. In scena le vicende di gruppo di ragazze che nel 1932 (fatto realmente accaduto), nel decimo anno dell’era fascista, sulla panchina di un parco di Milano lanciarono una sfida al loro tempo, al regime, alla mentalità dominante: giocare a calcio. Gli organi federali fascisti inizialmente consentirono alle atlete di allenarsi, ma imposero loro varie limitazioni “per preservare la loro capacità riproduttiva”. L’avventura sportiva durò quasi un anno ma, alla vigilia della prima partita ufficiale, il regime costrinse le atlete a smettere di giocare.

L’epopea delle “Giovinette” è raccontata con ironia e leggerezza dal trio di attrici magistralmente dirette. Mischiando comicità e narrazione, lo spettacolo dimostra come, pur a distanza di tanti anni e battaglie, certi pregiudizi sono duri a morire e come la lotta per la libertà e i diritti passa anche attraverso lo sport. Da un fatto vero Laura Curino ha portato in scena un teatro di narrazione con una drammaturgia spigliata e divertente, dando vita a uno spettacolo che ci aiuta a comprendere la storia, anche se minima, del passato, divertendo e facendo ridere molto. Un lavoro sostenuto dal ritmo indiavolato delle tre interpreti, procedendo tra pubblico e privato, le loro storie personali e la Storia che entra a gamba tesa, per restare in termini calcistici, in questa vicenda a suo modo esemplare. L’ottima regia, unita alla convincente recitazione, riesce a mettere in risalto la ridicolaggine dei pregiudizi, ma anche l’atmosfera di paura e preconcetti che si viveva in quei tempi. Senza mai cadere nel drammatico, ma sempre con un approccio ironico, molto più efficace.

Nel 2025 sono inoltre attese, nell’ambito del progetto Uguali/Diversi, sempre per il percorso “Storia, sport e discriminazioni”, organizzate in collaborazione con il Coni Friuli Venezia Giulia, testimonianze di importanti atleti e atlete dello sport italiano per parlare di sport come mezzo di trasmissione di valori, promozione dell’inclusione sociale e percorso di crescita per ragazze e ragazzi.