Riccardi sbiadito menestrello cantastorie. Intanto per una tac addome (prioritaria a 10 giorni) a Udine servono 458 giorni d’attesa. Quattrocentocinquantotto!

“Audizione irrituale, ai limiti del surreale” , “Teatrino degno della migliore commedia italiana”, queste alcune delle definizioni usate dai consiglieri d’opposizione per descrivere la seduta della terza commissione di ieri che ricordiamo si occupa prevalentemente di tutela della salute e servizi sociali. Pubblicheremo a parte le considerazioni dei singoli consiglieri che comunque certificano come stia continuando l’atteggiamento inaccettabile dell’assessore Riccardo Riccardi che appare infastidito ad ogni contestazione e che al massimo risponde ai quesiti con la svogliata lettura di veline fornite dagli uffici che sono spesso più realisti del re… Preferiamo quindi, rispetto ad amplificare le filastrocche del menestrello cantore della sanità privata, dare voce all’ennesimo allarme che ci arriva dai medici, i soggetti che assieme all’altro personale sanitario, sono in prima linea in una situazione di tutela della salute che da disastrosa sta scivolando verso la catastrofe. Ci scrive in riferimento alla liste d’attesa il Dr. Stefano Smania Segretario regionale Fvg del sindacato dei medici FASSID – area radiologica: Con la presente si vuole sottolineare la preoccupazione per una situazione sempre più critica ed oramai chiaramente fuori controllo. Nello specifico parliamo delle liste d’attesa per esami radiologici quindi in primis, radiografie, ecografie, risonanze magnetiche e tac. Esami che in gran parte dei casi sono necessari per procedere con l’iter terapeutico che sia questo legato alla valutazione evolutiva di un tumore, alla sua stadiazione per procedere con la giusta terapia, a valutare l’ernia che non vi fa più camminare, a diagnosticarvi la colecistite, la lacerazione epatica sanguinante in un brutto incidente stradale o più banalmente la radiografia per controllare lo stato di consolidamento di una frattura o confermare una polmonite. La radiologia è un servizio, come tale è una parte centrale di tutta la sanità su cui si appoggiano tutti i reparti clinici, ma spesso resta nell’ombra è mal conosciuta, tante volte non è nemmeno chiaro che esiste un professionista, il radiologo, che ha fatto 10 anni di università per acquisire quel ruolo. Ma negli ultimi 5-6 anni, i radiologi di questa regione si sono un po’ stancati di non vedere riconosciuto il proprio lavoro e professionalità e certamente il Covid ha fatto traboccare il famoso vaso. Carichi lavorativi sempre maggiori, richieste di turni aggiuntivi pagati meno che un giardiniere, notti sempre più frequenti, centinaia di ore di straordinario non pagato e mesi di ferie arretrate. Non scordiamoci la considerazione da parte della regione che a differenza di altre ha negato la richiesta di incentivare i radiologi che fanno “lavoro di pronto soccorso” per tentare di arginare le preannunciate raffiche di licenziamenti. E non risparmiamo nemmeno le gestioni aziendali, a titolo di esempio la Direzione del CRO ha negato alla radiologia l’accesso alle Risorse Aggiuntive Regionali (RAR) 2023 creando una crepa che potrà portare a gravi conseguenze.

Se poi i progetti regionali sono tutti finalizzati al finanziamento del privato, allora non c’è da stupirsi se le radiologie dei nostri ospedali regionali si stanno letteralmente svuotando. A Pordenone, dopo che in poco tempo i radiologi sono passati da 25 a 3, la radiologia è stata appaltata ai privati, spesa di 25 milioni di euro che paghiamo tutti noi. La regione nega di destinare risorse ai professionisti che ha già ma poi paga 25 milioni di euro per appaltare il servizio che ha contribuito a distruggere. Nell’area Udinese sono una dozzina i radiologi licenziatari, alcuni andati in Francia, molti altri nel privato, altri ancora se ne andranno a breve. E in tutto questo la situazione per il cittadino com’è? Prenotare una tac addome prioritaria a 10 giorni a Udine, ha un tempo d’attesa di 458 giorni. Quattrocentocinquantotto ! Anche guardando i centri privati si fa fatica a stare sotto i 30 giorni. Un’ecografia addominale in Asufc, sempre prioritaria, ha tempi d’attesa fra 27 e 122 giorni a seconda della struttura. E cosa possiamo aspettarci per il futuro? L’indirizzo regionale è chiaro, spingere sulla diagnostica privata, senza alcun piano di riforma strutturale, senza mai parlare di qualità, ma solo di numero di prestazioni: poi che vengano fatte con macchinari obsoleti o siano prestazioni inappropriate non ha importanza; il tutto scordando che i servizi d’urgenza / emergenza non li copre il privato. Il destino sembra segnato, fra qualche anno se ti servirà una tac addome con mdc saranno 248.9€ e se non li hai ti attacchi al tram.