Carenza di pediatri di libera scelta e situazione della sanità locale nel territorio montano: prospettive inaccettabili tra riduzione di servizi e sguardi rivolti al privato

La preoccupante situazione della sanità e dei servizi correlati nel nostro territorio, che il Centrosinistra carnico denuncia ormai da tempo, ci lascia come Consiglieri comunali di Tolmezzo sempre più sgomenti.
Alle criticità ben note, si è aggiunto anche il vuoto venutosi a creare per la cessazione imminente del servizio di una delle due pediatre di libera scelta presenti nella nostra città, mentre l’altra ha già raggiunto
il numero massimo di pazienti consentiti. Come evidenziato dalle molte fondatissime proteste di tanti cittadini del comprensorio, le famiglie hanno ricevuto, o meglio subìto, una comunicazione asettica in cui si
prendeva atto di questo fatto, assieme alla promessa che un nuovo pediatra dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) arrivare ad inizio 2024. Non vi sembra un copione già visto? E nel frattempo le famiglie scoperte
cosa faranno? A chi dovrebbero rivolgersi? Alla pediatre di Tolmezzo e Paluzza, già a pieno carico? O a quella di Ovaro, saturando o oltrepassando anche quei posti disponibili? Tutto ciò, peraltro, accadrà a
cavallo di autunno ed inverno, ovvero i periodi in cui è fisiologico un incremento delle visite dovute ai malanni stagionali. Più in generale, come possono venire a proporci idee di sviluppo per la Carnia, quegli stessi che hanno in gestione la sanità e non sono nemmeno in grado di garantire i servizi minimi? Peraltro nel caso della pediatria, ma non solo, stiamo parlando della salute di coloro i quali rappresenteranno il futuro del nostro territorio, non di frivolezze. Disservizi e disagi si susseguono. E se alcuni possono imputarsi a fenomeni di caratura nazionale, la tendenza palese ad accentrare i servizi e la mancanza di programmazione su situazioni prevedibili sono dovute ad una certa indifferenza della politica regionale per i territori. La carenza di medici di medicina generale è sistemica, la mancanza di personale correlato ad alcuni ambiti della Casa di Riposo è sistemica, il numero assolutamente inadeguato dei medici di guardia è sistemico, la sospensione di alcuni servizi ambulatoriali che ha senso stiano sparsi sul territorio è sistemica – esempio lampante è quello della recente sospensione dell’oculistica in ospedale negli scorsi mesi, le liste d’attesa infinite sono sistemiche, spingendo per altro verso la sanità privata coloro che possono permettersela, acuendo le diseguaglianze sociali. Sono situazioni che posso essere previste, che quindi vanno prevenute, affrontate e governate. Per fare altri esempi concreti: ci siamo dimenticati la chiusura durata quasi un anno dell’RSA (prima dovevano essere settimane, poi mesi)? O la banale mancata possibilità di garantire un adeguato accesso ai parenti dei degenti nei fine settimana (sempre per mancanza di personale)? O forse la cosa più grave: i vari professionisti – spesso giovani – che preferiscono passare al privato o andare altrove in Italia o all’estero? Potrebbero essere parte della “cura” per queste situazioni, invece finiscono ad essere scoraggiati da ritmi estenuanti e insostenibili, da salari inadeguati, dal declassamento di reparti ed in generale dall’obsolescenza programmata di ospedali come il nostro. Il tutto creando un loop negativo in cui la qualità del servizio reso peggiora via via che il personale manca, spingendo anche chi resta ad andarsene. Perciò lasciateci affermare che la questione pediatrica è solo l’ennesima goccia in un vaso già traboccato,
dalla quale si evince ancora una volta una totale “navigazione a vista”, una mancanza di azioni strutturali e di prospettiva, certificata dal fatto che l’unica soluzione che è stata proposta alle famiglie è stata quella di
allargare “temporaneamente” le disponibilità numeriche dei pediatri rimasti sul territorio, forzando per l’ennesima volta le regole “al ribasso”. Di fronte all’assenza d’interesse della Regione verso il territorio montano, chiediamo anche all’Amministrazione comunale di Tolmezzo di farsi promotrice dei bisogni della nostra città e della Carnia, trattandosi di questioni essenziali, già da tempo non più rinviabili. Crediamo fortemente ci sia la necessità di avere uno sguardo sul lungo periodo fatto di seri investimenti che puntino a migliorare la situazione economica e lavorativa degli operatori pubblici della sanità, così da non farli cadere nelle braccia del privato, cercando magari di reintegrare risorse umane fuggite fuori dai confini nazionali (dal PNRR emerge che, per coprire i nuovi servizi, mancano circa 17mila tra medici, infermieri e amministrativi), e rivedendo in maniera funzionale e funzionante i percorsi di indirizzo scolastico nell’ambito delle professioni sociali e sanitarie. Di sicuro non è un’impresa facile, ma quello che constatiamo è che manca persino la volontà di costruire una reale prospettiva. Ciò che emerge in maniera lampante, invece, è una malcelata intenzione nello spingere sempre più verso una destrutturazione del servizio pubblico a favore di quello privato. E non siamo noi a fare strane illazioni, ma è l’Assessore regionale di riferimento, che qualche tempo fa affermava, in tema di liste d’attesa, che per sopperire alle mancanze del sistema sanitario pubblico, andasse potenziato il supporto al settore privato in Regione. C’è quindi una trama che tesse in quella direzione, un disegno politico che noi non possiamo condividere e sul quale non possiamo tacere. La sanità è e deve rimanere di tutti e per tutti.

I/Le Consiglieri/e di Tolmezzo Futura per il Centrosinistra di Tolmezzo
Marco Craighero
Alice Marchi
Gabriele Moser