Germania, nuova stretta anti-Covid e più poteri allo Stato centrale contro pandemia, mentre noi continuiamo nella farsa della trattiva Stato-Regioni

Guardare in casa d’altri non sempre è utile perchè in genere le situazioni non sono sovrapponibili. In questa occasione però la decisione presa dal parlamento tedesco dovrebbe far riflettere anche in Italia. Il Bundestag in sostanza ha votato una nuova normativa che permetterà alle autorità centrali di controllare la pandemia di coronavirus in tutta la Germania, senza cercare l’approvazione dei Laender. Si tratta del primo vero e proprio passo del governo federale per imporre misure omogenee in tutti gli stati, definito un “freno d’emergenza federale”. Ebbene quelle che la Merkel ha dovuto fare per via parlamentare nel nostro paese poteva essere attuato in maniera quasi automatica grazie alla costituzione. Se infatti è vero che la nostra Costituzione, a differenza di altre, non contiene una regola generale per lo stato di necessità prevedendo solo lo “stato di guerra” stabilendo che le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari è altrettanto vero che il sistema costituzionale offre gli strumenti necessari e sufficienti per fronteggiare anche le emergenze. Ma l’aspetto più interessante è che anche sul versante dell’organizzazione dei poteri pubblici è possibile in forza costituzionale, oseremmo dire era doveroso, far fronte all’emergenza usando le regole costituzionali ordinarie che prevedono di fatto quanto in Germania si è dovuto attuare per via parlamentare. Infatti in questo momento, o meglio fin dal marzo dello scorso anno, ci troviamo sicuramente di fronte a un’emergenza vera, a una situazione straordinaria di necessità e di urgenza che legittima il Governo ad assumere atti che, sottoposti immediatamente al Parlamento per la sua approvazione, decadono se non vengono convertiti in legge, ma non solo, si poteva certamente evitare il drammatico balletto di competenze che ha provocato disservizi e molto probabilmente migliaia di morti in più se solo si fosse deciso di non lasciare alla titolarità delle regioni e di quella pletora bipartisan di presidenti che tanto amano farsi chiamare Governatori (tutte chiacchiere, propaganda) quando questa carica non esiste nell’ordinamento nazionale e che scimmiottano proprio i Laender tedeschi dimenticando che la Germania è repubblica federale mentre l’Italia no. In sostanza il governo Conte prima e quello Draghi oggi, non hanno avuto il coraggio di intervenire sul gravissimo problema della frammentazione delle competenze, già discutibile in periodi di ordinaria amministrazione sul tema salute ma che diventano elemento di squilibrio in una situazione di emergenza nazionale. Certo la nostra è una Costituzione pluralista che prevede una distribuzione anche territoriale del potere, con autonomie regionali, provinciali e comunali, ma la frammentazione delle competenze è un elemento di complicazione quando si devono prendere decisioni rapide e coordinate su tutto il territorio nazionale. Ma anche a questo riguardo la Costituzione provvede, prevedendo meccanismi destinati a entrare in funzione in situazioni di emergenza. Per esempio l’articolo 120 stabilisce che il Governo può sostituirsi alle regioni e agli altri enti territoriali in caso di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica. Invece si è preferito iniziare una estenuante trattativa continua con uno strumento, la conferenza delle regioni, che anziché semplice assise di ascolto si è assurta al ruolo sostitutivo del parlamento. Un errore gravissimo. Su questo andrebbe fatta una commissione di inchiesta, non certo sulle decisioni assunte sulla pandemia con l’unico squallido obiettivo propagandistico di trovae nel ministro della salute un capro espiatorio e di farsi presunti difensori degli interessi di categorie economiche, dimenticando che ancora oggi abbiamo migliaia di contagiati e una media di 300 morti al giorno. A leggere mediatiamente la situazione sembra che il problema nazionale sia la riapertura serale di un’ora in più di ristoranti e pub quando invece, se davvero dovesse prevalere il dato sanitario, si dovrebbe tornare alla chiusura di tutto come deciso in Germania dove la media dei decessi è di “soli” 150. Ma è ovvio che nel Belpaese contano di più i sondaggi sulle aspettative di voto che la salute delle persone.

Fabio Folisi