Moretuzzo: «No all’ampliamento della centrale nucleare di Krško». Approvata all’unanimità la mozione del Patto per l’Autonomia, ma in realtà resta la possibilità di “partenariato”

Esprime soddisfazione il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, all’indomani dell’approvazione all’unanimità della mozione con la quale il Gruppo Consiliare chiedeva alla Giunta regionale di prendere posizione contro il raddoppio della centrale nucleare di Krško, approvato di recente dal Parlamento sloveno.

Moretuzzo ha ricordato che «i rischi rappresentati dalla presenza della centrale di Krško sono ormai conclamati, a partire dall’elevata sismicità visto che si trova su faglie attive e dal fatto che né la Slovenia né la Croazia si sono dotate di un sito per il deposito permanente delle scorie radioattive della centrale, attualmente depositate in una piscina nell’area dello stesso impianto. È, dunque, di fondamentale importanza che la Regione abbia finalmente preso una posizione ufficiale su questo tema, esprimendo netta contrarietà alla costruzione del secondo reattore».

La mozione impegna inoltre l’esecutivo ad attivarsi subito con il Governo italiano per avviare il percorso di Valutazione di impatto ambientale transfrontaliera rendendosi protagonista attiva e pretendendo un confronto costante rispetto ai suoi futuri sviluppi, e a prevedere, in accordo con la Commissione consiliare competente, un dialogo costante con il Consiglio regionale per una periodica azione di informazione sul tema della centrale di Krško. «È necessario monitorare una situazione che, per i suoi elementi di criticità, rischia di avere conseguenze pesantissime per la nostra regione», conclude Moretuzzo.

In realtà però l’assessore Fabio Scoccimarro, a nome della Giunta, ha chiesto e ottenuto di ammorbidire la prima parte del testo, cancellando la parte relativa alla bocciatura di “ogni idea di possibile partenariato” ma tenendo vivo il cuore della mozione, ovvero “la posizione contraria nei confronti del raddoppio della centrale” in ragione della sismicità dell’area. Questo vuol dire che si chiude la porta e si lascia aperta la finestra consentendo ad eventuali proposte che potrebbero arrivare nazionalmente di operare, non è infatti un mistero che, solo per fare un nome, Renzo Tondo si è da sempre detto favorevole ad un ingresso italico nella gestione di quell’impanto inuna logica appunto di “partenariato”.