Migranti: operatori del soccorso ancora nel mirino. Dopo Linea d’Ombra ora è il turno di “Mediterranea”

Dopo il discutibile blitz contro i volontari di “Linea d’Ombra” a Trieste ecco che non si ferma la macchina della “giustizia” nei confronti di chi svolge attività umanitaria facendo surroga a quanto dovrebbe fare lo stato italiano secondo il dettato costituzionale. La notizia di oggi è che vi sono 4 indagati nell’inchiesta partita dalla procura di Ragusa che indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione alle norme del codice della navigazione nave “Mediterranea” . Fra gli indagati anche Alessandro Metz – ex consigliere regionale triestino che pare abbia subito perquisizioni su ordine della sopracitata procura di Ragusa. Alessandro Metz – oggi attivista dell’area antagonista è l’armatore dell’imbarcazione della associazione Mediterranea Saving Humans che però risulta estranea all’inchiesta. Secondo gli inquirenti però ci sarebbe stato uno scambio di denaro che sarebbe avvenuto in occasione del trasbordo (l’11 settembre del 2020) di 27 migranti dalla nave danese Maersk Etienne (che li aveva soccorsi 37 giorni prima nel mediterraneo centrale) sulla Mare Jonio. Indagati sono anche Luca Casarini, l’ex assessore comunale di Venezia Beppe Caccia, il comandante Pietro Marrone. Secondo la procura siciliana, il trasbordo sarebbe avvenuto dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, in virtù del quale – secondo testimonianze – la società della Mare Jonio avrebbe percepito un’ingente somma. Dando ovviamente il beneficio del dubbio la situazione appare sicuramente poco chiara anche se l’impressione è che con queste operazioni dal grande clamore mediatico si voglia dare un qualche segnale politico a quella parte della nuova compagine di governo che è particolarmente sensibili al tintnnar di manette quando si parla in migranti e salvataggi siano essi in mare o via terra. Da segnalare una nota di Gian Luigi Bettoli, Legacoopsociali Fvg secondo cui, si legge testualmente “viviamo in un mondo che funziona alla rovescia”. “Mentre migliaia di persone, scrive Bettoli, vengono lasciate morire disidratate nel Sahara, violentate e schiavizzate nei campi di concentramento libici, congelate in Bosnia, oppure annegate nei vari mari che circondano la Fortezza Europa (termine non a caso inventato dai nazisti, per descrivere sé stessi), la Magistratura italiana che fa? Continua ad indagare su chi, a spese sue, organizza i (comunque sempre insufficienti) salvataggi e la solidarietà. Mica pretenderemo che la Magistratura indaghi seriamente sui governanti, italiani ed europei, responsabili del caos climatico, dello sfruttamento coloniale del Sud del mondo, e dell’abbandono ad bestias di tanta gente? Questa volta, conclude Bettoli, dopo i volontari di “Linea d’Ombra” a Trieste, l’obiettivo è “Mediterranea”, l’unica ONG di soccorso navate italiana, presieduta dal nostro collega Alessandro Metz”.