Gruppo Cimolai, c’è esposizione bancaria da 1/2 miliardo. In una nota l’azienda rassicura: in corso di definizione un aumento di capitale
Il Gruppo Cimolai intende rassicurare i propri dipendenti e il mercato circa il suo presente e il suo futuro. Si legge in una nota emessa questa mattina dall’azienda con sede a Pordenone. “Nonostante la drammatica congiuntura, nazionale e internazionale, si legge ancora, la gestione caratteristica è soddisfacente ed in linea con le attese. Il portafoglio ordini – oltre 800 milioni di euro – è ai massimi storici e potrà beneficiare ulteriormente degli investimenti previsti nell’ambito del Pnrr. L’indebitamento ordinario sarebbe del tutto fisiologico. L’unica problematicità è rappresentata da alcuni contratti derivati, emessi all’insaputa del Presidente e degli organi sociali, che per effetto della repentina caduta del corso dell’euro nei confronti del dollaro presentano criticità. Per questo è stato dato mandato a Lazard di esaminare l’intero portafoglio degli strumenti finanziari ed eventualmente rinegoziare o impugnare tali contratti. Questo lavoro è ancora in corso e non è dunque ancora possibile quantificare l’ammontare delle reali ricadute sui conti aziendali. Per affrontare i problemi di natura finanziaria il Gruppo ha in corso di definizione un aumento di capitale, il cui ammontare sarà definito solo dopo che Lazard avrà terminato il suo lavoro, al quale sono interessati anche realtà industriali estere”. Lazard è una banca d’affari di origine statunitense ma parecchio radicata anche in Europa. Nonostante le sue dimensioni relativamente piccole (per cui è spesso stata definita negli ambienti finanziari una “boutique finanziaria”, di lusso), grazie alla sua antica tradizione, è una delle banche d’affari più attive nella consulenza (advising) alle imprese per le operazioni di fusione ed acquisizione. Lazard si è sempre contraddistinta per la sua riservatezza e per la scelta di concentrarsi su clienti di grandi dimensioni. Lazard è attiva anche nell’asset management (gestione degli investimenti). La sua presenza dovrebbe, almeno questa è l’intenzione della Cimolai che l’ha espressamente citata nella sua nota stampa, rassicurare mercati, investitori e dipendenti (1000 diretti e fino a 3000 con l’indotto) dopo che nelle scorse ore si sono inseguite voci relative ad un pesante indebitamento dell’azienda a causa di alcune operazioni in derivati, che hanno mancato l’obiettivo, con conseguente esposizione con le banche secondo alcune voci di poco inferiori ai 400 milioni di euro, per altre fino a 600 milioni. Un fattore che potrebbe creare ripercussioni sugli assetti aziendali. Le prime indiscrezioni sulle sofferenze sarebbero nate a seguito di indiscrezioni dell’agenzia Bloomberg. La strada dei derivati per gli anticipi sulle garanzie per la realizzazione delle grandi opere, strumenti finanziari necessari per imprese che lavorano molto all’estero e gestiscono flussi di incassi e pagamenti in divise estere, sarebbe stata scelta dal Cfo (direttore finanziario ndr), con cui il rapporto si è appena interrotto. Come è noto domenica scorsa la Cimolai ha anche perso il proprio fondatore, Armando, morto a 94 anni dopo una breve malattia.