Le armi non sono difensive o offensive. In ogni caso sono fatte per uccidere. Il resto è ipocrisia

Impazza in queste ore la polemica più inutile e forse dannosa degli ultimi tempi. Dimostrazione plastica della grande ignoranza che impera nella gran parte della politica nazionale, fra strumentalizzazioni pre-elettorali  e strumentalizzazioni idiote, patetiche e indecenti, sta andando in scena tutto il corollario possibile… dell’impossibile. Parliamo della favoletta delle armi difensive o offensive, che ora ha parzialmente lasciato il posto alla scontata narrazione più da opposizione che da alleati di governo, di un Mario Draghi succube degli Usa, tanto che prima di presentarsi alle Camere starebbe andando “a prendere ordini” da Biden.  Draghi può piacere o meno, è certamente uomo legato alla finanza internazionale,  ma la sua storia personale non dimostra per nulla sudditanza agli Usa, se non fosse per le sue azioni passate che salvarono l’Euro e con esso certo il “sistema” ma anche  le future chance europee di andare oltre l’unità monetaria.  Ma polemica di giornata a parte, è sulla questione armi che si gioca la commedia dell’assurdo. Quando Matteo Salvini due mesi fa, ad inizio crisi Ucraina , parlo di “armi non letali”, suscitando l’ilarità planetaria,  pensavamo di aver toccato il fondo, ed invece, ecco arrivare la variante sul tema che non è solo “patrimonio” del leader leghista, ma anche del suo ex alleato nel governo giallo-verde Giuseppe, anzi Giuseppi, Conte. “Mandiamo agli ucraini solo armi difensive” dice Conte allarmato dal possibile contrario. Stupidaggine inammissibile in bocca ad un ex presidente del Consiglio, anche se probabilmente finalizzata a ricompattare il suo moVimento. Infatti la “minchiata” è stata subito presa al balzo dall’intero Movimento Cinque Stelle che nella sua moltitudine di parlamentari eletti, con alcune apprezzabili eccezioni, è lo specchio di una Italia ignorante, nel senso che ignora le cose ma ne parla egualmente. Questo è sopportabile in osteria o al bar, dove “verba volant”, meno sui social, dove lo stupidario resta a imperitura memoria. Ma quando la sparata diventa azione parlamentare e di governo, allora siamo allo psicodramma e che ahinoi ci vede vittime. Diciamolo senza alcun dubbio o possibilità di smentita: le armi  solo difensive non esistono, se solo si fossero presi il disturbo di consultare il vocabolario della lingua italiana, non un trattato atlantico su armi e armamenti, avrebbero scoperto che con la definizione “arma” si intende “qualsiasi oggetto che può essere usato come mezzo materiale di offesa o di difesa”. Insomma le due cose si sovrappongono. Ma se consideriamo che abbiano voluto sintetizzare il concetto, magari solo allo scopo di polemizzare sulla mitica mancata diffusione dell’elenco degli armamenti che le forze armate italiane spedirebbero agli Ucraini, sarebbe bastato fare un giro nei siti delle singole forze armate italiane per scoprire che tipologia di armi possiede il belpaese. Ed allora, in via preliminare, diciamo che allo stato l’Italia non possiede armi di lunghissima gittata, ma ha intensioni di averne in futuro. Infatti la Marina Militare italiana intende adottare i missili cruise, moltiplicando il raggio d’azione dei suoi sistemi d’arma. Si tratta di ordigni con una portata di oltre mille chilometri, che verrebbero imbarcati sui nuovi sottomarini e successivamente anche sulle fregate Fremm.  L’introduzione dei cruise di produzione inglese o americana, rappresenterebbe un altro cambiamento strategico che si unisce alla recente decisione di armare i droni Predator dell’Aeronautica. Questo in futuro permetterebbe la possibilità di attacco su distanze attualmente inconcepibili, mettendo a disposizione, affermano i militari,  delle autorità di governo una gamma di azioni di “deterrenza” mai viste prima.  Se uniamo questo all’adozione degli F35 il cambio di strategia delle Forze armate italiane è palese, ma più “futuro” che attuale, e su questo, magari, una discussione sarebbe opportuna. Ma non sono armi “offensive” al momento fornibili all’Ucraina semplicemente perché non le abbiamo. Attualmente la possibile “gittata” delle armi  in possesso italiano, escluse le batterie di missili sulle navi, ne fanno ordigni “difensivi” dato che non hanno in sostanza una gittata tale da colpire il territorio russo, se non avvicinandosi moltissimo al confine. Insomma  possono  diventare offensive se ti avvicini al territorio “nemico” (diventando vulnerabili perché i russi hanno i missili a lunga gittata). Ma stiamo parlando sostanzialmente di aria fritta  perché al massimo le armi si dividono in pesanti e leggere, ma hanno comunque una caratteristica comune: nascono per accoppare l’avversario e se le fornisci, questo è quello che puoi aspettarti, il resto è pura ipocrisia ed affermare di non averlo capito è offesa all’intelligenza.  Volendo sindacare è appunto la gittata che può fare la differenza, ci sono missili da crociera con possibilità offensive di mille e più km, ma come detto non sono nelle disponibilità italiane. In realtà anche in assenza dell’ufficializzazione del famigerato elenco pietra dello scandalo, alcune cosucce si sanno:  di certo noi stiamo mandando missili controcarro Milan, la versione F2A che era in servizio nell’esercito e nella fanteria di Marina (armi anticarro), ma anche proiettili da mortaio da 120mm. Gli mandiamo anche mitragliatrici come l’MG-42/59, Browning M2-HP, che sono vecchi modelli in deposito, ma ottimamente funzionanti. Qualcuno ha azzardato che gli staremmo mandando dei semoventi di artiglieria M109L, equipaggiati con obici da 155/39 millimetri. Ma chi conosce quei mezzi sa bene che sono obsoleti, sono cingolati con corazzatura leggera muniti di obice da 155 mm,  sono lenti e non forniscono protezione rispetto ai moderni tank russi.  Comunque sarebbe stato sufficiente, ai nostri parlamentari, operare una ricerca sul web per scoprire le caratteristiche degli armamenti italiani e di conseguenza il possibile menù da quale si sarebbe potuto attingere per la “comanda”. Avrebbero scoperto che pur armi potenti, quelle tricolori,  sono tutte di gittata non elevatissima, fatta eccezione per i missili in dotazione alle navi di cui non è certamente previsto “l’invio” all’Ucraina a meno di non dotarle di ruote, e chissà magari qualche ex grillino terrapiattista lo crederà possibile perchè l’ha visto fare nei fumetti. L’elenco di armi è quindi di facile intuizione scorrendo le “disponibilità”, escludendo quelle “leggere” e i mezzi  trasporto truppe magari  antimine, come il Lince che abbiamo nel recente passato fornito alla Russia (contratti del governo Berlusconi con rinnovo by Renzi).  Ovviamente c’è una ragione perché la lista non è stata resa pubblica, ed è relativo alla sicurezza dei trasporti verso l’Ucraina. Sapere cosa sta viaggiando e magari in che tempi, metterebbe pesantemente a rischio l’operazione di fornitura e l’incolumità di chi le trasporta, perchè i russi, i missili a lunga gittata li hanno,  così come hanno aerei in volo sui cieli dell’Ucraina in grado di attaccare mezzi e convogli anche ai confini occidentali ucraini. Dirgli cosa si trasporta sarebbe favorirne l’azione.

QUESTO L’ELENCO DELLE ARMI ITALIANE A… MAGAZZINO 

“Blindo Centauro 2” con Cannone da 120/45 mm ad anima liscia a caricamento semiautomatico Gittata utile massima 3000 metri

Carro Armato “Ariete” bocca da fuoco da 120 mm con sistema di puntamento auto stabilizzato con unità di elaborazione dati, possibilità di sparare in movimento e gittata max 3000 metri

Blindo Armata Centauro bocca da fuoco da 105 mm ad anima rigata ed il sistema di puntamento auto stabilizzato con unità di elaborazione dati gittata 3000 metri

Sistema d’arma controcarri “SPIKE”

​​Lo “SPIKE” è un sistema controcarri di 3^ generazione, la cui acquisizione, in sostituzione degli obsoleti sistemi “TOW” e “MILAN”, permette alle unità di fanteria e cavalleria di mantenere la capacità controcarri a media e lunga gittata ma praticamente a vista.

PzH 2000 è un obice semovente da 155/52 mm, prodotto da un consorzio formato dalle aziende tedesche Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall. Il semovente è in grado di utilizzare le cariche di lancio modulari DM 72 con gittate da 3 km fino a 30–40 km.

Multiple Launch Rocket System (MLRS) è un sistema di artiglieria lanciarazzi multiplo che fornisce estrema precisione nel colpire gli obiettivi. I razzi di ultima tecnologia, dotati di Global Positioning System (GPS), da cui la nuova denominazione Guided Multiple Launch Rocket System (GMLRS), garantiscono una precisione che permette l’impiego in operazioni volte a colpire anche obiettivi puntiformi quali, ad esempio, bunkers o postazioni nemiche. ​Il lanciatore MLRS (esistono molte versioni più o meno sofisticate) possiede un sistema di auto-caricamento e auto-puntamento altamente automatizzato ed è dotato di un computer di controllo del fuoco che integra le operazioni del veicolo e della rampa di lancio. I colpi hanno un raggio di ingaggio minimo di 15 km e possono colpire un bersaglio fino a 70 km.

 

Obice da 105/14 trainabile con VM90, VTLM e BV-206, materiale scomponibile in 13 carichi, aviolanciabile, someggiabile, a traino meccanico. Caratteristiche e prestazioni principali. Gittata massima: 10500 metri.

ANTIAEREI E ANTI MISSILE

SAMP/T 

Sistema d’arma sviluppato a partire dai primi anni 2000 nell’ambito del programma italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria), il SAMP/T nasce dall’esigenza di disporre di un sistema missilistico a media portata idoneo a operare in nuovi scenari operativi, prioritariamente caratterizzati da driving factors quali ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea, elevata mobilità e possibilità di adeguare il dispositivo secondo tempi commisurati alla dinamicità della manovra. L’attuale versione del SAMP/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio.

Skyguard-Aspide
​​Lo Skyguard-Aspide è un sistema d’arma missilistico terra-aria a corta portata contro la minaccia aerea condotta alle basse e bassissime quote realizzato dalle Società MBDA-ITALIA e RHEINMETALL. Il sistema è costituito da una centrale di tiro e due lanciatori Il sistema è dotato di un’elevata mobilità tattica, infatti, lo schieramento di una unità di fuoco è possibile in pochi minuti.

STINGER è un sistema d’arma missilistico terra-aria impiegato contro la minaccia aerea condotta alle bassissime quote. Il sistema d’arma è composto da: missile; tubo di lancio; unità di alimentazione elettrica; sistema di identificazione bersaglio. ​Ai fini addestrativi il sistema d’arma STINGER dispone di una configurazione Field Handing Trainer (FHT), sistema inerte per la familiarizzazione al maneggio dell’arma, e di una configurazione Tracking Head Trainer (THT), in grado di simulare l’intera sequenza di lancio e di valutare il grado di addestramento raggiunto dagli operatori

MILAN

Missili spalleggiabili : Non più operativi ma in magazzino i gran quantità. I missili anticarro MILAN sono  anticarro prodotti da una joint-venture franco-tedesca, Aerospatiale e MBB, chiamata consorzio Euromissile. Sviluppato a partire dal 1962. Si tratta di arma datata ma ancora efficace soprattutto contro tank non di ultimissima generazione

MISSILI MARINA MILITARE

OTOMAT è un missile a lungo raggio antinave, paritetico Italia-Francia, inizialmente sviluppato dal consorzio Oto Melara-Matra (da cui il nome Otomat) successivamente confluito nel gruppo MBDA, società partecipata di Leonardo. Il missile è stato largamente impiegato dalla Marina Militare Italiana. La caratteristica principale del missile, la lunga gittata, è ottenuta con un motore francese a turbina Microturbo, che consente una gittata di oltre 180 km con una testata da 210 kg, per un peso totale di circa 800 kg. Si tratta di un missile molto potente, ma non adatto per aerei o sottomarini e non risulta sia lanciabile da terra.  Presto arriverà alla marina italiana il nuovo sistema Teseo MK2/E evoluzione degli Otamat. L’ultima evoluzione di questo missile Teseo MK2/E, dove la E sta per EVO. Questo missile con portata doppia (360 km) è stato costruito e aggiornato pensando ai nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura della Marina Militare.

DRONI AREONAUTICA 

Leonardo Falco Xplorer è drone in fase avanzata di progettazione ma non ancora operativo. Aeromobile a pilotaggio remoto, realizzato da Leonardo sulla base di sistemi tattici precedenti, è l’evoluzione del Falco. Lungo 9 metri e con apertura alare di 19, fusoliere cilindriche e motore con elica spingente, replica aspetto e aerodinamicità degli aerei militari con piloti a bordo.  Fa parte della classe MALE (Medium Altitude Long Endurance) e viene principalmente impiegato per missioni di ricognizione in spazi aperti, ma è destinato anche ad ambienti civili. Le sue dimensioni lo rendono uno dei droni militari italiani più grandi di sempre con una capacità di carico: fino a 350 kg.

In sostanza le armi “offensive” se si intendono ordigni in  grado di colpire città Russe, non sono certamente nella lista, semplicemente perché non le abbiamo.